
Una lunga missiva al sindaco, all’assessore alla mobilità, al comandante della polizia municipale e al difensore civico della Toscana per contestare una multa ricevuta (e pagata) a Lucca in piazzale Verdi.
I fatti risalgono al 4 agosto del 2018 e la multa è stata elevata per un parcheggio negli spazi dedicati all’autobus.
“È noto che il piazzale in tale orario è privo di autobus (che non sostano o fermano) – si legge nella missiva – molti veicoli avevano parcheggiato in tale area, a quanto riferitomi il parcheggio era pieno. Sempre per quanto riferitomi dalla conducente, l’autovettura non era parcheggiata in maniera tale da creare pericolo o intralcio alla circolazione, così come molte altre auto parcheggiate nella piazza (stranamente la polizia municipale si muove quando ci sono molte autovetture da sanzionare, impossibilitate a parcheggiare in altri posti perché i parcheggi sono esauriti, invece di segnalarlo alle porte di accesso della cinta muraria). Il parcheggio è stato sanzionato dalla polizia municipale di Lucca con un verbale con una multa, che se pagata entro cinque giorni, come riportato nel verbale medesimo, era d’importo pari a 59,50 euro. Il verbale in oggetto era difficilmente leggibile a causa della calligrafia non chiara e del fatto che la stessa era poco calcata nella copia lasciata sul parabrezza dell’auto dello scrivente. Nello stesso verbale, nella parte frontale, era chiaramente scritto in prestampato con carattere grassetto, che in caso di pagamento dell’importo entro 5 giorni è prevista la riduzione del 30 per cento, con importo da pagare scritto a penna dal verbalizzante, di 59,50 euro”.
“Proprio per non incorrere ad ulteriori aggravi – prosegue il racconto, l’8 agosto successivo, quindi entro 5 giorni, pago i 59,50 euro indicati sul verbale In data 22 agosto, mi viene immesso nella cassetta postale un avviso di giacenza di atti giudiziari, che in seguito al ritiro scopro essere l’atto di accertamento della violazione. Per motivi legati alle periodo di ferie e lavorativi, tenendo conto che l’ufficio postale al quale era da effettuare il ritiro, nella frazione di Ponte all’Abate, nel Comune di Pescia, è aperto soltanto di mattina, il ritiro avviene in data 15 settembre. All’atto del ritiro scopro che mi viene chiesto da pagare la cifra ridotta di 59,50 euro (come da verbale predetto), oltre a 14,50 euro per spese non meglio precisate (non riportate sul verbale iniziale), per un totale di 74 euro, se pagati entro 5 giorni dalla notificazione. Con la notifica scopro che c’è anche la decurtazione di 2 punti sulla patente”.
“Mi domando – sono le conclusioni del multato – se viviamo in uno “stato di polizia” per le violazioni di entità minore, che sono un occasione per “spremere” il portafogli degli automobilisti ancorché il tutto sia effettuato in termini di legge, ma non di giustizia, mentre i grandi evasori fanno la vita da nababbi (anche se ovviamente non per responsabilità del Comune di Lucca), da parte di una pubblica amministrazione che è dotata di un’organizzazione “Svizzera” nel sanzionare gli automobilisti, ripeto anche per violazioni di minor entità, un po’ meno per erogare servizi di qualità. Scopro soltanto dopo aver telefonato alla società del Comune (Lucca Holding Servizi Srl) che gestisce la riscossione delle sanzioni, che il pagamento entro 5 giorni è dalla data di notifica dell’accertamento della violazione non da quella del verbale. In data 12 novembre presento ricorso alla prefettura di Lucca non ritenendo corretto quanto accaduto e richiestomi di pagare, ma soltanto in seguito scopro anche che i 60 giorni quale termine per ricorrere non decorrono dalla data di ritiro della notifica (l’avevo ritirata entro 30 giorni, 21 per la precisione, per le motivazioni già esposte ed associando altresì il primo termine alla compiuta giacenza postale), ma da 10 giorni successivi all’immissione in cassetta dell’avviso di giacenza (22 agosto). Il ricorso pertanto è tardivamente presentato come da notifica ordinanza di ingiunzione della polizia municipale di Lucca ritirata il 13 luglio scorso. Nella stessa, senza che sia citata l’indicazione di alcun riferimento di legge e/o indicato l’importo della sanzione già pagato dallo scrivente, si comunica che residua un importo da versare pari a 131,20, che assieme all’importo già versato, portano la cifra complessiva da pagare a 190,70 euro, oltre il triplo della sanzione iniziale già pagata. Come si suol dire il danno oltre alla beffa”.
Di qui le richieste alle istituzioni: “Al sindaco ed all’assessore alla mobilità o a chi di competenza – scrive – chiedo se le norme applicate nella sanzione in oggetto per questa vicenda incresciosa “dipendono da Roma”, di occupare una minima percentuale del loro tempo a “scrivere a Roma” segnalando le incongruenze di legge nella quale una persona che ha pagato nei termini di cinque giorni una sanzione irrorratale si ritrova, trattato con condizioni penalizzanti forse peggiori di chi non paga, con un importo finale da versare di oltre il triplo di quello inizialmente pagato e di riflettere adeguatamente se questo sistema di riscossione, peraltro affidato ad una Holding srl, abbia “barlumi di serietà”, diciamo così, adottando altresì i debiti interventi correttivi del caso, se le predette “anomalie” sono dipendenti da disposizioni/regolamenti emanati dal Comune di Lucca”. “Al comandante della polizia municipale di Lucca – prosegue – chiedo il riesame documentale dell’intera vicenda e la verifica della correttezza dell’intera procedura e dell’importo da versare, adottando, se del caso, i debiti interventi correttivi in merito”.
Infine “al difensore civico della Toscana chiedo cortesemente una possibile disamina, sotto il profilo giuridico/legale e per qualsiasi altra natura, dell’intera vicenda, ed in particolare, se può approfondire quanto segue, salvo se altro, autorizzandolo sin da ora, senza alcun limite d’intervento: se è corretto, nei termini di legge o di altra natura che nel verbale in oggetto illeggibile sia stata compilata contestualmente dall’agente verbalizzante la casella dell’importo di sanzione ridotto e quello della casella di decurtazione punti, sapendo lo stesso, come doveva sapere, che la sanzione con decurtazione dei punti dà luogo al pagamento in misura ridotta soltanto dopo la ricezione da parte dell’automobilista sanzionato, della lettera di accertamento della violazione, la quale contiene, come suddetto, ulteriori oneri di spesa (14,50 euro), non contemplati nel verbale in oggetto. Non si trasmette così un messaggio fuoriviante e non corretto all’automobilista sanzionato?; se è corretto, nei termini di legge o di altra natura che, la polizia municipale di Lucca essendo a conoscenza dell’indirizzo di posta elettronica certificata del sottoscritto (avendo ricevuto per conoscenza il ricorso inviato dal medesimo via pec alla Prefettura di Lucca), abbia notificato allo scrivente l’inammissibilità del ricorso suddetto, tramite raccomandata a/r, aggiungendo nello stessa missiva spese di notifiche varie pari a complessivi 21,70 euro, facendo altresì lievitare la già esosa sanzione in oggetto, se rapportata alla natura dell’infrazione contestata ed al pagamento entro 5 giorni effettuato dallo scrivente?; è corretto, nei termini di legge o di altra natura che né la lettera di accertamento della violazione, né la notifica dell’ordinanza d’ingiunzione con la notizia dell’inammissibilità del ricorso, contengano alcun riferimento normativo in merito agli importi della sanzione e che dalla lettura dell’ultima lettera non si evinca qual è l’importo complessivo lordo da versare e, come detto, i relativi termini di legge oltre al fatto che non viene riportato in alcun modo, in trasparenza, se la somma già pagata dal sottoscritto, sia stata o meno decurtata dalla quota della sanzione residua richiesta in pagamento allo scrivente?”.