
Anche Lucca ricorda la strage di Piazza Fontana. L’appuntamento è per sabato (7 dicembre) alle 17,30 al Dopolavoro Ferroviario di Lucca in viale Cavour.
L’evento è organizzato dal Comitato Lucchese per il 50esimo di Giuseppe Pinelli che, oltre ad organizzare la catena musicale di sabato 14 dicembre dalle 16 in piazza S. Michele organizza il momento di riflessione storica su quegli avvenimenti.
Interverranno Armando Sestani, presidente della Società popolare di Mutuo soccorso Garibaldi di Lucca, Andrea Ventura, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Lucca, Clara Mazzanti, autrice del libro Venga con noi. Dagli attentati del’69 a Piazza Fontana (edizioni Colibrì), che in quegli anni convulsi si trovò a scontare 18 mesi di carcere preventivo a San Vittore con l’accusa di strage, prima di essere assolta
La storia
Il 12 dicembre 1969 a Milano nella filiale della Banca nazionale dell’agricoltura in piazza Fontana, lo scoppio di una bomba causava la morte di 17 persone e ne feriva 80. “Immediatamente – spiegano dal Comitato – si scatenava la caccia all’anarchico che si concludeva con l’arresto di Pietro Valpreda, individuato dalla polizia e dalla magistratura come l’autore materiale dell’attentato. Un altro dei fermati, il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, dopo tre giorni di interrogatori, nella notte tra il 15 e 16 dicembre precipitava dal quarto piano della questura di Milano. Nella conferenza stampa tenuta poco dopo la morte di Pinelli dal questore Marcello Guida si parlò di suicidio causato dal fatto che l’alibi di Pinelli si era rivelato falso. Questa prima versione sarà poi ritrattata, quando l’alibi verrà confermato; poi si parlò di morte accidentale e infine di malore attivo. Molti hanno creduto, e credono ancora oggi, che Pinelli venne assassinato Ma in quel 1969 le bombe non si limitarono al 12 dicembre. Il 25 aprile due attentati avevano già scosso Milano; un ordigno esplose nel padiglione della Fiat alla Fiera campionaria e un altro alla stazione centrale presso l’ufficio cambi della Banca nazionale delle comunicazioni. Anche in questo caso i colpevoli erano stati cercati e trovati tra gli anarchici, ma nel processo che si tenne nella primavera del 1971 tutti furono assolti. Negli anni successivi si scopriva che anche queste erano bombe fasciste, come quella di Piazza Fontana”.
A cinquanta anni di distanza da quelle vicende anche nella città di Lucca si vuole ricordare quegli eventi che hanno marcato, comunque la si pensi, in modo indelebile la storia dell’Italia.