
Un passo avanti e uno indietro. E per i cittadini dell’Oltreserchio – almeno per una parte di essi – è sicuramente una buona notizia. E’ di nuovo sospesa al ministero dell’ambiente la procedura autorizzativa per la realizzazione del nuovo elettrodotto il cui tracciato tocca ben 5 comuni, attraverso le colline dell’Oltreserchio, della Versilia, passando anche per il territorio di Vecchiano. Dopo che la pratica era stata inviata per una valutazione alla presidente del Consiglio dei ministri ad inizio anno, l’iter ha di nuovo subito una battuta d’arresto. Il ministero, da quanto si apprende, è in attesa di capire dal gabinetto del governo (adesso la palla passerà al Conte bis) in che modo portare avanti la procedura.
C’è infatti da decidere se sia o meno sanabile il disaccordo tra ministeri – quello dell’Ambiente che ha dato il via libera, da un lato, con alcune prescrizioni, e il Mibac che ha offerto un parere negativo, dall’altro – o se il tracciato non debba realizzarsi, nemmeno nell’opzione meno impattante e ritenuta la migliore dalla procedura di Via, ormai conclusa, ovvero la B1.
Il caso era esploso nel marzo di un anno fa quando dopo la pubblicazione del parere della commissione di valutazione del ministero dell’Ambiente nell’ambito della procedura di Via a cui è stato sottoposto il progetto presentato da Terna: il Mibac, facendo opposte valutazioni, aveva emesso un parere negativo, con 25 prescrizioni molto articolate e nelle quali si contesta l’impatto sul territorio e sul suo patrimonio culturale e paesaggistico della realizzazione dell’elettrodotto. Nel giugno scorso c’è stato tuttavia un ulteriore passaggio e anche il ministero dell’ambiente ha prodotto alcune prescrizioni, inoltrando tutto al ministero dello sviluppo economico dove ora la pratica si è fermata in attesa che al riguardo si esprima la presidenza del Consiglio dei ministri.
Presentato nel 2014, il tracciato, nelle sue varianti alternative preparate da Terna e sottoposte all’attenzione del ministero, è stato al centro per questi anni dell’ostilità del comitato Starc mentre il comitato di Maggiano ha riacceso contemporaneamente i riflettori sull’elettrodotto che esiste già, chiedendone la dismissione a Terna o in alternativa l’interramento come avviene in altri paesi europei, come la Francia.
Su tutto comunque ora pesa il no del Mibact all’opzione B1 per il riassetto e potenziamento dell’elettrodotto che invece la commissione di valutazione del Ministero dell’ambiente, nella fase di procedura di Via, ha valutato come la migliore e meno ’impattante’ per realizzare l’adeguamento della linea. Un’opera che per Terna è necessaria ad assicurare il fabbisogno energetico, ma per i cittadini di queste zone è ormai diventata una croce.
Adesso, la procedura è di nuovo in stand-by. Il ministero attende dal Gabinetto “indicazioni sulle modalità di proseguimento del procedimento”. Una buona notizia? Forse sì, ma non per tutti. Perché se è vero che più passa il tempo, più si allontana la realtà fatta di tralicci, per i cittadini che l’elettrodotto lo hanno già sulla testa – come a Maggiano – la battaglia continua. Il comitato, infatti, insiste per l’interramento del traccia e non si accontenta dell’impegno a ridurre le emissioni, cui si accenna, soltanto vagamente, nelle prescrizioni del ministero al tracciato prescelto per il nuovo elettrodotto.