


Dieci bambini saharawi, di circa dieci anni, insieme ad una maestra, sono stati accolti questa mattina (1 agosto), dal sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, il presidente del Consiglio comunale, Francesco Battistini, il vice sindaco del Comune di Capannori, Matteo Francesconi e il presidente della commissione sociale di Lucca, Pilade Ciardetti.
Il soggiorno a Lucca è stato organizzato grazie all’accoglienza e all’impegno di alcune famiglie. I giovani ospiti in questi giorni saranno impegnati in molteplici attività tutti insieme: in piscina con Aics a Vicopelago, al mare grazie a Croce Verde pubblica assistenza di Lucca, in montagna e poi trascorreranno i pomeriggi con giochi e in visita alla città.
Durante la cerimonia di accoglienza nella sala del Consiglio comunale, ai bambini è stato consegnato un attestato di ‘piccoli ambasciatori di pace’, attestato di cittadinanza, per sottolineare come il popolo Saharawi, in esilio a causa dell’occupazione straniera del territorio, non veda un riconoscimento internazionale del proprio Stato, rendendo molto difficile ogni spostamento al di fuori dei campi dei rifugiati, rendendolo praticamente un popolo ‘invisibile’ agli occhi della diplomazia internazionale. I bambini saharawi vengono ospitati da famiglie lucchesi dagli anni ’90 con il sostegno dell’associazione Kalama.
Lontani dal deserto nel periodo più caldo e critico dell’anno (con temperature superiori ai 50 gradi) per questi bambini il viaggio in Italia è una grande opportunità di conoscenza e di salute; per molti di loro, si tratta della prima esperienza al di fuori dei campi profughi in Algeria. Il progetto dell’accoglienza é particolarmente radicato in Toscana dove molti altri comuni accolgono i bambini e sono gemellati con comuni e provincie dei campi dei rifugiati. Sono circa 400 i bambini ospiti in Italia questa estate di cui circa 100 in Toscana. “I loro occhi e i loro sorrisi – ha commentato Francesco Battistini – sono una cura per l’anima. Ma non possiamo dimenticare il loro esilio che dura oramai da 44 anni. Con il Marocco che continua a rifiutare anche il solo confronto. La comunità internazionale deve intervenire. Intanto noi abbiamo appeso la bandiera della repubblica saharawi araba democratica. Per non dimenticare”.