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Farmacie comunali, ipotesi riduzione di capitale

17 dicembre 2019 | 16:38
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Farmacie comunali, ipotesi riduzione di capitale

Per il Comune significherebbe un incasso di 420mila euro

Una farmacia nuova che non sia un mero distributore di farmaci ma che funga anche da punto di riferimento “sociale” per il territorio, erogando servizi a favore dei cittadini in modo da sgravare il lavoro alle altre strutture sanitarie e garantire così un servizio più efficiente agli utenti. Sono questi i progetti futuri dell’amministrazione di Lucca per le farmacie comunali, emersi nel corso della seduta odierna della Commissione partecipate presieduta da Claudio Cantini. Nel corso della seduta è emersa anche la possibilità di una riduzione di capitale della società che potrebbe significare un ingresso di liquidi nelle casse comunali.

L’argomento è emerso nel corso della discussione sulla relazione annuale sulla razionalizzazione delle partecipazioni pubbliche. Il socio privato delle farmacie comunali (Alliance Farmacie Comunali, ndr) avrebbe infatti richiesto agli uffici comunali un parere in merito alla possibilità di una riduzione del capitale sociale. Possibilità che ha ricevuto il parere positivo da parte dei tecnici di Palazzo Orsetti.

Di concreto al momento non c’è niente ma se questa ipotesi andasse in porto, nelle casse comunali potrebbe entrare una cifra vicina ai 420mila euro.

“Questa richiesta ci è arrivata dal Cda di Farmacie ed è dovuta al fatto che la società registra un eccesso di liquidità che rimane non sfruttata – spiega l’assessore al bilancio e alle partecipate, Giovanni Lemucchi -. Il capitale eventualmente ceduto sarebbe restituito in proporzione ai soci. Per il Comune di Lucca significherebbe poter avere a disposizione altri 420mila euro da poter sfruttare per altri interventi anziché lasciarli immobilizzati nel capitale di Farmacie. Motivo per cui abbiamo dato parere favorevole a questa possibilità”.

Attualmente il Comune di Lucca detiene il 25,01 per cento delle quote di Farmacie Comunali e l’attuale configurazione rimarrà così fino al 2029, data di scadenza della concessione. Nonostante manchino ancora 10 anni, già si guarda al futuro. “Questo non vuol dire che non ci sia la possibilità per l’azienda di fare investimenti, parliamo pur sempre di una realtà dal fatturato di alcuni milioni di euro all’anno – aggiunge Lemucchi -. È anche vero però che negli ultimi tempi il valore delle farmacie e il loro volume d’affari è crollato e si prevede scenda ancora nei prossimi anni: ci troviamo di fronte ad un mercato molto volubile“.

“Se vogliamo vedere Farmacie come uno strumento per fare utili, allora dovevamo vendere le quote ieri – commenta ironico Massimiliano Bindocci, consigliere del Movimento 5 stelle -. Forse però sarebbe più utile che a queste strutture fosse dato un indirizzo sociale, in modo che possa rappresentare un punto di riferimento per tutta la comunità. Su questo aspetto sarebbe necessaria una riflessione politica”.

“L’input che è stato dato al presidente Giuliano Grazzini è proprio questo – replica Lemucchi -. Si sta cercando di andare in quella direzione, tenendo presenti le difficoltà del caso legate alla compresenza del socio provato. Grazzini comunque è un esperto del settore e in questi mesi ha rilevato alcune criticità che possono essere affrontate e risolte. Ci prendiamo l’impegno di condividerle al più presto anche con i membri della Commissione perché sono temi importanti”.