



Monsignor Giulietti: “Bisogna fare cultura della solidarietà”
Visita informale quella che l’arcivescovo Paolo Giulietti ha compiuto ieri (7 dicembre) alla sede del comitato di Lucca della Croce Rossa Italiana.
Monsignor Giulietti era stato invitato a far visita alla sede del Comitato dal presidente Fasano che lo ha accolto con un piccolo gruppo di volontari. Una visita che ha fatto sì che l’arcivescovo facesse conoscenza con la realta della Cri a Lucca, iniziata dal Centro odontoiatrico solidale. Una realtà di eccellenza, come ha sottolineato il responsabile Alessandro Caturegli che ha illustrato nei dettagli tutte le strumentazioni dell’ambulatorio che dalla sua inaugurazione più di due anni fa ha effettuato oltre 1200 prestazioni.
Poi la visita alla struttura nei moduli abitativi al centralino, uffici, sala ricreativa e dormitorio per poi soffermarsi con i volontari e le crocerossine presenti in sala Buttiglione per uno scambio di impressioni. Il presidente Enzo Fasano ha ringraziato il vescovo Giulietti per la sua presenza ribadendo la crisi che affronta da qualche tempo il volontariato in generale ma fiducioso che la Croce Rossa continua nonostante tutto a prestare il suo servizio verso gli ultimi, gli invisibili coloro che la società mette ai margini e a tutti coloro che quotidianamente lottano per esistere in ogni parte del mondo.
Il vescovo Giulietti nel suo intervento ha detto che “l’accesso dei giovani al mondo del volontariato che fino a qualche anno fa era spontaneo, oggi è diventato una cosa abbastanza rara e oggi ha bisogno di una proposta atta a incentivare, formare i giovani e la loro attenzione verso il mondo degli altri. Bisogna immaginare dei percorsi di avvicinamento, di promozione, di educazione anche in età abbastanza precoce dato che la cultura individualista in cui oggi tutti viviamo non predispone i giovani ad impegnarsi in favore del prossimo. Una seconda sfida è quella sulle motivazioni di chi fa volontariato. C’è bisogno di compiere un lavoro per richiamare sempre le motivazioni più nobili, più altruistiche del servizio per gli altri che fanno digerire gli aspetti più problematici sempre presenti”.
“Una terza cosa – ha concluso monsignor Giulietti – è che stiamo assistendo ad un incattivimento della gente. Lo sguardo sul povero sta diventando sempre più negativo quasi che la povertà sia una colpa e quindi chi fa cose per i poveri vienga criticato, non capito. C’è bisogno quindi di fare cultura. Ci siamo illusi che la cultura del popolo italiano fosse fondamentalmente una cultura di accoglienza e oggi stiamo vedendo che non è così e quindi chi fa volontariato deve impegnarsi a fare cultura, a comunicare il bene,, condividere le ragioni di certe cose che si fanno, far toccare con mano le situazioni che non sono numeri, statistiche ma che sono storie, volti, persone, famiglie, quartieri. Bisogna fare cultura della solidarietà“.
Il vescovo ha poi fatto notare come oggi ci sia la tendenza ad equiparare “chi fa il bene ad una qualsiasi attività commerciale e quindi si tende a non aiutare o a non considerare le attività in favore degli altri come un di più e quindi a non porre in atto una serie di meccanismi legislativi in loro favore”.
Poi il vescovo è stato accompagnato ai Macelli dove hanno sede il Centro di ascolto e i magazzini per lo stoccaggio e la distribuzioni delle derrate alimentari Ace e del magazzino vestiario che viene distribuito ai non abbienti. La delegata Area 2 (aupporto ed inclusione sociale) Maria Cristina Cammilli ha presentato i volontari e le volontarie scambiando con il vescovo impressioni e illustrando le attività del centro.
Una visita che è terminata con l’invito da parte del presidente Fasano che ha ringraziato il vescovo Giulietti per la sua prolungata presenza e con la speranza per un futuro appuntamento, magari in un momento di festa che veda tutti i volontari presenti.