Terapia intensiva, ecco i primi 12 posti letto a Campo di Marte






Il governatore Rossi: “I vecchi ospedali hanno dato un’ottima prova ma la battaglia si vince sul territorio”
Nuova vita per il presidio ospedaliero di Campo di Marte, che in questi giorni è stato riorganizzato per ospitare un numero di pazienti malati di Covid-19.
Oggi (27 marzo) il governatore Rossi ha visitato tutte le strutture riconvertite del territorio per creare posti di terapia intensiva. A Lucca si è riattivato parte del padiglione O del vecchio ospedale Campo di Marte.
“Oggi possiamo contare 30 posti di terapia intensiva all’ospedale San Luca, tutti riconvertiti. Anche quelli che prima erano considerati posti di terapia sub intensiva – dice il governatore Rossi – adesso sono diventati posti di terapia intensiva. Abbiamo avuto poi l’idea e la possibilità di riattivare vecchi presidi medici, come questo (Campo di Marte, ndr) per raggiungere un numero di 6 più 6 posti, per un totale di 12. Lo stesso è capitato a Pisa. Vogliamo ricavare altri posti per un totale di 12, spostando il reparto di cardiochirurgia a Massa. Abbiamo calcolato 53 nuovi posti nell’area Asl Nord-Ovest”.
Ma il potenziamento degli ospedali, non è la sola strategia definita nella guerra che si è scatenata contro il virus SARS-CoV-2: “Nella guerra che stiamo combattendo è giusto preoccuparci di avere delle ‘case matte’ ben solide. Perché quando crollano le torri hai perso – prosegue il governatore Rossi – Ma non si vince solo difendendo le torri, bisogna affrontare il nemico sul campo di battaglia, e il campo di battaglia sono convinto non è l’ospedale. Con le cure intermedie, potenziandole, in modo che tante persone possono essere ossigenate prima di entrare in ospedale, a questo scopo stiamo organizzando degli alberghi sanitari (su Lucca è stata individuata una struttura alberghiera dalla quale ricavare 5 camere). Altra importante pedina in questa guerra, che è stata messa da parte fino ad adesso perché senza dispositivi adeguati, sono i medici di famiglia, fornendoli dei giusti dpi per affrontare la situazione. Stamani ho partecipato ad un’importante discussione con gli specialisti, per indicare una terapia comune da somministrare per alleviare le patologie”.
“Sul piano dell’emergenza abbiamo fatto il possibile per questo ringrazio operai e tecnici dell’Asl. Non avessimo avuto i nuovi ospedali – precisa Rossi – la prima ondata d’urto ci avrebbe fiaccato. Se non avessimo avuto un governo di area vasta non avremmo potuto distribuire sul territorio i pazienti dai vari ospedali. I nuovi ospedali sono dotati di un buon sistema di areazione con degli impianti che ricambiano l’aria 12 volte, al contrario delle finestre che hanno un ricambio inferiore. Anche questa è una garanzia”.
A preoccupare il governatore Rossi attualmente non è la mancanza di posti letto in terapia intensiva, problema già affrontato, ma l’assenza di personale infermieristico: “Serve personale – rinnova l’appello – Ne abbiamo assunto molto in questi ultimi giorni, non mancano per fortuna gli anestesisti, ma ci vogliono una cinquantina di infermieri, di cui almeno un terzo deve essere professionale. Faccio quindi appello agli infermieri in pensione perché tornino sul campo. Non rischiano di perdere la pensione e possono essere assunti per sei mesi come attività medico professionale, percependo più o meno lo stesso stipendio di quando sono andati in pensione”.
“Le unità emergenziali territoriali partiranno la prossima settima – prosegue – qui su Lucca, speriamo lunedì di avere il kit sierologico e di poterlo usare, ma come screener diagnostico rimane il tampone di laboratorio. Prima controlleremo tutto il personale sanitario, poi arriveranno altri kit”.
Ma il fatidico “picco” di contagi, quando è previsto? “Noi abbiamo sempre detto che il picco era previsto il 27 marzo (oggi), poi non essendo uno scienziato, non voglio improvvisarmi stregone. Mi pare però che ci voglia molta calma. L’obiettivo è sperare per il meglio e prepararsi al peggio, senza creare terrore”.
Rossi è stato in visita anche al Santa Chiara di Pisa, dove sono stati ricavati 10 posti.
“Ad oggi in Toscana – ha detto il governatore a Pisa – siamo riusciti ad attivare in pochissimo tempo 116 posti letto di terapia intensiva in area vasta nord-ovest, attualmente occupati: 36 in Aoup e 80 negli ospedali dell’azienda Usl Toscana nord-ovest. E siamo in grado di aumentarli ancora, qualora fosse necessario. Questo dimostra che non siamo arrivati secondi ai cinesi, che i nuovi ospedali si sono prestati benissimo in questo sforzo di recuperare postazioni di assistenza intensiva, ma anche che i vecchi ospedali hanno dato un’ottima prova, riuscendo a tirare fuori ulteriori posti. In pratica, mi sembra si possa dire che sulla risorsa estrema per curare quest’epidemia, ossia la terapia intensiva, la risposta attesa dall’area vasta nord-ovest, che è stata la più colpita, è arrivata grazie ai lavori effettuati e quindi a un vero miracolo, ossia riuscire tirare fuori posti letto in tempi record”.
“Io voglio lanciare da qui, con le direttrici generali delle due aziende, Silvia Briani e Maria Letizia Casani, questo messaggio – ha aggiunto Rossi – Grazie alla collaborazione fra le due aziende e alla riconversione dei posti letto, abbiamo messo in sicurezza la risorsa ultima, ossia la terapia intensiva ma voglio sottolineare che la vera battaglia si vince sul territorio”.
“Noi siamo impegnatissimi a costruire posti letto di cure intermedie – ha aggiunto il governatore – per i pazienti che hanno sintomi lievi e quindi possono essere curati prima dell’ospedale o dopo il ricovero ospedaliero e siamo impegnati anche ad allestire alberghi sanitari per tutti coloro che hanno bisogno di assistenza medico-infermieristica ancora più lieve. E poi dobbiamo valorizzare il ruolo fondamentale dei medici di famiglia, che si sentono pronti ma ai quali dobbiamo chiedere scusa, come italiani, per non essere riusciti a garantire per tempo tutti i presidi di cui avevano bisogno ma purtroppo l’Italia è un paese che non ha un’autoproduzione di dispositivi, anche banali, come le mascherine. Noi ci siamo dati da fare in Toscana e le abbiamo reperite ovunque e adesso la situazione sembra essere molto migliore. Ripeto, dobbiamo garantire a tutti l’assistenza di cui hanno bisogno evitando che si ingolfino gli ospedali. Questa è la strategia della Toscana ed è la strategia vincente”.