Primo Natale a Lucca per il vescovo Giulietti: “Apro la mia casa alla città”

Il monsignore fa un primo bilancio: “Sono stati mesi di transizione e conoscenza, dal 2020 nuovo corso”
E’ il primo Natale “lucchese” per il vescovo Paolo Giulietti. E non è un caso se il tradizionale pranzo dei poveri organizzato dalla comunità di S. Egidio si svolgerà proprio nel palazzo dell’Arcivescovato, la casa dove il monsignore è primo inquilino dal maggio scorso.
“Il luogo ideale”, dice il vescovo, per ospitare un evento del genere, quello del salone della Curia. “Un modo – afferma – per far sentire la mia vicinanza al mondo dei poveri, per alzare l’attenzione e dare affetto, aprendo le porte della mia casa in un gesto di accoglienza”.
In questo primo Natale come vescovo di Lucca mi accorgo che è tutto nuovo, a Perugia il pranzo di Natale veniva gestito dalla Caritas, il primo luogo dove ebbe sede fu la cattedrale, poi l’ambiente cittadino e adesso non vi è un pranzo solo. Qua a Lucca è organizzato dalla comunità di S.Egidio e ho pensato di ospitarli all’arcivescovato perché è la casa del Vescovo. L’ho sempre considerato un luogo ideale.
Un pranzo doppiamente simbolico, che arriva dopo i primi mesi di servizio nella diocesi di Lucca. Le difficoltà non sono mancate, “ma sento tutto l’affetto di questa città”, assicura il vescovo.
“Come vescovo di Lucca mi sono preso il tempo di conoscere questa realtà molto particolare – ha detto -, un’esperienza molto per pensare e rendersi conto di com’è la diocesi, del suo stato, della sua storia e anche del suo futuro”.
“Ho cercato di portare avanti quello che già aveva fatto il mio predecessore – spiega il monsignori – ed effettivamente in certe situazioni mi accorgo che ci sono state delle lamentele, ma è una cosa normale e soprattutto dalle persone ho percepito affetto nei confronti del Vescovo come figura. Il 2019 è stato un anno di transizione che ci prepara alla vera entrata in regime che sarà nell’anno 2020-2021”.
Il salone dell’arcivescovato per il pranzo di Natale può diventare una sede ideale anche per il prossimo anno?
“Ho sempre considerato la chiesa non un luogo ideale per questo genere di eventi perché è pensato per tutt’altro scopo. Il salone dell’arcivescovato, spero che sia un’esperienza da poter ripetere, certo la sede deve essere prima di tutto congeniale agli organizzatori del pranzo. Però posso anticipare che il salone dell’arcivescovato sarà nel frattempo oggetto di lavori di consolidamento statico, si provvederà al rifacimento dell’impianto di riscaldamento e ad altri lavori con lo scopo di rendere ancora più confortevole la stanza. Se quest’anno avremo un riscontro positivo, il prossimo anno avremo a disposizione un salone ancore più bello”.