8 marzo, donne in corteo contro le violenze – Foto

8 marzo 2019 | 17:56
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8 marzo, donne in corteo contro le violenze – Foto
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8 marzo, donne in corteo contro le violenze – Foto
8 marzo, donne in corteo contro le violenze – Foto

E’ stato un 8 marzo non soltanto di impegno sul fronte istituzionale per la sensibilizzazione e la lotta alle violenze di genere. A Lucca la festa della donna è stata contrassegnata anche da una mobilitazione di piazza alla quale, nel pomeriggio, hanno partecipato alcune centinaia di donne (ma anche di uomini) e che si è snodata in un corteo che ha attraversato le principali vie del centro storico.
Il corteo organizzato da Non una di meno e da altre associazioni impegnate nei diritti delle donne è partito alle 16,30 da piazzale Verdi e si è concluso in piazza San Michele fra musiche e balli.

Le donne hanno manifestato “contro la violenza maschile sulle donne in tutte le sue forme – hanno spiegato le organizzatrici – per la piena applicazione della legge 194 che nel 1978 ha legalizzato in Italia l’interruzione volontaria di gravidanza e contro l’obiezione di coscienza, che in alcune regioni del nostro paese sfiora il 90 per cento; contro il disegno al disegno di legge Pillo e il progetto di revisione delle norme su separazione, divorzio e affido dei minori che vorrebbe cancellerebbe le conquiste di decenni di lotte delle donne e della società nel suo insieme”.
Fra le parole d’ordine della manifestazione “la fine delle discriminazioni di genere e la precarietà nel mondo del lavoro; la parità di diritti, di salario e di accesso a tutti i livelli e mansioni contro il gap gender che pone l’Italia al 127esimo posto per disuguaglianza salariale; servizi sociali garantiti e gratuiti che liberino il tempo di vita; diritti per le donne migranti contro il razzismo e la violenza delle frontiere, per l’inclusione di tutte e tutti. Le associazioni che hanno promosso la manifestazione ribadiscono: il diritto delle donne all’autodeterminazione, la libertà di muoversi senza paura contro ogni strumentalizzazione in funzione razzista della violenza di genere”.