Cassa di resistenza, il bilancio di Palp: “Abbiamo aiutato 34 famiglie”

La riflessione di Potere al popolo Lucca a un mese dal lancio dell’iniziativa di solidarietà
A circa un mese dal lancio della Cassa di resistenza Potere al popolo fa il primo bilancio. Sono 34 le famiglie, per un totale di 92 persone, che hanno beneficiato degli aiuti alimentari e di altri generi di prima necessità raccolti grazie all’iniziativa di solidarietà promossa in collaborazione con la Società popolare di mutuo soccorso Garibaldi. Ma il bilancio è anche lo spunto per una riflessione politica. “Il nostro obiettivo era ricreare anche a Lucca una forma concreta di mutualismo, resa ancora più necessaria dalla crisi sanitaria ed economica che ha colpito quest’anno il Paese e il mondo intero – spiega Palp -. Adesso è il momento di concretizzare e dare alla nostra azione una prospettiva di lunga durata”.
“Con la costante crescita di richieste di settimana in settimana siamo arrivati a consegnare a domicilio 35 pacchi con alimenti e altri generi di prima necessità, oltre a fornire due contributi per il versamento dell’affitto e uno per il pagamento di una visita medica – racconta Palp -. Il tutto per una spesa complessiva di circa 1500 euro e un totale di 34 famiglie e 92 persone beneficiarie, sia singole, che conviventi. Buona parte di queste persone sono state seguite da Potere al popolo anche con consulenze per ottenere aiuti e sussidi erogati da Comuni e Inps: nello specifico stiamo facendo domanda per due Naspi e abbiamo ottenuto i buoni spesa per una persona”.
“Ma la nostra solidarietà non è mai stata semplice assistenzialismo. Il nostro obiettivo è praticare mutualismo. Perciò è il momento di un bilancio politico – va avanti Palp -. In primo luogo, la nostra solidarietà significa resistenza. A fronte di aiuti clamorosamente insufficienti aiutare le persone a praticare i loro diritti è resistenza. Stando ai dati forniti dall’Inps, infatti, solo il 19 per cento dei lavoratori ha usufruito della cassa integrazione in deroga e quasi un milione di domande per il bonus 600 euro sono state respinte o sospese. 600 euro che, comunque, sono appena sufficienti per pagare affitto e bollette di una famiglia media. Aiutare queste persone con un pacco alimentare o con una consulenza è resistenza. Praticare solidarietà significa mettere in campo una forma di vita politica”.
“Ma questo mese ci ha insegnato anche a fare inchiesta, il punto politico più pregnante. Infatti, è stato frustrante constatare che molte delle persone che si sono rivolte a noi non avevano diritto a nessuna forma di aiuto, a causa della necessità di dimostrare la residenza e il peggioramento delle condizioni economiche dovuto all’emergenza sanitaria – prosegue Palp -. Non è scontato avere la residenza nel comune in cui si vive e purtroppo nemmeno ottenere quella fittizia prevista dalla legge, per non parlare di coloro che presentavano situazioni di grave disagio economico e sociale già prima dell’emergenza covid19. Le lunghe telefonate in cui ci vengono poste questioni sul diritto all’abitare e sul reddito hanno di fatto costruito la nostra prossima agenda politica territoriale. L’emergenza abitativa, l’impossibilità di accedere alla residenza fittizia e l’incidenza del lavoro nero e grigio, rappresentano le principali cause delle difficoltà inasprite dalla crisi sanitaria. Infine, abbiamo strutturato metodo e organizzazione: se, come diciamo sempre, vogliamo fare tutto al contrario, abbiamo provato ad ascoltare il territorio e stiamo imparando a costruire le risposte con chi ci pone le domande. Tante le persone che hanno condiviso un pezzo di strada con noi, sono state aiutate e hanno risposto mettendosi a disposizione, adesso è il momento di concretizzare e dare alla nostra azione una prospettiva di lunga durata“.