
Alberi secolari attaccati dal cancro colorato, arbusti sradicati o irrimediabilmente danneggiati da acqua e vento. Il polmone verde della città è ai raggi X dell’amministrazione comunale, che adesso – dopo le modifiche delle attribuzioni di Opera delle Mura prima, e il suo scioglimento, poi – ha diretta competenza su questo delicato settore. Botanici e tecnici sono in continuo studio della situazione attuazione perché, come ha spiegato l’assessore Celestino Marchini, “l’obiettivo del Comune è quello di arrivare ad un piano del verde”, ad una valutazione complessiva, cioè, della situazione attuale e ad una linea guida pratica su come e dove è necessario intervenire.
Nel frattempo sono continuati gli interventi per risolvere alcune criticità che avrebbero potuto anche costituire un rischio per l’incolumità delle persone. Risale, ad esempio, soltanto a pochi giorni fa, la decisione del taglio di altri tre alberi malati. I primi due si trovano sulle Mura urbane, sul baluardo Santa Croce (nei pressi dei giochi per bambini) e su quello San Pietro vicino alla recinzione del Villaggio del Fanciullo. Si tratta rispettivamente di un acero e di un tiglio. Le due piante sono deperite e vicine alla morte, con problemi quindi anche per la stabilità. Un terzo albero, un pino, giudicato pericoloso dalla relazione di un agronomo, sarà abbattuto nel parco delle Parole d’Oro.
Contemporaneamente però l’amministrazione comunale si è mossa anche sul fronte del reimpianto di nuovi alberi per ’ricostruire’ la trama verde del territorio laddove danneggiata dalle intemperie o dall’uomo. E sono stati già piantati trenta nuovi alberi, “in parchi e scuole della periferia”, afferma Marchini, e quindi in aree verdi fuori dal centro storico. “Siamo intervenuti nelle frazioni di S. Anna, S. Vito, S. Concordio e Ponte a Moriano”. I criteri di scelta delle tipologie di alberi sono stati improntati ai principi di cura e rispetto dell’ambiente ma anche di sicurezza: “Abbiamo scelto specie autoctone e resistenti – ha infatti osservato Marchini – valutando il migliore inserimento ambientale e paesaggistico. Si tratta di morus alba e ibrido, carpini, aceri, tigli, liquidambar e anche qualche esemplare meno comune come il gincko biloba e la sofora”.