
La struttura organizzativa del personale della Provincia di Lucca “così non regge”. E’ l’analisi che fanno i rappresentanti dei lavoratori, esprimendo preoccupazione per le “criticità economiche che impediscono di fatto la chiusura del bilancio di previsione 2019 della Provincia”. Preoccupazione che porta la Rsu a indire un’assemblea per valutare eventuali azioni legali mettendo nel mirino il piano di riassetto del personale.
“Già dai primi giorni di febbraio la Rsu – si spiega in una nota – aveva chiesto l’apertura di un tavolo di confronto su tutte le tematiche riguardanti le politiche sul personale a partire dalla redazione di un corretto piano di riassetto dell’ente secondo il nuovo assetto dell’ente così come ridefinito dalla legge Del Rio del 2014. Finora la mancanza di corrette valutazioni organizzative ha portato la nostra Provincia ad essere in Toscana l’ente con il maggior numero di dirigenti – 1 ogni 31 dipendenti contro 1 su 51 della media nazionale -senza contare il numero dei funzionari con posizione organizzativa che ammontano a 20 unità e i dipendenti con specifiche responsabilità che ammontano ad altrettante 21 unità. Con il paradosso che questa organizzazione non regge e si ripercuote pesantemente su i servizi resi ai cittadini. La Rsu ha più volte cercato di interloquire con l’amministrazione per poter condividere un percorso strategico atto a migliorare la qualità dei servizi resi ai cittadini della provincia e a tutelare le professionalità e le prerogative economiche e sindacali dei dipendenti. L’apertura di una contrattazione diventa improrogabile anche a seguito dell’entrata in vigore del nuovo contratto che di fatto obbliga all’approvazione di una nuova organizzazione entro il mese di maggio 2019. Purtroppo ad oggi la Rsu non ha ricevuto che laconiche risposte interlocutorie ed è stata di fatto estromessa da qualsiasi possibile valutazione sul documento di riassetto che è un documento di rilevanza fondamentale per la sopravvivenza dell’ente stesso nonché per l’apertura di procedure di mobilità sia in uscita che in entrata che al momento vengono concesse o negate in maniera del tutto discriminatoria e palesemente arbitraria con un piano di fabbisogno elaborato in maniera del tutto unilaterale da parte dell’ente e fortemente criticato da parte della Rsu stessa. La Rsu quindi indirà un’assemblea del personale su questi temi al fine di valutare l’adozione di strumenti di azione legale allo scopo di garantire ai dipendenti l’espletamento corretto del proprio lavoro a tutela dei servizi resi ai cittadini nonché a salvaguardare la professionalità del diritto di ognuno ad avere regole certe e condivise in ordine alle mobilità ed ai percorsi di crescita interni”.