





Il primo stralcio funzionale degli assi viari – quello nord sud, per intendersi -, è già definito da Anas ed è stato al centro della presentazione di oggi pomeriggio (5 marzo) alla Cappella Guinigi da parte del gruppo di progettazione. Un incontro voluto dal sindaco Alessandro Tambellini, di fronte ad una platea di amministratori, sindaci, rappresentanti degli enti e comitati, ma senza il primo cittadino di Capannori, nonché presidente della Provincia, Luca Menesini, che prima dell’incontro ha dato forfait spiegando che non si trattava di una presentazione “aperta ai cittadini”, innescando peraltro la replica del sindaco di Lucca.
Polemiche e tensioni a parte, i tecnici Anas – l’ingegner Achille Di Vito Franceschi, l’ingegner Giuseppe Danilo Margeri, gli architetti Francesca Romana e Raffaella Sanseverino e il paesaggista Marco Colazza – hanno ricordato che il progetto complessivo prevede anche il nuovo Ponte sul Serchio per una estensione complessiva di 30 chilometri e un costo di 270 milioni di euro. Oggi però i riflettori si sono accesi sul primo stralcio funzionale di 11,96 chilometri, del costo di 111 milioni. Se l’iter non subirà altri intoppi, i lavori saranno appaltati con un bando a giugno 2020, mentre i cantieri saranno conclusi, secondo le previsioni Anas, entro il 2023.
Per quasi tutti gli intervenuti, in particolare, si tratterebbe “dell’ultima occasione di una generazione per migliorare la vita del territorio”, circostanza rimarcata dal consigliere regionale Stefano Baccelli, dall’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli e dallo stesso Tambellini. In platea siedono anche il sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, i consiglieri comunali e assessori dell’attuale giunta, nonché l’assessore regionale Marco Remaschi, il consigliere regionale Maurizio Marchetti, la capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Elisa Montemagni ed il coordinatore territoriale di Fratelli d’Italia, Marco Chiari. Tra le istituzioni locali ecco il presidente della Camera di Commercio, Andrea Bartoli.
Il progetto definitivo per il primo stralcio funzionale, già interamente finanziato, costerà circa 111 milioni di euro: dei primi 87 milioni finanziati, 17 sono stati erogati dalla Regione Toscana, mentre i restanti 24 milioni provengono direttamente dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Prevede circa 12 km di nuova viabilità (7,3 realizzati ex novo, mentre 4,6 di adeguamento della viabilità esistente), 8 nuove rotatorie, 46 ricuciture con la rete locale, 16 interventi di canali irrigui e 36 nuovi tombini.
In particolare, hanno spiegato i tecnici, è prevista la costruzione dell’asse nord-sud, che si connette a nord con la strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero e a sud con la nuova rotatoria Antraccoli Est, per uno sviluppo totale di 5,67 chilometri. Un’asse ovest-est collegherà poi invece la nuova rotatoria Antraccoli Ovest, procedendo in direzione sud lungo la strada provinciale Madonnina con diramazione verso ovest fino a collegarsi con la nuova rotatoria ospedale San Luca, per uno sviluppo totale di circa 1,65 chilometri. Infine, un’asse est-ovest, ottenuto principalmente mediante l’adeguamento della viabilità esistente, dalla nuova intersezione rotatoria Antraccoli Est si svilupperà in direzione est verso il nuovo casello di Capannori in località Frizzone, per uno sviluppo totale di circa 4,64 chilometri.
“Questo progetto definitivo – esordisce Tambellini – richiederà poi una fase di dibattito ulteriore, rispetto al quale siamo fin d’ora aperti: tutta la documentazione verrà resa fruibile in Comune. L’intervento riguarda la parte più vulnerabile del territorio, andando ad incidere non soltanto sulla Piana di Lucca, ma anche su alcune zone della Garfagnana. Dobbiamo renderci conto puntualizza -che una parte della viabilità attualmente esistente risale all’800 e può entrare facilmente in crisi. Questa è l’ultima occasione per tutti noi”.
Come precisato, l’intervento inerente al “Sistema tangenziale di Lucca – viabilità est, comprendente il collegamento tra Ponte a Moriano ed i caselli A11 del Frizzone e Lucca Est”, ha un costo complessivo di circa 110 milioni di euro ed è inserito nel contratto di programma Anas-Mit 2016/2020. Sul progetto definitivo saranno avviate le procedure di legge obiettivo: verifica di ottemperanza alla valutazione di impatto ambientale già svolta sul progetto preliminare, acquisizione dei pareri di tutti gli enti nell’ambito della conferenza dei servizi da avviare al ministero delle infrastrutture e trasporti, con approvazione del Cipe. Un iter che giustifica l’attesa fino a giugno 2020 per mettere a bando le opere.
“Anas – spiegano i tecnici – ha dato l’incipit al procedimento di legge inviando lettere al Ministero dell’Ambiente, che compirà le opportune verifiche nell’arco di 6-7 mesi. Poi ci sarà il passaggio al Ministero delle Infrastrutture”. L’analisi paesaggistica eseguita in fase di progettazione – spiega Anas – ha consentito di valutare le potenziali interferenze e prevedere gli opportuni interventi di mitigazione ambientale e compensazione “per un investimento complessivo di 1,15 milioni di euro”. In particolare, il progetto prevede la messa in opera di 27mila e 755 esemplari tra alberi, arbusti ed essenze arboree lungo l’intera estensione, che consentiranno la rinaturalizzazione delle aree limitrofe al tracciato e un migliore inserimento ambientale dell’opera, recuperando la trama storica di siepi e filari. Previsti anche interventi per il mantenimento e il ripristino dei canali irrigui esistenti, il mantenimento della viabilità poderale, interventi di mitigazione acustica e accorgimenti per garantire il passaggio faunistico”.
Ma, oltre ai necessari interventi di mitigazione, quali saranno i reali vantaggi portati in dote dall’opera? “Il progetto consentirà – hanno sostenuto i tecnici – di alleviare i volumi di traffico sulla viabilità intorno alle mura di Lucca, fornendo un’alternativa al collegamento tra la Ss12 e l’autostrada A11. “Inoltre consentirà – è stato osservaato – una maggiore razionalizzazione del traffico locale riducendo i volumi di traffico in ambito urbano (via comunale del Popolo e via dell’Ave Maria. Infine consentirà di mettere in sicurezza e riqualificare la strada provinciale Romana e il nodo di Antraccoli, oltre a fornire un collegamento diretto tra Capannori e l’ospedale San Luca. Questo stralcio funzionale si inserisce in un più ampio progetto di interventi previsti per la realizzazione del sistema tangenziale di Lucca, per un’estensione complessiva di circa 30 chilometri”.
L’idea è quella di interrompere un sistema che tende a convogliare tutto il traffico a ridosso delle mura di Lucca, da un lato, e di viale Europa, dall’altro. In questo senso, è già stata preventivata una riduzione pari al 12 per cento dei volumi di traffico sulla SS12; riduzione che tocca il picco del 37 per cento in via del Popolo.
Mentre gli astanti compilano appositi questionari disposti da Anas per perfezionare il progetto, si apre lo spazio per gli interventi istituzionali. Il primo a prendere la parola è Stefano Baccelli: “Questa è l’ultima vera occasione per un’intera generazione – afferma – e per chi, come me, ha dedicato dieci anni al progetto mobilità per la Piana di Lucca. Nel corso deggli anni il territorio si è ulteriormente antropizzato e la difficoltà di condividere un tracciato si è elevata. Ricordo il primo progetto da presidente della Provincia: la priorità era migliorare la viabilità e capimmo che poteva essere fatto soltanto attraverso un’opera nuova. Ricordo anche i conflitti con Anas perché il primo progetto preliminare, quello sì, era davvero fatto male. Li costringemmo a ripubblicarlo, cosa unica nella loro storia, ed aprimmo anche un’inchiesta pubblica”. Baccelli non risparmia una stoccata a Luca Menesini: “Con i sindaci Giorgio Del Ghingaro e Mauro Favilla arrivammo a definire un tracciato chiaro. Il casus belli, oggi, riguarda via Domenico Chelini ed il Pip di Carraia: il progetto prevedeva il passaggio dal Pip, ma Del Ghingaro ci invitò a riqualificare via Chelini, facendo il suo dovere di amministratore. Quella scelta venne condivisa dall’allora vice sindaco Luca Menesini che poi però, diventato sindaco, ha cambiato idea: adesso vuole che si passi nuovamente dal Pip”. Più in generale, secondo Baccelli, “occorre stabilire una viabilità gerarchica per tutelare le utenze deboli, veicolando i tir lontano da strade come viale Europa”. Scendendo invece nel particolare, Baccelli precisa: “Non vedo cosa si possa obiettare ai tecnici di Anas se sarà necessario ricostruire un cavalcaferrovia al Frizzone, dal momento che Ferrovie dello Stato ha nel frattempo rivisto i suoi standard. Invito invece il gruppo di progettazione – il monito – a non dare seguito alla folle idea di un passaggio sotto l’acquedotto Nottolini (circostanza rispetto alla quale viene subito rassicurato, ndr)”. L’intervento del consigliere regionale, che ricorda anche come avrebbe voluto assistere ad una maggiore loquacità da parte di talune categorie, come quella degli industriali, innesca anche qualche scintilla in coda, quando Stefano Varia – presidente Ance Toscana nord – lo avvicina e si accende un diverbio: “Fino ad oggi, senza un progetto definitivo, era impossibile esprimersi”, la constatazione.
In chiusura, tocca a Ceccarelli tirare le fila: “Questo progetto non è calato dall’alto e cerca di impattare nel minor modo possibile sul territorio. Non era facile, di questi tempi, ottenere un finanziamento di 17 milioni di euro dalla Regione: è un’occasione da non perdere, soprattutto perché parliamo di opere già interamente finanziate. In tutto questo non dimentichiamo certo l’asse est – ovest, per il quale abbiamo previsto 5 milioni di euro. Credo che gli assi viari, insieme al raddoppio della linea ferroviaria Pistoia-Lucca, rappresentino un asset fondamentale per questo territorio: siete un polmone produttivo importante per la Toscana e meritate di colmare il gap infrastrutturale vissuto fino ad oggi.
Paolo Lazzari