Da albergatore a sanificatore, Bonino non cede alla crisi: “Non dormivo più la notte”



Il numero uno degli albergatori Confcommercio cambia vita e apre un’azienda: “Le mie strutture? Per ora chiuse, ma non le vendo”
Molte persone in questi tempi hanno deciso di cambiare attività, purtroppo si tratta sempre di lavoratori che fanno parte dei settori più colpiti dalla pandemia di coronavirus.
La storia di Pietro Bonino presidente del comitato albergatori di Confcommercio Lucca, è emblematica. Il settore turistico cala a picco e probabilmente la ripartenza non sarà semplice, siamo in una situazione in cui si naviga a vista e per tutto il 2020 si prevede una stagione disastrosa. Di fronte a queste difficoltà Pietro non si è dato per vinto, come in molti hanno fatto prima di lui, si è rimboccato le maniche e grazie all’aiuto di conoscenti è riuscito a mettere in piedi una nuova attività che riguarda la sanificazione dei locali. Adesso, a due mesi di distanza è pronto ad intraprendere questa nuova avventura lavorativa assieme ai suoi soci:
Il mio non è un vero e proprio cambio di attività, quella che facevo precedentemente come albergatore turistico è attualmente ferma dal 10 di marzo, data di inizio del lockdown – precisa Pietro Bonino – Fin da subito mi sono accorto che per poter riaprire le mie tre strutture che gestisco nel centro storico, avrei avuto bisogno di sanificare i locali. Mi sono messo in contatto con l’attuale socio con cui lavoro, al tempo mio consulente per la sanificazione, per capire come gestire un’eventuale riapertura. Piano piano, grazie al tempo libero che avevo, mi sono addentrato nel settore che riguarda la sanificazione, fino a che non è nata l’idea di creare una struttura che consenta alle persone di aprire le proprie attività con qualche certezza. Così è nata MBT service Srl”.
La strada per rendere realizzabile questa “idea” non è stata semplice per Pietro:
“Ci siamo resi conto che la situazione non si sarebbe risolta nei primi dieci giorni quando sono arrivate le disdette di tutte le prenotazioni avute nel 2020. A quel punto in famiglia siamo stati presi dallo sconforto, non si dormiva la notte dai pensieri che avevamo. Ci trovavamo senza lavoro, ma con un’attività da mantenere. Abbiamo però avuto la fortuna trovare delle persone che ci hanno dato fiducia, sono Carlo e Marco Matteoni che voglio ringraziare perché mi hanno dato veramente una speranza”.
La nuova attività è completamente diversa dalla precedente, i suoi soci però lavorano nel settore da molti anni:
“Uno dei settori sui quali ci stiamo concentrando sono i ricambi d’aria nei luoghi pubblici, che hanno bisogno di sanificazione. La sanificazione di un condotto d’aria non può essere fatta da chiunque, bisogna rispettare un codice Ateco, perché nel decreto viene specificatamente inserita la parola sanificazione completamente differente dalla parola igienizzazione”.
“Adesso – prosegue – stiamo aspettando la determina precisa, per adesso gli impianti di areazione devono essere tenuti spenti, in un immediato futuro siamo sicuri se ne prevederà l’uso e quindi si dovrà procedere ad una sanificazione almeno una volta alla settimana”.
La sanificazione di un locale avviene attraverso l’utilizzo di macchine nebulizzatrici nelle quali viene introdotto in vitro un prodotto verricida (prodotto a base alcolica che uccide i virus), diluito in base alle dimensioni della stanza. Le operazioni per la sanificazione si dividono in tre fasi, la nebulizzazione, l’attesa che il prodotto si posi sulle superfici e infine l’areazione del locale. La durata del procedimento varia a seconda delle dimensioni della stanza in cui viene applicata.
“Questi interventi sono correlati ad una certificazione che noi rilasciamo. Abbiamo anche un laboratorio di analisi e ci stiamo organizzando per fare dei tamponi all’interno dei locali per assicurare che dopo la sanificazione il virus non si trovi più all’interno delle stanze – spiega – Con la collaborazione di professionisti del settore abbiamo deciso di proporre la sanificazione degli impianti ad un prezzo, il più possibile, vicino alle tasche dell’utente finale”.
Che fine faranno le strutture che gestiva, come l’albergo in corte dell’Angelo?
“Le strutture che gestisco per adesso non ho intenzione di venderle – dice Pietro Bonino – rimaniamo chiusi fino a che ci è concesso dalla cassa integrazione. Dopodiché prenderemo piano piano il toro per le corna e a piccole dose reintegreremo tutti i dipendenti, sperando di non aver bisogno di rimodulare l’azienda”.