A scuola con i nonni, riparte il servizio a Lucca

15 settembre 2019 | 09:02
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A scuola con i nonni, riparte il servizio a Lucca

Domani (16 settembre) si torna a scuola con Pedibus. A Lucca saranno i nonni a portare i bimbi nelle scuole, rinnovando il progetto che va avanti ormai da 5 anni. Un gruppo di genitori dei bambini ringrazia il Comune e l’associazione Auser che realizza il servizio. “Grazie ai nonni di Lucca (si può anche essere “nonni di cuore” oltre che per motivi genetici!) i bimbi delle scuole elementari di città possono andare a scuola da soli a piedi, accompagnati in tutta sicurezza da loro. Per noi genitori è un servizio utilissimo: ci consente di uscire la mattina tutti alla stessa ora, di evitare gimcane in macchina nel centro storico, di non impazzire alla ricerca di un parcheggio nei pressi della scuola. Ma oltre a questo, ci aiuta a dialogare con i nostri figli su argomenti importanti, per quanto apparentemente legati alla banalità dei bisticci quotidiani che coinvolgono genitori e figli. Per noi genitori è un servizio, per i nostri figli è prima di tutto un’esperienza, anche proprio in virtù di questo”.

“È difficile la mattina, quando già abbiamo in mente i mille impegni che ci aspettano – commenta il gruppo di genitori -, doversi trovare a discutere con uno o più figli per organizzarne l’uscita e l’arrivo a scuola, non si può negare: in molti casi, alla fine, il vantaggio di poter fare da sé, caricandoli in macchina e portandoceli autonomamente, non è solo una comodità. In questi termini è senz’altro comprensibile che – anche solo per non aggiungere complicazioni al complicato mestiere di genitori – fare diversamente non venga preso in considerazione. La nostra esperienza, dopo 4 anni di Pedibus – prima con una figlia e due anni dopo con entrambe – ci ha fatto capire come ciononostante il gioco valga la candela. Imparare a rispettare gli orari insegna ad organizzarsi e a tener presente che la nostra puntualità diventa anche rispetto per i tempi e gli impegni altrui. Imparare a stare assieme ad altre persone, non perché le hai scelte tu e sono tue amiche, ma perché ne condividi ‘un tratto di strada’ ora – nella banalità di dover fare due passi per arrivare a scuola – sembra nulla: se ci pensiamo, quando i tratti di strada diventano meno concreti e più simbolici, comprendere il senso delle regole come strumento per facilitare le relazioni imposte aiuta anche a vivere meglio nei contesti interpersonali (la classe e i compagni di scuola, il lavoro ed i colleghi). Capire che vestirsi non è solo una questione di outfit, ma in certi casi ha anche a che vedere con la sicurezza – come nel caso della pettorina verde o giallo fluo che aumenta la visibilità dei piccoli sul percorso del Pedibus – consente di imparare ad esempio l’importanza del giusto abbigliamento nelle situazioni in cui non averlo può fare la differenza (colori sgargianti per essere sempre identificabili in montagna e sulla neve, indumenti tecnici quando necessario, ecc.). Riflettere su come – tutto sommato – si possa anche cominciare la giornata facendo due passi, così da sgranchirsi le gambe che poi dovranno stare sotto il banchino diverse ore e in questo modo contribuire ad inquinare di meno, aiuta a comprendere come spesso ci possa essere un nesso tra le scelte che facciamo per il nostro benessere e quelle che riguardano il benessere di tutti. E quando c’è brutto tempo, come si fa? Si impara a camminare con l’ombrello aperto, a ripararsi dalla pioggia, a non tuffarsi nelle pozzanghere: abilità non così difficili da acquisire alle scuole elementari! Per altro, il servizio Pedibus ha degli spazi riservati all’interno della scuola, dove i piccoli pedoni con i loro accompagnatori accedono qualche minuto prima di tutti gli altri scolari, in maniera tale che se avessero bisogno di asciugarsi o cambiarsi, lo possono fare tranquillamente. Infine, ma non meno importante, i nostri bimbi grazie al Pedibus sperimentano il significato profondo della differenza tra voler fare e dover fare: i nonni di Lucca non sono pagati da nessuno per accompagnarli a scuola, non hanno un contratto che ne definisce diritti e doveri. Sono volontari. Persone che vogliono mettersi a disposizione degli altri – in questo caso di genitori e bambini – e che sanno accoglierne non solo i bisogni, ma anche gli umori, a volte le bizze o i dispetti, come forse solo un nonno è capace di fare. Grazie Pedibus, grazie all’Auser e tanti auguri di buon anno scolastico a tutti”.