Medico sospeso per post su Facebook: si infiamma il dibattito

Asl: “Il caso non venga strumentalizzato dalla politica”. Ma dalla Cisl alla Lega è coro di solidarietà al dottor Fausto Trivella
Aveva postato sulla sua bacheca Facebook una battuta definita “ironica” sui provvedimenti presi dalla Regione Toscana per ridurre i tempi di attesa al San Luca, rimossa peraltro due ore dopo. Ma per il dottor Fausto Trivella, primario di oculistica, non sono bastate delle scuse alla Asl Toscana nord ovest. E, sebbene la vigilia di Natale la Procura di Pisa si fosse pronunciata per l’archiviazione del caso, l’azienda sanitaria ha sospeso il medico dall’esercizio per 45 giorni. Una sanzione che Trivella ha scelto di commutare in una pena pecuniaria di oltre 5mila euro, che pagherà per continuare a lavorare senza interruzioni.
La posizione della Asl: “provvedimento a tutela della Asl e della serietà di chi vi lavora”
La vicenda, in questi giorni, ha fatto parlare. Nel merito oggi (30 dicembre) entra la stessa Asl Toscana nord ovest con una nota: “In relazione alla vicenda che ha visto applicare una sanzione disciplinare ad un primario dell’ospedale San Luca, respingiamo – scrive la Asl – il tentativo di trasformare il caso in una questione politica. Infatti, il provvedimento disciplinare ha lo scopo di richiamare al rispetto dei doveri di lealtà a cui ogni dipendente pubblico è tenuto, e di perseguire ogni comportamento che si ponga in contrasto con i principi del codice di comportamento dei dipedenti pubblici“.
E puntualizza, ancora: “Nel post che è stato pubblicato non erano presenti né frasi ironiche né alcun riferimento alle liste di attesa, ma vere e proprie offese rivolte alla dirigenza, a cariche istituzionali ma anche a semplici colleghi che ogni giorno lavorano per offrire un servizio migliore alla cittadinanza. Innanzitutto, l’azienda non si è opposta alle valutazioni espresse dalla Procura perché ha ritenuto che l’immagine del servizio sanitario regionale sia stata salvaguardata viste anche le pubbliche scuse e la convinzione del medico, palesata anche a mezzo stampa, di aver commesso un grave errore. Convinzione confermata dal fatto che il medico ha accettato la sanzione proposta dal collegio disciplinare che, lo si ricorda a chi si propone ora di farne strumento di polemica politica, è organismo terzo e indipendente dalla direzione aziendale dell’Asl”.
“Inoltre – aggiunge l’azienda sanitaria – è vero che è stato escluso il reato di diffamazione, ma al contempo è stata confermata l’inappropriatezza ‘del canale utilizzato da parte di un soggetto qualificato’, rimandandone la valutazione nella sede ‘del procedimento disciplinare cui il prevenuto è stato sottoposto’, quindi evidenziando il sicuro rilievo disciplinare del comportamento”.
“Non capiamo l’effetto mediatico che questo caso ha suscitato – sottolinea la direzione Asl – visto che tali provvedimenti sono già stati presi nei confronti di altri dipendenti a tutela dell’immagine aziendale e dei professionisti che vi lavorano. Infatti, abbiamo già perseguito l’uso distorto dei social da parte di propri dipendenti e che il Tribunale di Livorno ha di recente confermato che scrivere offese su Facebook rivolte all’azienda, alla direzione e alla Regione rispetto all’esercizio della programmazione sanitaria, superando i limiti del diritto di critica, può costituire sia reato, sia illecito disciplinare, quando la pubblicazione, come accaduto anche nel caso del professionista del San Luca, sia accompagnata da frasi ingiuriose”.
Il sostegno della Lega, sezione Mediavalle e Garfagnana
Non mancano anche dichiarazioni politiche a sostegno del dottor Trivella. Tra queste, quella della Lega (sezione Mediavalle Garfagnana), che esprime solidarietà al primario del San Luca. Gli esponenti del movimento dichiarano: “la sua sospensione è ingiusta perché la sanità in Toscana non è molto efficiente nonostante sia un elemento qualificante dei diritti costituzionali e del modello di stato sociale”.
“La stessa Costituzione – continua la Lega – all’articolo 32 dice che ‘la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’, qualificando esplicitamente come fondamentale tale diritto, inoltre nel titolo V della parte seconda, reca distinte disposizioni concernenti la sanità pubblica, soprattutto l’articolo 117, comma 3 che attribuisce alla competenza concorrente la materia tutela della salute e ricerca scientifica”.
Salvadore Bartolomei (Lega): “Questo è uno dei casi più politici che conosca”
Si esprime su Facebook anche l’ex candidato alla carica di sindaco di Capannori per il centrodestra, Salvadore Bartolomei, che rimarca la valenza politica del caso Trivella: “Lo è perché il post a cui si fa riferimento era rivolto (appunto) a dei politici. Lo è perché il motivo dello sfogo del professor Trivella, di certo sbagliato nella forma, richiamava la politica nell’unico interesse di tutelare l’utenza”.
“Lo è – continua Bartolomei – perché il professor Trivella non è un ‘semplice’ medico ma il primario di un centro di eccellenza internazionale come l’oculistica di Lucca. Lo è perché l’oculistica è una delle cose che funziona meglio al San Luca in mezzo alle tante altre che non vanno (non certo per mancato impegno e valore di medici e infermieri). Quindi, se tanto vi interessa l’immagine come scrivete, fate marcia indietro e alla svelta. Perché per gli occhi di noi lucchesi, in questa storia, gli unici a fare brutta figura siete voi”.
Cisl sanità Lucca: “Trivella medico serio: provvedimento Asl punitivo”
Anche la sigla sindacale Cisl sanità di Lucca esprime solidarietà al dottor Fausto Trivella per quella che definisce “un’ingiustizia subita da parte della direzione della Asl Toscana nord ovest”. “La fretta utilizzata dalla direzione per prendere provvedimento disciplinare nei confronti del professionista (non rispetto dei tempi previsti come prima convocazione da parte del collegio di disciplina e successiva convocazione la vigilia di Natale) la dicono lunga sulla voglia di punire. Eppure – continua la Cisl sanità – anche a seguito delle precisazioni del dottor Trivella, quanto riportato su Facebook per altro tolto dopo poco tempo, non erano certamente offese , ma osservazioni sulle liste di attesa. Fattore questo noto alle cronache e ripreso anche dall’assessore Saccardi che, pochi giorni dopo, giudicava la Asl Toscana nord ovest non certamente un esempio da seguire”.
“Ma nonostante ciò – prosegue la Cisl – a chi critica o fa osservazioni, se dipendente, si mette il bavaglio, senza tener conto che il pm, come dichiarato dall’ avvocato di parte Trivella, prima che il collegio disciplinare si pronunciasse aveva archiviato il caso. Serietà e professionalità del dottor Trivella vengono dimostrate dalla sua decisione di trasformare la sospensione in una multa al fine di non privare oculistica di Lucca della sua guida e non mettere in difficoltà una utenza che causa una non felice gestione delle liste di attesa avrebbe peggiorato la propria salute. Grazie dottor Trivella, lei a queste cose ci pensa: Cisl sanità Lucca si augura che anche altri lo facciano”.
Comitato territoriale ‘Liberiamo l’Italia’: “Un grave limite alla libertà d’espressione”
Tra le voci a sostegno del primario si leva anche quella del comitato territoriale di Lucca ‘Liberiamo l’Italia’: “Si è conclusa la spiacevole vicenda del dottor Fausto Trivella, primario di oculistica dell’ospedale San Luca di Lucca, che lo ha visto protagonista per un post su Facebook in cui esprimeva dubbi e critiche in merito all’efficacia delle misure messe in atto dalla giunta regionale toscana e dall’Asl Toscana nord ovest per ridurre le liste d’attesa. Il procedimento disciplinare di cui è stato oggetto – scrive Liberiamo l’Italia – si è concluso con 45 giorni di sospensione dal lavoro, commutati col suo assenso in una sanzione pecuniaria. Occorre ricordare che in relazione allo stesso episodio era stata sporta, da parte dell’azienda sanitaria, querela per diffamazione nei suoi confronti, ben presto conclusasi con l’archiviazione da parte del pm. In qualità di movimento politico, il comitato territoriale lucchese di Liberiamo l’Italia ritiene doveroso proporre alcune riflessioni sulla gravità dell’accaduto, anche in considerazione del fatto che non è la prima volta che i medici incorrono in sanzioni disciplinari per avere espresso perplessità sull’organizzazione sanitaria”.
“La stretta sulla libertà di espressione dei dipendenti pubblici – continua il comitato – ha subito un’accelerazione negli ultimi anni, da quando il lavoro pubblico è stato progressivamente equiparato al lavoro privato, attraverso l’introduzione del contratto individuale di lavoro, e ancora di più con l’accentuazione dei caratteri aziendalistici che il legislatore ha voluto imprimere a più riprese ad enti pubblici e sanità. Ne discende come corollario l’obbligo di fedeltà gravante sul dipendente pubblico, al pari di ogni altro lavoratore privato; al di là della formulazione civilistica, la giurisprudenza ha spesso inteso tale prescrizione nella maniera più estesa, fino a ricomprendere potenzialmente il divieto a qualsiasi critica rivolta al datore di lavoro e all’operato dell’azienda”.
“Il processo di aziendalizzazione – prosegue Liberiamo l’Italia – è stato dettato dall’obbligo ossessivo di contenere la spesa pubblica che, come ormai anche i bambini hanno imparato, ci deriva dall’appartenenza all’Unione europea e dall’obbligo di rispettare gli indiscussi e indiscutibili parametri di finanza pubblica, che condizionano a cascata ogni interstizio della vita economica del paese e vincolano in maniera stringente la possibilità di azione dello Stato. In questo clima, anche le riforme sanitarie sono fortemente dettate dall’esigenza spasmodica di contrarre i costi e devono essere messe al riparo da qualsiasi possibilità di contestazione, poiché non rientrano più nelle reali possibilità discrezionali dei legislatori nazionale e regionali, ma discendono dalla mera declinazione di regole contabilistiche non derogabili”.
“Se adesso mettiamo insieme aziendalizzazione della sanità, privatizzazione del rapporto di lavoro pubblico, obbligo di fedeltà del dipendente e il fatto che, al di là delle dichiarazioni di intenti che si susseguono da circa trent’anni, in sanità non si è mai realizzata la separazione tra inquadramento politico e direzione gestionale, ne deriva una miscela esplosiva. Poiché di fatto – continua il comitato – la gestione della sanità, in Toscana come altrove, è divenuta organica alla politica, qualsiasi forma di critica rivolta a qualsiasi provvedimento regionale diretto alla sanità viene agevolmente fatto passare come violazione dell’obbligo di fedeltà alla propria azienda, originando un conflitto col diritto costituzionale alla libertà di espressione; per fare un esempio chiarificatore, è come se si pretendesse di sottoporre a procedimento disciplinare un insegnante per violazione dell’obbligo di fedeltà, semplicemente perché ha criticato la ‘buona scuola’ di Renzi. Eppure questo in sanità sta avvenendo e stupisce che la contraddizione non sia ancora stata rilevata, almeno come problematica astrattamente latente, da alcun giurista. Sta di fatto che in questo modo, agli operatori sanitari viene fortemente limitata la possibilità di critica politica e di espressione del proprio pensiero su materie sulle quali potrebbero invece offrire un punto di vista qualificato”.
“Temiamo che anche il dottor Trivella – conclude il comitato – abbia imboccato questo cul de sac. Oltre ad esprimere la nostra solidarietà, consigliamo, però, una minore remissività in casi analoghi che si dovessero ripetere. Non sottovalutiamo la posizione difficile in cui si è venuto a trovare, ma dobbiamo fare appello a tutti affinché certe battaglie di libertà e di civiltà possano e debbano essere combattute sino in fondo”.
La solidarietà dei Comitati sanità: “L’episodio ha rilevanza politica perché si avvicinano le elezioni”
Rammarico per la vicenda arriva anche dai Comitati sanità Lucca (in memoria di Raffaello Papeschi), che dicono: “Noi non abbiamo potuto leggere il post Facebook che il dottor Trivella aveva fatto a proposito delle liste d’attesa, perché l’autore è stato costretto a rimuoverlo in due ore (talora la sollecitudine è davvero invidiabile). Sappiamo però che il pubblico ministero non vi ha trovato niente di penalmente rilevante. La rilevanza era politica, evidentemente. La sanità pubblica è ormai diventata la vetrina della giunta regionale – e nessuno deve osare mettere qualcosa fuori posto specialmente a pochi mesi dalle elezioni”.
“Ma noi – dicono i Comitati sanità – sentiamo le storie di chi nel ‘negozio’, suo malgrado, è costretto ad entrare e per quanto si addobbi la vetrina sappiamo in che condizioni è il ‘negozio’: mancanza di posti letto, organizzazione disumana del pronto soccorso, mancanza della gestione del post acuto e dell’assistenza domiciliare, mancanza di fondi per l’assistenza agli anziani, carenze nella riabilitazione intensiva, svendita del patrimonio pubblico, liste di attesa, gestione centralista delle mega Asl che ormai hanno completamente perso i rapporti con i territori“.
E continuano: “La Asl, e la giunta regionale che ne nomina i vertici, devono lasciare i medici e gli operatori sanitari a fare il loro lavoro. Lasciateli rispettare il loro codice deontologico che gli impone di esercitare la professione fondandola sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità, senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura. Invece di sanzionarli, ascoltateli, magari hanno qualche idea migliore di quelle che possono venire a chi è più abituato a sedere dietro una scrivania che a frequentare le corsie e gli ambulatori. E consideriamo che il dottor Trivella è un primario,che può permettersi di pagare la sanzione. E chi non se lo può permettere? A cosa andrà incontro? Come definireste questi metodi della maggioranza politica che governa la Toscana? Comunque, sappiano lor signori che le critiche di questo medico le trovano ogni giorno sulle labbra dei cittadini. E quelli non riuscirete a sanzionarli anzi, forse, saranno loro a sanzionarvi, a maggio. Perciò ai cittadini chiediamo di continuare a parlare, anche per chi è costretto a tacere. Viva la Costituzione, viva la libertà”.