


Doveva essere l’occasione per conoscere nel dettaglio il progetto di riqualificazione che vedrà interessato nei prossimi mesi l’impianto di stoccaggio dei rifiuti di Nave ma la seduta di questo pomeriggio (14 maggio) della Commissione consiliare sulle partecipate, presieduta da Silvia Del Greco del Partito Democratico, si è presto trasformata in una bagarre tra maggioranza, opposizione ed esponenti del Comitato paesano di Sant’Angelo e Nave. Il comitato paesano chiedeva un impegno, attraverso un documento formale, da parte dell’amministrazione nel garantire in tempi ragionevolmente brevi lo spostamento in via definitiva dell’impianto. Richiesta che è stata immediatamente raccolta dalle opposizioni mentre l’assessore Francesco Raspini, presente alla seduta, ha suggerito un percorso più “concreto” che prevedesse il coinvolgimento anche dell’assessore all’urbanistica Serena Mammini, della Commissione urbanistica e dei tecnici che stanno curando il piano operativo. Una soluzione non gradita all’opposizione (che ha lamentato anche l’assenza in Commissione dell’ingegnere che ha realizzato il progetto di Nave), in particolare dal consigliere di Forza Italia Marco Martnelli che sette mesi fa aveva richiesto questa commissione, che ha spinto per sottoporre un atto di indirizzo già nel prossimo Consiglio comunale. Alla fine, anche su richiesta del comitato, anche la maggioranza ha appoggiato questa soluzione come “primo atto” di un percorso più strutturato che porti all’individuazione di un nuovo sito per l’impianto di Nave.
Ad aprire la seduta era stato l’assessore all’ambiente Francesco Raspini che ha inquadrato la situazione attuale: “L’impianto di Nave rappresenta una questione complessa e annosa. Della sua ristrutturazione si parla ormai da anni. C’è il problema legato ai cattivi odori che va a sommarsi ad un’altra serie di problematiche che rendono non più prorogabile la sua ristrutturazione e messa a norma. Quest’anno abbiamo trovato le risorse economiche per fare i lavori. Le cose sono andate più lunghe di quello che volevamo per problemi burocratici di carattere edilizio. Questo però non vuol dire che l’impianto rimarrà lì per sempre, sappiamo che quella posizione è infelice. C’è anche da dire però che la situazione finanziaria di Sistema Ambiente non permette, almeno per il momento, investimenti troppo impegnativi. Nell’immediato dobbiamo sicuramente limitare l’impatto ambientale della struttura ma a medio-lungo termine c’è la volontà di trovare una nuova sede”.
Concretamente, come è stato spiegato dall’ingegner Caterina Susini, dirigente tecnico di Sistema Ambiente, il progetto prevede la “copertura” della zona dove vengono stoccati i rifiuti organici, fonte dei cattivi odori, a cui si lega il potenziamento dei depuratori dell’impianto, sempre con l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto ambientale. Lavori che erano già stati sottoposti alla commissione nel settembre scorso (leggi).
Dopo l’introduzione dell’assessore Raspini a prendere la parola è stato il consigliere di Forza Italia, Marco Martinelli che si è detto contrariato per l’assenza in commissione dell’ingegnere che ha curato il progetto: “Rimaniamo stupiti dall’atteggiamento dell’amministrazione comunale: avevamo chiesto sin dall’ottobre scorso di poter fissare questa commissione. All’epoca, ci fu risposto dal presidente della commissione (Claudio Cantini di Lucca civica, oggi assente, ndr) che la commissione non poteva essere fissata per impegni dell’ingegner Sala che doveva venire appositamente da Milano. Oggi però il progettista non è presente. Oggi volevamo entrare nel merito del progetto anche alla luce di quanto era stato promesso in campagna elettorale”.
“Un incontro con l’ingegnere è stato fatto nella sede di Sistema Ambiente a cui ha partecipato anche il Comitato paesano – ha replicato l’assessore Raspini -. Che ci fosse l’urgenza di fare questa commissione io l’ho saputo solo da poche settimane ed è stata immediatamente calendarizzata compatibilmente con gli altri impegni”.
Una risposta che non è andata giù agli esponenti dell’opposizione: “Se fosse bastata la presenza dell’azienda, questa commissione poteva essere fatta sette mesi fa – accusa ancora Martinelli -. Come consiglieri comunali abbiamo diritto anche noi a confrontarci con l’ingegnere”.
“Oggi volevamo un confronto sia con il comitato paesano che con l’ingegnere che ha curato il progetto – rincara la dose la consigliera di Siamo Lucca, Cristina Consani -. Per tanto la commissione di oggi rimane zoppa dato che manca un soggetto che noi avevamo richiesto”.
“Stiamo parlando di un progetto per ristrutturare un impianto quando invece dovremmo pensare a spostarlo – ha aggiunto il consigliere del Movimento 5 stelle, Massimiliano Bindocci -. Questo mi piacerebbe sapere, dato che stiamo parlando di un impianto che rende la zona invivibile. Siccome i soldi per trovare la nuova sede di Sistema Ambiente li avete trovati, forse si poteva fare qualcosa per sanare quella zona. In 7 anni di governo della città si potevano trovare le risorse per spostarlo. Una ristrutturazione vuol dire che quell’impianto rimarrà lì ancora per tanto tempo e quella zona grida vendetta. Dobbiamo iniziare a pensare a delle soluzioni alternative altrimenti è un problema che ci porteremo dietro per sempre. Lì quella roba non ci deve stare”.
L’assessore Raspini non si è sottratto a questa prospettiva ma ha rimarcato le problematiche legate allo spostamento dell’impianto che non potranno essere risolte in breve tempo: “Il sito deve stare nel territorio del Comune di Lucca e questo comporta dei problemi. Un paio di siti papabili ci sono ma innanzitutto deve essere previsto dal piano operativo e deve essere coinvolta la commissione che si occupa del territorio. Inoltre, un conto è investire 1 milione di euro per ristrutturare l’impianto esistente, un conto è investire una cifra molto superiore per farne uno nuovo ma finchè non si risolve la situazione economica della società, con il socio privato che da un anno e mezzo si trova in concordato fallimentare, questo tipo di investimenti non è possibile farli”.
“Lo spostamento della sede da Borgo Giannotti – aggiunge l’assessore – non è una cosa di minore importanza dato che anche lì ci sono dei problemi significativi, detto questo una riunione con i tecnici che stanno seguendo il piano operativo, per quanto mi riguarda, si può fare anche subito”.
Nella discussione si è poi inserito Oriano Landucci in rappresentanza del Comitato paesano di Sant’Angelo e Nave che ha ripercorso la storia dell’impianto – “una storia che fa rabbrividire” come l’ha definita – e che si protrae fin dagli anni Settanta: “I residenti soffrono a causa dell’impianto. Già nel 1992, l’allora sindaco Pacini ci aveva garantito che sarebbe stato spostato nel giro di pochi anni. Noi abbiamo capito i problemi e ci siamo fidati, dimostrando anche grande civiltà. Oggi però siamo ancora qui a parlare di questa struttura. Serve una presa d’atto collettiva del fatto che quel sito non era adatto fin dall’inizio e vogliamo un impegno concreto da parte delle istituzioni a cercare delle soluzioni alternative. Per questo proponiamo che venga fatto un documento scritto dove l’amministrazione si impegna a lavorare per spostare l’impianto”.
La richiesta è stata immediatamente abbracciata del consigliere Martinelli che si è detto “disponibile sin da subito alla stesura di un documento da far approvare anche nel prossimo Consiglio comunale”. Qui è scoppiata una nuova bagarre tra l’assessore Raspini e gli esponenti dell’opposizione: “Se vogliamo fare questo tipo di documento io sono assolutamente d’accordo – ha commentato Raspini – ma siccome noi, come amministratori, siamo chiamati a dare risposte concrete e non semplici contentini, credo che la cosa migliore da fare sarebbe aprire un percorso serio di pianificazione urbanistica. Dato che questo impianto non andrà su Marte, anche in altri territori ci sarà da discutere. Io non sono per fare i titoloni sui giornali: se vogliamo fare una dichiarazione di principio va benissimo ma serve un incontro nella sede idonea. Serve fare una pianificazione seria che non è esauribile nelle competenze di questa commissione ne delle mie”.
L’assessore si è poi tolto qualche sassolino dalla scarpa ricordando come la situazione attuale di Sistema Ambiente sia stata ereditata dalle precedenti amministrazioni: “Il socio privato non l’ha portato Babbo Natale – ha sbottato l’assessore – ma una determinata fazione politica, non quella che oggi governa la città. Voglio ricordare che, l’anno dopo che il socio privato entrò nell’azienda, vennero distribuiti degli utili che servirono a questa persona per rientrare dell’investimento fatto. Quei soldi potevano essere sfruttati per trovare un’altra soluzione all’impianto di Nave, per esempio. Sappiamo che la situazione finanziaria del socio privato è critica già da prima di questo ultimo anno e mezzo e questo limita anche la capacità di accesso al credito da parte di Sistema Ambiente”.
Pronta la replica di Martinelli che ha accusato l’assessore di “prendere in giro i cittadini. Il Consiglio comunale – ha incalzato – è sovrano e un atto approvato in quella sede ha una sua validità. Non si può dire che gli atti approvati dal Consiglio non hanno valore. Sarebbe un atto che darebbe dimostrazione che c’è buona volontà. Sono 7 anni che c’è questa amministrazione, in questo tempo si poteva iniziare un percorso”.
Critico anche Bindocci che ha sottolineato come la convocazione della commissione sia stata sbagliata nei modi: “L’ordine del giorno non è stato concordato con nessuno – osserva – noi avevamo chiesto un’altra cosa. Detto questo mi fa piacere che la discussione si sia spostata sulla nuova collocazione della struttura. Bene il coinvolgimento dell’assessore Mammini ma quello che si fa nel frattempo è parimenti importante perché se non si comincia mai non si arriverà mai ad una soluzione. Deve essere chiaro, però, che nell’agenda politica il ‘dove si mette’ deve avere la priorità rispetto al ‘come si rabbercia’”.
A prendere la parola è stato poi il presidente di Sistema Ambiente, Matteo Romani, che ha esposto le criticità in seno all’opportunità di spostare l’impianto: “Mi sembra evidente che siamo tutti d’accordo sul fatto che quell’impianto debba essere spostato. Noi, in passato, avevamo anche ipotizzato due o tre soluzioni. Ma se vogliamo stare sul concreto ci sono tre ordini di problemi. Uno di carattere autorizzativo: è la Regione che da l’autorizzazione all’apertura di nuovi siti. Come azienda e come Comune possiamo proporre dei progetti ma in questo periodo storico non mi sembra che ci sia molta propensione in questo senso. In secondo luogo, c’è il problema del nuovo sito: a meno che non si trovi un luogo con la viabilità perfetta e distante dieci chilometri dalle case, ovunque sorgeranno nuove polemiche. Infine c’è un problema di carattere economico: un nuovo impianto può costare 6, 7, 8 milioni di euro. Detto questo è chiaro che noi lavoriamo per cercare di risolvere questo problema: quando l’Arpat va a fare delle verifiche c’è il io nome in fondo ai documenti ho quindi tutto l’interesse a risolvere questo problema”.
A cercare di rasserenare gli animi è intervenuta, in conclusione, l’ingegner Susini che ha cercato di dare delle risposte tecniche alle domande incalzanti del comitato paesano. “Quello di Nave – spiega – viene impropriamente definito ‘impianto’ ma in realtà non lo è. Si tratta di un sito stoccaggio che serve solo per il contenimento dei costi, nell’attesa che i rifiuti vengano portati agli impianti di trattamento. Lì non viene fatta nessuna attività nè di recupero nè di smaltimento. C’è sicuramente un’incongruenza dal punto di vista degli odori dato che l’organico viene stoccato all’aperto. L’ingegner Sala è stato chiamato proprio per ‘tamponare’ questo problema. Non è stato affidato nessun progetto dal punto di vista ambientale perché si parla di stoccaggio e non di trattamento rifiuti. Siamo in attesa del permesso di costruire per coprire lo stoccaggio dell’organico. Non abbiamo interesse ad andare a fare investimenti aggiuntivi: stiamo gestendo una situazione momentanea nell’attesa d trovare la possibilità di fare degli impianti sul territorio senza dover necessariamente portare i rifiuti nel nord Italia”.
Dopo questa lunga discussione, l’assise si è sciolta con la disponibilità da parte di tutte le forze politiche a sottoscrivere l’impegno scritto, così come richiesto dal comitato paesano.