Fusione Camere di Commercio, gli atti alla Consulta

30 aprile 2019 | 09:32
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Fusione Camere di Commercio, gli atti alla Consulta

Accorpamento Camere di Commercio di Massa, Lucca e Pisa, dopo lo stop in sede cautelare da parte del Consiglio di Stato al decreto ministeriale che prevedeva la fusione tra gli enti ora arriva la sentenza di merito del Tar del Lazio che ha rinviato gli atti alla Corte Costituzionale. Come anticipato da Lucca in Diretta, infatti, lo scorso mese di dicembre i giudici di Palazzo Spada avevano accolto l’appello in sede cautelare proposto dalla Camera di Commercio di Massa che aveva sollevato tra le altre cose anche dubbi di legittimità costituzionale del provvedimento ministeriale di fusione e nel dichiarare la sospensione del decreto avevano invitato il Tar del Lazio, durante l’udienza di merito della questione, ad analizzare tali argomentazioni.

Stamattina (30 aprile) i giudici del Tar laziale hanno accolto nel merito il ricorso dell’ente di Massa e le indicazioni del Consiglio di Stato dichiarando rilevanti e non manifestamente infondate la questione di legittimità costituzionale sollevate disponendo l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale e sospendendo il giudizio in corso. I tempi per la fusione che voleva il Mise si allungano e diventano incerti anche nel finale della diatriba in corso. Poco prima delle elezioni politiche del mese di marzo dello scorso anno il Ministero dello sviluppo economico aveva nominato un commissario ad acta per procedere all’accorpamento delle Camere di commercio di Lucca, Pisa e Massa Carrara. Un procedimento che avrebbe dovuto portare all’istituzione della Camera di Commercio della Toscana Nord-Ovest. Con il ricorso accolto dai giudici amministrativi e ora in mano alla Consulta la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Massa Carrara aveva infatti impugnato il decreto ministeriale del 16 febbraio 2018, recante “Riduzione del numero delle camere di commercio mediante accorpamento, razionalizzazione delle sedi e del personale”, nonché i relativi atti connessi, nella parte in cui, in attuazione dell’articolo 3 del decreto legislativo 19 del 2016, recependo la proposta avanzata da Unioncamere (delibera del 30 maggio 2017), ha disposto l’accorpamento delle Camere di commercio di Massa Carrara, di Lucca e di Pisa, individuando in Viareggio la sede del nuovo ente. Il decreto ministeriale impugnato è identico a quello dell’8 agosto 2017, e sostituito dopo la pronuncia della Corte Costituzionale del 13 dicembre 2017 che aveva già dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 3, comma 4 del decreto legislativo nella parte in cui stabilisce che il decreto del Ministro dello sviluppo economico dallo stesso previsto deve essere adottato sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, anziché previa intesa con detta Conferenza. A seguito della della pronuncia della Consulta il Ministero aveva poi sottoposto alla Conferenza Stato-Regioni un nuovo schema di decreto, analogo al precedente, ai fini del raggiungimento dell’intesa con gli enti regionali. La Conferenza, dopo un primo rinvio nella seduta del 21 dicembre 2017, esaminava il testo nella seduta dell’11 gennaio 2018: in tale occasione varie Regioni formulavano obiezioni a seguito delle quali il verbale della seduta recava l’indicazione della “mancata intesa”. Successivamente, appurato il mancato raggiungimento di un’intesa, il Consiglio dei ministri, l’8 febbraio 2018, aveva comunque autorizzato il Ministro dello Sviluppo Economico ad adottare il decreto di fusione.
Ma ora servirà un nuovo passaggio alla Corte Costituzionale prima che i giudici amministrativi decidano definitivamente in merito all’accorpamento. Una strada che appare sempre più in salita e di difficile attuazione.

Vincenzo Brunelli