
“La pagina non è stata voltata: il progetto è in perfetta continuità con lo Steccone originale, di cui porta l’impronta e la struttura”. Sono perentori i membri del comitato Per San Concordio e dell’associazione Quartiere S. Concordio nel definire la riqualificazione prevista per l’area ex Gesam dopo che nei giorni scorsi la giunta Tambellini ne ha approvato il definitivo. Per i comitati, non ci saranno miglioramenti, come invece ha messo in rilievo l’assessore Mammini a cui i cittadini rispondono.
“No, cara assessore Mammini, proprio non riusciamo a coglierla, la grande opportunità di avere un parcheggio interrato sotto la darsena dell’antico porto,a pagamento, a servizio del centro storico, ad alti costi di gestione, che grava sull’incrocio tra via Consani e via Formica, uno degli angoli più congestionati e caotici della città – scrivono comitato e associazione – . E nemmeno comprendiamo il vantaggio di avere una grande tettoia, chiamata piazza coperta, di uso incerto e indefinito, di cui nessuno sentiva la necessità: non ce ne era forse già abbastanza di tettoie inutilizzate tutto attorno all’area Gesam, a cominciare da quelle delle ex officine Lenzi e della ex Lombardi, per non dire del Chiesone, per doverne aggiungerne delle altre, giusto per non correre il rischio che ci rimanga un pezzetto di terra non cementificato. E’ vero che il Chiesone non era interamente di proprietà del Comune nel 2016, ma oggi lo è; è vero che ci sono meno volumi fuori terra, ma il progetto è in perfetta continuità con lo Steccone originale, di cui porta l’impronta e la struttura”.
“La pagina – incalzano – non è stata voltata, come lei stessa, assessora, aveva promesso, ragione per cui molti di noi di S.Concordio la abbiamo votata. Quanto al timore della Corte dei Conti, sarebbe bene che la giustizia contabile attenzionasse il vecchio e il nuovo progetto, e verificasse se si sono allora spesi bene 3 milioni e mezzo di euro, per fare letteralmente un buco nell’acqua, e se ci si accinge oggi a spendere male gli altri 6 milioni e mezzo, perché quel buco nell’acqua abbia la parvenza di un senso. La real-politic non è portare avanti a tutti i costi gli errori del passato, moltiplicandone all’infinito gli oneri, è anche capire quando non è più il caso di insistere.Ci dispiace che il Comune non voglia prendere in considerazione le nostre proposte per l’area Gesam, e dica di non volere il dialogo, perché noi invece contiamo ancora di portarlo sulle ragioni del buon senso, minore impatto e minore spesa”.