
Andare alla scoperta delle bellezze architettoniche e artistiche del Medioevo e del Rinascimento, che poco – si dice – hanno da invidiare a Firenze, evitando però il fastidio della ressa. Godendosi una bella passeggiata nell’arte, nella musica – questa, viene ricordato, è la patria di Giacomo Puccini -, e perché no nelle delizie del palato, con il buccellato o un bel piatto di tordelli lucchesi, che per gli americani non meritano nemmeno una traduzione: così sono noti anche oltre Oceano.
E’ questo il ritratto che Ingrid Williams fa della nostra città sul New York Times, in un particolare quanto per molti utile servizio in cui – a fianco alle capitali del turismo internazionale – vengono indicate le mete dove il bello va a braccetto con il relax e l’autenticità di luoghi e eventi. Niente turismo massificato, niente ressa o code. E Lucca viene collocata proprio per questi motivi nella top six mondiale. Un ritratto forse a tratti più idilliaco di quello che non sia in realtà, ma sicuramente dal servizio ne esce una immagine più che positiva della città. Di cui, c’era da aspettarselo, viene citata la vocazione musicale. E non solo per Puccini – cosa da dare forse ormai per scontata – ma anche per il Lucca Summer Festival che si qualifica sempre di più come un evento di portata internazionale – al netto delle polemiche (qualcuna da orticello) che ogni anno ne contraddistinguono il via.
Luogo di arte e cultura – cuore del Rinascimento “rubato” a Firenze con la splendida Torre Guinigi, in questa classifica che colloca Lucca tra le sei mete al mondo dove poter godere di un turismo non massificato -, la città dalle cento chiese non è da meno per la cucina. E per il palato, con il suo dolcetto tipico, il buccellato, e ovviamente la pasta. Un capitolo a parte viene dedicato ai famosi (e proprio gustosi) tordelli lucchesi. “La vera bellezza di Lucca – si legge nell’articolo – non è tanto in quel che c’è da vedere o negli eventi che vi si organizzano, quanto nel piacere della vita di tutti giorni”.
Così Lucca si merita di essere inserita nella top six delle mete “alternative” al turismo massificato. Come Tinos, che per il New York Times merita di essere visitata al posto di Santorini per chi cerca relax e una vacanza fuori dai circuiti ufficiali, o come Delft preferita ad Amsterdam, e perché no, come Valencia rispetto a Barcellona, Kotor al posto di Dubrovnic e Olomouc per Praga.
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