Pannelli su condotto pubblico, si attende sì Soprintendenza

Buon successo ieri (16 novembre) alla compagnia dei Balestrieri per il convegno-conferenza di Francesco Petrini sulla storia dell’industrializzazione nel comprensorio lucchese.
“Ringrazio la benemerita Compagnia Balestrieri – dice Petrini – per avermi dato l’opportunità di presentare al numeroso pubblico intervenuto i risultati del mio pluridecennale lavoro di studio e ricerche sull’argomento suggestivo quanto poco conosciuto che ho trattato sabato scorso: l’avvento della fabbrica nella Lucca industriosa di fine Ottocento. Ma soprattutto è stato per me importante esporre – con il supporto di slide – quanto è stato fatto negli anni più recenti da un gruppo di ricercatori da me coordinato, espressione dell’associazione Custodi della città per gli stati generali sulla cultura che ho l’onore di presiedere”.
“Sono stati mappati gli opifici che, prima e dopo l’inaugurazione dello Jutificio Balestrieri di Ponte a Moriano (1880), la fabbrica per eccellenza, utilizzavano l’energia idraulica fornita dall’antico pubblico condotto – il fosso per noi lucchesi – preziosa vena d’acqua voluta dalla Repubblica e derivata dal Serchio. I risultati di questa attività di ricerche documentali e sul campo hanno portato anche alla mappatura del fosso dentro la città e alla predisposizione di sei pannelli da collocare all’alteza delle ruote idrauliche verticali che muovevano i macchinari degli opifici della “Lucca industriosa” a partire dal secolo XVI e fino alla fine del secolo XIX. Il Consorzio di bonifica Toscana Nord, che ci ha commissionato il lavoro, attende da mesi che la soprintendenza dia il suo responso in merito. L’incontro di sabato mi ha dato anche l’opportunità di ragionare con il presidente della Compagnia Balestrieri sull’opportunità di iniziative sinergiche da mettere in campo fra associazioni come le nostre. Un’occasione ce la può fornire il prossimo 2020, anno nel quale la compagnia festeggerà il suo cinquantesimo compleanno e nel quale ricorre il 150esimo anniversario del riacquisto delle mura da parte dei Lucchesi (legge 175 del 27 giugno 1870 che ratifica la vendita da parte dello Stato italiano delle mura urbane, degli spalti esterni, polveriere, casotti eccetera al Comune di Lucca). Sì. perchè dopo aver speso fior di quattrini in più di 100 anni di imponenti lavori (fra secolo XVI e XVII) per costruire le nostre mura, ce le siamo dovute pure ricomprare. Bene, l’anno prossimo potremo organizzare qualcosa insieme: i balestrieri con la propria ricca esperienza di rievocatori di tradizioni, i custodi con le loro conoscenze e ci aggiungerei pure i bombardieri di Historica Lucense e le altre associazioni ospitate lungo le cortine e i baluardi”.
“Naturalmente ci coinvolgerei il Comune – conclude Petrini – magari potrebbe anche essere l’occasione per verificare tutti insieme se veramente c’è qualcosa da celebrare visto lo stato in cui versa da qualche tempo il nostro monumento più famoso ed importante (cortine, baluardi e spalti compresi) o se piuttosto non valga la pena di fare una benefica autocritica”.