Imu, avvisi per altri 4 milioni e mezzo

26 ottobre 2019 | 08:55
Share0
Imu, avvisi per altri 4 milioni e mezzo

Quattro milioni e mezzo di Imu non pagata. Una cifra piuttosto consistente relativa principalmente, ma non esclusivamente, all’annualità 2016. Un numero consistente di avvisi emessi negli ultimi mesi, grazie ad ulteriori accertamenti dell’ufficio tributi comunali di Lucca, che ha svolto verifiche sugli introiti dell’imposta, verificando la consistenza del ‘mancato’ capitolo d’entrata.
La somma non irrilevante, sebbene relativa ad annualità passate, è da iscrivere al relativo capitolo del bilancio 2019 del Comune ma sarà difficile che l’intera somma entri a questo punto nelle casse comunali. O meglio: l’amministrazione, in casi come questo, è costretta ad essere cauta trattandosi di crediti di dubbia esigibilità. Ragion per cui, alla previsione di entrata è stata applicata la percentuale del 57,59% di dubbia esigibilità. Tradotto in numeri significa che ci si attende di recuperare poco più della metà del dovuto, ovvero 2 milioni e 614mila euro, più qualche spicciolo.

Il quadro del mancato pagamento delle imposte, nonostante l’impegno dell’amministrazione alla lotta all’evasione, è sicuramente a tinte fosche. Basti ricordare al riguardo le ultime iscrizioni a ruolo relative a Imu e Ici non pagate, relativamente ad avvisi di accertamenti emessi nel 2018, per un totale di quasi 5 milioni di euro (4.954.293 per la precisione). Le cifre erano in quel caso relative principalmente all’Imu non pagata per l’annualità 2015.
Cifre di cui si può apprezzare ancora di più l’importanza se si guarda al complessivo gettito dell’imposta annuale, che si aggira, per l’Imu, attorno ai 27 milioni. Non sono tutti soldi che vanno nelle casse del Comune, perché c’è la quota dovuta allo Stato, ma combattere l’evasione in questo settore è di fondamentale importanza anche per Palazzo Orsetti: “Alla base – spiega l’assessore alle finanze e vicesindaco Giovanni Lemucchi – c’è un principio di equità sociale e sicuramente la volontà politica di far emergere il sommerso. In questo settore ma anche, penso, a quello della ricezione turistica, degli affitti e appartamenti turistici dove si sta facendo un lavoro di controllo capillare grazie alla professionalità dei dirigenti e dei dipendenti comunali e al gruppo di contrasto all’evasione e al sommerso che abbiamo messo in piedi con un’accordo con la Regione, attraverso GiovaniSì. E’ chiaro che l’Imu è la voce più consistente e per vari motivi. C’è sempre una parte di evasione per così dire consapevole e una parte in buona fede, dovuta a errori di natura catastale indipendenti dalla volontà o a fisiologiche dimenticanze. In altri casi si è riscontrato il mancato adeguamento castale di manufatti che magari sono stati modificati o trasformati e per i quali l’Imu dovuto cambia di conseguenza. Il lavoro che viene fatto per rintracciare l’evasione quindi è di task force e prevede l’incrocio di vari dati e le verifiche catastali del caso”.
Intanto, prosegue l’attività di lotta all’evasione anche sul fronte di altri tributi comunali, dalla Cosap, all’imposta della pubblicità fino alla tassa di soggiorno: “In questo caso il recupero dell’evasione è a tutto beneficio della città – spiega Lemucchi -: in diversi casi infatti le contestazioni non riguardano soltanto il mancato versamento della tassa di soggiorno, ma anche altri tributi o anche l’addizionale Irpef”.