Il fagiolo rosso di Lucca si promuove in Corea

13 ottobre 2019 | 08:29
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Il fagiolo rosso di Lucca si promuove in Corea

Da seme a rischio estinzione a simbolo di identità alimentare. E’ la storia del fagiolo rosso di Lucca che, sul punto di sparire dai nostri orti e dalle nostre tavole, è tornato grazie al presidio Sow Food, ad essere una varietà rischiesta specialmente per alcuni usi (zuppe, vellutati, piatti unici vegetariani, insalate) contribuendo in qualche modo anche all’educazione al gusto e alla conoscenza delle molte varietà di fagioli tipiche delle campagne lucchesi e toscane.

Una piccola esperienza locale la cui storia, però, è arrivata lontana. Proprio il fagiolo rosso di Lucca, infatti, è stato scelto come case history di buona pratica territoriale, al sesto expo internazionale dell’agricoltura che si tiene in questi giorni a Jeju, in Corea. L’importante manifestazione ha il patrocinio del ministero dell’alimentazione, dell’agricoltura, della silvicoltura e del bestiame e vi partecipano relatori internazionali della filiera alimentare.
Marco del Pistoia, responsabile del presidio del fagiolo rossa di Lucca per la condotta Slow Foood Lucca, Compitese e Orti lucchesi perlerà questa mattina ad una platea internazionale della Costruzione dell’identità locale e prodotti locali. Rivitalizzazione della regione attraverso il fagiolo rosso in pericolo di estinzione.
Il progetto dei presidi slow food è un progetto che mira alla salvaguardia di prodotti che, per quanto di alta qualità, rischiano l’estinzione a causa di scarsa resa, difficoltà di produzione, introduzione di varietà alloctone di maggiore resa anche se di minore qualità. Il recupero del seme non si limita quindi ad una semplice operazione di catalogo, ma concorre ad arginare la perdita di biodiversità e di identità alimentare locale.
Ad accogliere la delegazione italiana, composta, oltre che dai “tutori” del fagiolo rosso di Lucca, anche dai produttori del fico secco di Carmignano, la delegazione coreana dell’associazione composta da Kim Min Soo, consigliere di Slow Food International; Lee Jin Hee, delegata di Slow Food Corea del Sud e Jeong Sang Sin.