Polo formativo e alloggi all’ex Cantoni

26 agosto 2019 | 14:40
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Polo formativo e alloggi all’ex Cantoni

Un polo per la formazione e appartamenti. Potrebbe essere questo il futuro dell’edificio dell’ex Cantoni all’Acquacalda. Alcuni privati sono interessati alla riqualificazione del manufatto e, dopo aver svolto anche alcuni sopralluogo, hanno presentato un progetto di massima all’amministrazione comunale che, pur non essendo proprietaria dell’immobile, ha manifestato l’interesse a favorire, nelle formule possibili, un recupero congruo e funzionale della struttura. E’ questo al momento lo stato dell’arte, e a riaccendere il dibattito sul futuro dell’ex azienda di filati era stato Francesco Petrini, esperto di architettura indistriale e rappresentante dell’associazione Custodi della città. Petrini aveva proposto che l’area – che dopo la definitiva chiusura nel 2006, versa in stato di abbandono – divenisse la sede di “un museo del tessile che nella città della seta, della lana, del cotone e dei filati assurdamente manca” (leggi). A questa proposta è però subito arrivato lo stop da parte del direttore dell’ufficio scolastico territoriale di Lucca e Massa Carrara, Donatella Buonriposi che ha definito come “riduttiva” la proposta di Petrini ed ha annunciato che sull’area da tempo si sta lavorando ad un ambizioso progetto di riqualificazione (leggi). La proposta sarebbe già al vaglio dell’amministrazione comunale e dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere inserito anche all’interno del piano operativo, cioè lo strumento con cui l’amministrazione comunale dovrebbe mettere in pratica le prescrizioni stabilite all’interno del piano strutturale.

In base al piano strutturale (documento strategico con cui le amministrazioni danno indicazioni per quanto riguarda la gestione del territorio di loro competenza), la ex Cantoni si inserisce nell’area degli stabilimenti industriali dismessi dell’Acquacalda. Per questo tipo di immobili, il piano prevede diversi obiettivi, tra cui “il consolidamento, la riqualificazione e il potenziamento delle funzioni prevalentemente artigianali e industriali dell’area produttiva dell’Acquacalda, in via prioritaria attraverso la rigenerazione e rifunzionalizzazione delle aree e degli impianti sottoutilizzati, dismessi o abbandonati, il miglioramento prestazionale e funzionale delle attività esistenti, nonché con l’eventuale impegno di nuovo suolo, previa verifica della non sussistenza di alternative sostenibili di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti, in conformità con le localizzazioni oggetto di copianificazione, in un quadro che assicuri complessivamente l’incremento delle dotazioni territoriali e di servizio alle imprese e l’adeguamento della rete infrastrutturale di supporto”. In base a quanto previsto dal documento, la proposta di un museo del tessile avanzata da Petrini sarebbe compatibile con la destinazione d’uso dell’area ma, a prima vista, non sembrerebbe sufficiente per riqualificare un’area di oltre 55mila metri quadri che necessita quindi di un progetto più ampio ed articolato come quello presentato dall’Ust.
Nello specifico, la proposta vedrebbe sull’area (che, giova ricordarlo, appartiene a privati) un’imponente opera di riqualificazione per il recupero dell’immobile che dovrebbe diventare un nuovo polo per la formazione oltre che di aggregazione. In un secondo momento poi, la zona potrebbe diventare anche sede di una vera e propria scuola. Il polo dovrebbe poi essere inserito all’interno del progetto della Via della seta e diventare quindi un punto di riferimento anche dal punto di vista turistico. Infine dovrebbe essere prevista anche un’area a destinazione residenziale. Il progetto in questione è molto ambizioso e vedrebbe coinvolti nella realizzazione, oltre all’amministrazione comunale e all’Ust, anche la Soprintendenza alle belle arti oltre ad alcune aziende private, interessate più che altro alla componente residenziale, che si occuperebbero della realizzazione dei lavori.  
Il fatto che questo progetto sia all’attenzione di Palazzo Orsetti trova conferme da più fonti e si troverebbe anche in uno stato avanzato, tant’è che sull’area sarebbero già stati effettuati alcuni rilievi da parte dello studio dell’architetto Piero Del Checcolo di Fornaci di Barga. Il nodo da sciogliere è rappresentato da chi dovrebbe finanziare questa iniziativa che sarebbe molto impegnativa dal punto di vista economico. Iniziativa che potrebbe vedere una sinergia pubblico-privato.