Quartieri social a S. Concordio, scontro sui lavori





Quartieri social San Concordio e San Vito, la discussione sull’affidamento e l’attuazione alla società Erp Lucca Srl e l’approvazione delle modifiche alla convenzione stipulata sono oggetto di discussione, oggi (12 luglio), in Commissione partecipate. E l’opposizione, nel frattempo, chiede oggi un Consiglio comunale straordinario per bloccare i lavori a San Concordio, innescando un acceso confronto.
Presenti per illustrare la pratica, a palazzo Santini, anche l’assessore Giovanni Lemucchi ed il presidente di Erp, Andrea Bertoncini.
Erp è dunque, come noto, il soggetto attuatore dei lavori inerenti ai quartieri social: gli interventi ammontano a circa 19 milioni e mezzo di euro. Un anno fa, come i più ricorderanno, il Governo Conte aveva sospeso la validità delle convenzioni firmate; successivamente, ad ottobre, i finanziamenti furono sbloccati, con alcune modifiche apportate da parte del Governo stesso. Le variazioni alle previsioni di bilancio 2018/2020 furono approvate lo scorso 30 ottobre. “Questa diversa impostazione – sostiene l’assessore – ha portato ad un cambiamento nella scansione temporale degli interventi. Abbiamo deciso di finanziare già a partire dal 2018 alcuni lavori, come quelli iniziati ed in corso a San Vito (quello relativo alla parrocchia è praticamente finito, ndr)”. Il 15 gennaio scorso, in sede di approvazione del bilancio preventivo 2019/2021 il finanziamento relativo ai Quartieri social è stato rimodulato: la quota di competenza del Comune corrisponde a circa il venti per cento del totale degli interventi. Successivamente è stata stipulata una nuova convenzione con il Ministero, giunta all’attenzione del Comune alla fine di giugno. “Questa convenzione – spiega Lemucchi – dispone che le risorse derivanti da economie di gestione, che prima rimanevano in capo al Comune, adesso tornano al Governo centrale (si parla, in particolare, dei ribassi d’asta, ndr). Ad esempio, su sant’Anna, i ribassi d’asta hanno portato ad accumulare circa 500mila euro”. Tra le modifiche più significative rientra il fatto che il bando iniziale da 2 milioni di euro su san Vito non è più lo strumento a cui dare seguito. “Inoltre – prosegue Lemucchi – per evitare che l’operazione Quartieri social potesse determinare squilibri di cassa, abbiamo ritenuto opportuno – dopo aver incontrato Cassa depositi e prestiti – aderire al prodotto Prestito riqualificazione periferie, che gestisce il cento per cento degli interventi: i flussi finanziari vengono gestiti senza influire sulla cassa dell’ente (una modifica già approvata in seno al Consiglio comunale del 9 luglio scorso.
Nella vecchia convenzione con Erp, viene ricordato, era stabilito che sarebbero stati realizzati anche i lavori del bando da 2 milioni di euro, relativamente al quartiere di san Vito.
Uno dei punti più critici riguarda il rispetto delle tempistiche: “Questo – specifica Lemucchi – è anche uno dei motivi che ci ha spinto ad utilizzare il prodotto della Cassa depositi e prestiti”. Bertoncini ricorda che inizialmente “Erp avrebbe dovuto anticipare una parte delle somme. Quando siamo andati sul mercato abbiamo capito che l’indebitamento di Erp sarebbe stato superiore rispetto a quello contratto dal Comune con Cassa depositi e prestiti di circa 3 punti percentuali. Questo ci ha portato a considerare che, per l’amministrazione, conveniva prendere questa seconda strada (anche perché i tassi d’interesse oscillano intorno allo zero per cento, ndr)”.
Il consigliere Massimiliano Bindocci evidenzia una possibile discrasia: “La legge impone una revisione semestrale della convenzione, ma il sindaco deve predisporre una relazione quadrimestrale sullo stato dell’arte”. Una modalità che comunque, ricorda Lemucchi, non va ad inficiare in alcun modo le procedure in corso.
Bindocci, insieme a tutta l’opposizione, ha presentato proprio oggi una richiesta di Consiglio comunale straordinario aperto circa i lavori a San Concordio. “Fermate i lavori – l’appello – perché affogano un quartiere nel cemento e nel ferro, chiudendo un porto storico. Si tratta di un progetto scellerato, non condiviso dalla citatdinanza. Non capiamo questa fretta, se non la volontà di spendere questi soldi: vengono fatte cose stranissime proprio per riuscire a spendere tutto. Se trovate un Comitato favorevole, portatelo a parlare in Consiglio”. Per Bindocci “bisogna fermare le macchine per evitare una forzatura, non sono caduti meteoriti su San Concordio, non c’è alcuna necessità di fare questo tipo di lavori”.
Anche per la consigliera Cristina Consani “questo è uno scempio che gli abitanti del quartiere non vogliono”. L’opposizione si riferisce, in particolare, ai progetti Steccone, parco Montagnola e scuola innovativa a Sorbano.
La replica è affidata alle parole del presidente di Commissione Claudio Cantini: “Si sta facendo confusione – argomenta – perché parlate anche della scuola innovativa che non rientra nella convenzione Erp. Vi sfido anche io a trovare associazioni contrarie ai lavori a san Vito. Per san Concordio ho visto la raccolta firme, ma non mi sembra che i lavori siano avulsi dalle necessità del quartiere”.
Secondo Lemucchi “Quando si parla dell’area ex Gesam parliamo di uno dei maggiori problemi che abbiamo trovato quando arrivammo nel 2012. Adesso c’è una soluzione che mette insieme diverse esigenze rispetto ad una situazione che si trascina dal 2004. Solo per togliere la gru – ricorda – ci sono voluti cinque anni. Stiamo cercando di rimettere insieme un quadro complesso: le soluzioni alternative proposte dovrebbero tenere conto anche del discorso inerente alla bonifica della zona”. Per l’opposizione, però, la situazioni sono connesse e “non si può ragionare sempre per compartimenti stagni, considerata la vicinanza tra nuova scuola e lavori a san Concordio”, attacca Consani. “San Concordio perde delle grandi aree verdi – rincara la dose Bindocci – e vorremmo che ci si fermasse per venti giorni almeno, per favorire una partecipazione in Consiglio, con Comitati e tecnici invitati”.
La proposta di deliberazione per il Consiglio comunale numero 105 vede la mancata partecipazione al voto da parte dei membri dell’opposizione Bindocci, Consani e Martinelli. Semaforo verde per la pratica con i 4 voti favorevoli della maggioranza.
Paolo Lazzari