
Si rivolge anzitutto ai giovani, il nuovo vescovo di Lucca, nel suo primo messaggio alla diocesi. D’altronde, l’impegno a fianco delle nuove generazioni ha connotato il suo percorso a servizio della Chiesa e monsignor Paolo Giulietti non intende abbandonarlo. Lucca, anzi, rappresenta una nuova opportunità, un nuovo orizzonte. “Sono stato raggiunto dalla notizia della nuova nomina subito dopo l’Epifania, lo scorso 7 gennaio. Sapevo che la mia esperienza di vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve si sarebbe conclusa, ma non mi aspettavo né che sarebbe successo così presto, né che sarebbe stata Lucca la meta”. Queste le prime parole di Giulietti, che ha aggiunto: “Ho conosciuto Lucca come pellegrino in due occasioni: la prima quando il vescovo era Tommasi, nel 2002, in occasione della Santa Croce; la seconda sotto la guida di Castellani, nel 2006, lungo la Francigena. Ma a Lucca sono stato tante volte anche come semplice turista ed è un luogo bellissimo”.
“Inizierò a svolgere il mio ruolo dopo Pasqua – ha detto – perché per me era importante, prima, portare a termine alcuni impegni avviati a Perugia, dove sono anche parroco di un’unità pastorale di 15mila abitanti. Voglio inoltre chiudere alcuni progetti avviati a fianco del cardinale Gualtiero Bassetti, che ringrazio fraternamente per questi anni in cui sono stato suo vescovo ausiliario. Vengo a Lucca – ha continuato – senza idee preconfezionate: la mia volontà è anzitutto quella di conoscere questo territorio, le sue specificità, i suoi punti di forza, le sue realtà umane, e costruire un percorso comune con le persone che lo abitano”. Una dichiarazione di intenti che si ritrova nell’attenzione alle famiglie, a chi ha perso o non ha lavoro, a chi vive situazioni di emarginazione o solitudine o lontananza da casa, esplicitata nel suo primo messaggio ufficiale alla diocesi di Lucca. Nel testo, monsignor Giulietti, si rivolge anche agli amministratori locali, alle associazioni, agli insegnanti, ai giornalisti, ai partiti politici: con loro vorrà tessere un rapporto di collaborazione, senza contrapposizioni ideologiche.
Il messaggio del nuovo vescovo, monsignor Paolo Giulietti
Carissimi fratelli e sorelle dell’arcidiocesi di Lucca, oggi vi è stato annunciato che Papa Francesco mi ha nominato vostro nuovo vescovo; tra qualche tempo ci troveremo a camminare insieme, io e voi, dietro al Signore e nella compagnia degli uomini.
Sono arrivato a Lucca in pellegrinaggio per ben due volte: nel 2002, per partecipare con i confratelli compostellani alle festività del Volto Santo, e nel 2006, percorrendo con i giovani la via Francigena verso Roma. Ora verrò per restare, ma sempre come “ospite e pellegrino”: servitore – non padrone! – di una chiesa antica e sempre vivace e di un territorio ricco di storia e di umanità; umile testimone di un “oltre” che tutti interpella, di fronte al quale nessuno può dirsi arrivato, ma verso il quale tutti siamo diretti, con qualche fardello ad appesantire l’entusiasmo e ad annebbiare il desiderio. Non ci siamo scelti, cari amici, ma ci ritroviamo reciprocamente donati per essere compagni nel comune tragitto; solo l’obbedienza convinta a tale destino ci metterà in condizione di scoprire e gioire dei doni che il Signore ha fatto a ciascuno e di accogliere con misericordia i limiti da cui nessuno è esente. Io sono grato alla volontà che mi invia a voi, riconoscendo in essa la grazia di Dio; siatene anche voi contenti, per il medesimo motivo.
Un abbraccio affettuoso e riconoscente lo devo prima di tutto a te, caro don Italo, che conosco e stimo da tempo. Ti succedo con la speranza di proseguire la strada da te intrapresa con intelligenza e coraggio nel rinnovamento in senso missionario della Diocesi. Ti ringrazio perché so che non ci dimenticherai mai nelle tue preghiere; desidero che tu continui a considerare la Chiesa di Lucca come la tua famiglia.
Un saluto speciale a voi, carissimi preti, diaconi, religiosi, religiose e consacrati che vivete in diocesi: il Signore ci ha chiamati a donarci ai fratelli non ciascuno per proprio conto, ma insieme. Spero mi accetterete con benevolenza come servitore della comunione, anche quando emergeranno – inevitabilmente – limiti e fatiche nella mia e nelle vostre persone. Vogliamoci bene e aiutiamoci! Sarà per la nostra gente un messaggio evangelico più eloquente di tante prediche.
Un pensiero pieno di speranza lo rivolgo a voi, carissimi giovani. Sono diventato prete perché in parrocchia mi piaceva dedicarmi ai ragazzi e nella mia storia il Signore mi ha concesso di vivere bellissime esperienze con tanti giovani, vicini e lontani. Vi assicuro che anche a Lucca intendo spendere le migliori energie per camminare insieme con voi e incoraggiarvi a maturare e realizzare i desideri di felicità e di bene che avete nel cuore per le vostre vite e per il mondo intero.
Voglio ricordare anche le tante persone e famiglie che vivono qualche problema di lavoro, di salute, di solitudine, di emarginazione, di lontananza da casa… Anche se non è facile, vorrei che i poveri, i malati, gli anziani e gli emigrati mi sentissero amico, espressione di una Chiesa attenta agli ultimi non solo per donare qualcosa, ma anche per ricevere la lezione evangelica dell’umiltà, della sobrietà, della tenacia e della fiducia nella provvidenza, insieme all’inquietudine dinanzi alle in-equità che continuano ad affliggere la nostra società e il mondo intero.
A tutti voi, sposi, genitori e nonni, un abbraccio affettuoso: le vostre famiglie sono un dono prezioso per la nostra chiesa e per la società, un carisma che vorrei custodire e coltivare con impegno. Anch’io avrò una piccola famiglia: mio papà Luciano, che vivrà con me e imparerete a conoscere, mentre i miei fratelli e nipoti, sparsi un po’ per il mondo, saranno a Lucca di rado (purtroppo). Mi piacerebbe che la mia casa – come tante dimore di preti e di famiglie – sia aperta e ospitale: sentitevi sempre i benvenuti.
Un saluto, infine, a tutti voi, abitanti del territorio della Diocesi; in special modo alle persone che sono al servizio delle nostre comunità, nella pubblica amministrazione, nelle forze dell’ordine, nei presidi sanitari, educativi e sociali, nelle tante associazioni di volontariato e culturali, negli strumenti di comunicazione, nei partiti politici. Intendo assicurare a tutti la mia leale e pronta collaborazione a vantaggio del bene comune, senza confusione, ma soprattutto senza rivalità o pregiudizi di sapore ideologico.
Un ultimo pensiero – carico di gratitudine e di commozione – alla carissima Chiesa di Perugia-Città della Pieve, che mi ha generato alla fede e alla vocazione e che ho servito per tanto tempo e in diversi modi, e al suo vescovo, il cardinal Gualtiero Bassetti, che mi ha accompagnato con affetto e pazienza in questi ultimi anni.
Cari fratelli e sorelle di Lucca, pregate sin d’ora, per me, come io farò per voi. E il Volto Santo del Salvatore ci accolga e guidi sempre con il suo sguardo misericordioso. Vi benedico di cuore. Beneditemi anche voi.