Beni comuni, verso la firma di nuovi patti di cittadinanza

Patti di cittadinanza per la tutela del bene comune in arrivo a Lucca, per volere dell’amministrazione Tambellini. Il progetto dell’amministrazione condivisa sta prendendo piede e sta interessando sempre più cittadini, come emerso anche martedì (11 giugno) in occasione dell’evento Cittadini attivi e beni comuni a Lucca, tanto che il modello Lucca sulla gestione dei beni comuni si estenderà ulteriormente nel prossimo futuro. Il progetto è semplice: i cittadini propongono un progetto per rivitalizzare un luogo pubblico, prendersene cura, popolarlo di idee e di persone e, dal canto suo, l’amministrazione comunale mette a disposizione uno spazio comune, di sua proprietà, ma non utilizzato.
È successo così a Santa Maria a Colle con il centro civico Il Bucaneve, oppure al Piaggione con il centro di cittadinanza attiva nato nell’ex scuola della frazione. Ed è quello che presto accadrà anche in alcune scuole del territorio, dove genitori e cittadini vorrebbero ricreare un centro pomeridiano a disposizione della popolazione – una su tutti è quella della scuola primaria di Vallebuia -, oppure lungo le rive dell’Ozzeri, dove un gruppo di cittadini di Pontetetto e San Concordio ha deciso di prendersi cura di quel polmone verde, oggi poco valorizzato, che collega Cerasomma e Montuolo all’acquedotto del Nottolini. E poi c’è chi vorrebbe intervenire direttamente sui giovani, quelli in età adolescenziale, come strumento di contrasto all’abbandono scolastico, e quelli che cercano lavoro. Cittadinanza attiva e cura dei beni comuni: due temi cari all’amministrazione Tambellini che martedì scorso sono stati lungamente dibattuti nella sala del Consiglio comunale. L’incontro è stata l’occasione per fare il punto sull’esperienza di Lucca, a due anni dall’approvazione del Regolamento che disciplina la cura, le gestione condivisa e la rigenerazione dei beni comuni. Ne hanno parlato gli assessori Bove e Vietina, il presidente di Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà), Gregorio Arena, la referente regionale di Labsus, Rossana Caselli e Simona Bottiglioni, in rappresentanza del Comune di Capannori.
“C’è un fermento bellissimo a Lucca – commentano gli assessori Ilaria Vietina e Gabriele Bove – un attivismo, da parte di cittadini appassionati e vogliosi di occuparsi del bene comune, che va valorizzato, assecondato e sostenuto. Lo strumento dell’amministrazione condivisa è perfetto per queste situazioni: ci permette di recuperare o di riaprire spazi pubblici e comunali abbandonati o chiusi, aggregare e coinvolgere quante più persone possibili, strutturare sul territorio una rete di servizi, di occasioni di incontro, di progetti e di centri di aggregazione prima inesistenti. Una grande rete di donne e uomini a disposizione di tutte le età e di tutte le situazioni sociali, economiche o culturali. Presto partiremo con altri patti di cittadinanza, un progetto che viene visto di buon occhio anche da altri comuni, vicini e lontani, e che vorremmo estendere a macchia d’olio su tutto il territorio”.