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Covid19 e inquinamento, in Toscana emerge una forte correlazione

13 maggio 2020 | 11:50
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Covid19 e inquinamento, in Toscana emerge una forte correlazione

L’analisi del sindacato datoriale Unsic sulla sovrapposizione tra aria inquinata e contagi sul territorio

C’è un collegamento tra il covid19 e l’inquinamento? La domanda se la stanno ponendo in molti. Ma le risposte dal mondo scientifico, come spesso accade, sono discordi tra loro. I temi in discussione sono tre: l’eventuale presenza del virus nell’aria inquinata, la consapevolezza comune che l’inquinamento influisca sul sistema respiratorio e cardiocircolatorio e finisca quindi a complicare gli sviluppi della malattia e la relazione tra aree inquinate e alta percentuale di contagi in quel dato territorio. Riguardo a quest’ultimo tema nell’area settentrionale della Toscana, secondo i dati dell’Unsic, emergono sovrapposizioni abbastanza nette tra inquinamento e pandemia.

L’ufficio comunicazione dell’Unsic, sindacato datoriale con 2 mila 100 Caf e 550 sedi di patronato in tutta Italia, dall’inizio della pandemia è infatti impegnato nella raccolta e nella divulgazione di dati, finalizzati a portare in evidenza alcune tematiche e ad alimentare proficui dibattiti. Dalla consulta di numerose fonti ha prodotto quindi due mappe indicative, una con i dati oggettivi della Protezione civile sull’incidenza dei casi di coronavirus (rielaborati in base al numero dei residenti per provincia), l’altra con il “peso” dell’inquinamento sempre per provincia, frutto dell’assemblaggio e della rielaborazione dei dati sulla presenza dei vari tipi di particolato.

Da una parte, in linea con i sostenitori dell’ipotesi di stretto collegamento tra inquinamento e pandemia, emergono sovrapposizioni abbastanza nette in Pianura Padana, ma pure nell’area settentrionale di Marche, Toscana e Sardegna. Inoltre nel Mezzogiorno, dove il virus ha colpito poco, si confermano i bassi indici complessivi di contaminazione ambientale. Per quanto riguarda la Toscana i dati dell’inquinamento e quelli del covid19 possono prestarsi in parte ad essere sovrapposti nell’area nord della regione. Le percentuali di contagiati da covid19 rispetto al numero dei residenti presentano scarse differenze tra le province, ad esclusione di Massa Carrara: si va da 16 ogni 10 mila residenti nelle province di Siena e Livorno, fino ai 53 di Massa Carrara, con Firenze a quota 33, Lucca 34, Pistoia 22, Pisa e Prato 21, Arezzo e Grosseto 19; sul fronte dell’inquinamento i dati provinciali sono abbastanza omogenei in tutta la regione.

Per quando riguarda l’eventuale presenza del virus nell’aria inquinata a sostenere tale tesi sono diversi ricercatori, tra cui quelli della Società italiana di medicina ambientale. Una loro recente ricerca dimostra che frammenti di Rna del SarsCov2 sono nel particolato atmosferico, cioè nel Pm, e questo fungerebbe da veicolo e amplificatore. Chi avversa la teoria, pur riconoscendo la presenza del virus nel particolato atmosferico insieme a particelle biologiche (batteri, spore, pollini, funghi, alghe, ecc.), ritiene tuttavia poco probabile che possa mantenere intatte le proprietà infettive dopo una permanenza più o meno prolungata nell’ambiente aperto. La discussione è tuttora in corso. Il secondo tema presenta, invece, più consapevolezza comune e visione omogenea tra gli esperti: dal momento che l’inquinamento generato da un’alta concentrazione di particolato influisce sul sistema respiratorio o su quello cardiocircolatorio finisce per renderli più suscettibili alle complicanze della malattia. Insomma, sulla necessità di ridurre l’inquinamento c’è concordanza. Il terzo tema, subordinato agli altri due, investe la relazione tra aree inquinate e alta percentuale di casi di coronavirus in quel territorio. Qui gli scienziati tornano ad essere divisi tra loro, anche perché non è facile stabilire con certezza una relazione.

“Talvolta i tentativi di ascrivere al solo mondo scientifico alcuni argomenti che investono la vita quotidiana di tutti noi, finiscono per produrre ermetici tecnicismi e una babele di posizioni contrapposte – evidenzia Domenico Mamone, presidente dell’Unsic -. Proprio per favorire un processo di semplificazione e di chiarezza e per assicurare il giusto risalto a tematiche centrali, come quella dell’inquinamento, il nostro Ufficio comunicazione, in una logica ‘open source’, è impegnato a produrre materiali per la libera e utile condivisione. E’ chiaro però che il rapporto con l’inquinamento, se confermato, potrebbe costituire solo una tessera di un grande mosaico: sappiamo, infatti, che sono molteplici i fattori che favoriscono la pandemia, dalla mobilità alla prossimità tra persone. Per quanto riguarda l’inquinamento, poi, oltre alla qualità dell’aria, vanno considerate le caratteristiche delle comunità residenti, ad esempio l’età media e le condizioni socio-economiche, nonché lo stato di salute preesistente e la comorbidità”.