Indagini rivelano: il Volto Santo di Lucca è la più antica statua lignea dell’Occidente
La scoperta dopo l’indagine diagnostica richiesta dall’Opera del Duomo per i 950 anni della cattedrale
Quello di Lucca è il primo e unico Volto Santo e non la replica di un originale andato perduto, come si è ritenuto fino a oggi.
Questo l’esito delle indagini diagnostiche affidate a prestigiosi istituti pubblici dall’Opera del Duomo di Lucca in occasione delle celebrazioni per i 950 anni della rifondazione della cattedrale di Lucca.
La statua lignea risale all’ottavo secolo e non al XII secolo dopo Cristo e per questo si tratta della più antica statua di questo tipo dell’Occidente.
A presentare la scoperta, in cattedrale, il vescovo Paolo Giulietti, il rettore della cattedrale don Mauro Lucchesi, la consulente scientifica per le celebrazioni dei 950 anni della cattedrale, Annamaria Giusti e la ricercatrice dell’istituto nazionale di fisica nucleare Mariaelena Fedi.
Il grandioso crocifisso ligneo del Volto Santo (alto 247 centimetri), è diventato nel tempo il simbolo della città di Lucca e una delle icone più venerate della cristianità, il cui culto nel Medioevo si è esteso a tutta l’Europa creando un flusso ininterrotto di pellegrini, lungo la via Francigena, e una serie di repliche tuttora visibili in vari territori sparsi in tutto il continente, come la Svezia, la Francia, la Boemia e addirittura l’Islanda. Tale è la sua fama che in Inghilterra, nel 1087, il re Guglielmo II presta solenne giuramento in nome del Volto Santo. Anche Dante lo cita più tardi nella Divina Commedia. Considerato miracoloso, un’opera acheropita (non realizzata da mano umana), si ritiene sia la vera immagine di Cristo.
La leggenda
Il manoscritto latino che racconta la leggenda del Volto Santo è conservato nell’archivio di Stato di Lucca e narra fatti avvenuti nell’VIII secolo e vissuti con i propri occhi dall’autore, Leobino, personaggio che però manca di riscontri nei documenti storici. I fatti raccontano del vescovo Gualfredo, durante un pellegrinaggio in terra santa, riceve la visita di un angelo in sogno, che lo esorta a ricercare una scultura lignea raffigurante le vere fattezze di Gesù, realizzata da Nicodemo suo discepolo. Trovata l’opera Gualfredo decide di imbarcarla su una nave guidata da mano divina, per farla giungere in Italia. La nave si avvicina al porto di Luni e rimane al largo, inutili sono i tentativi degli abitanti di impadronirsi dell’imbarcazione, ogni volta che viene avvicinata questa si allontana di nuovo. Un’altra persona riceve in sogno la visita di un angelo, Giovanni vescovo di Lucca, personaggio realmente esistito che è stato vescovo della città dal 781 all’800. Giovanni si reca al porto di Luni seguendo i suggerimenti avuti in sogno dall’angelo e l’imbarcazione si offre a lui rivelando il suo prezioso carico. Nasce una contesa tra la città di Luni e Lucca su chi ha il diritto a ricevere un tale dono, Giovanni decide di donare a Luni un’ampolla con il sangue di Cristo, in questo modo il Volto Santo può così arrivare a Lucca, dove viene collocato nella chiesa di San Martino.
Indagini diagnostiche
Gli esami sono stati eseguiti con il metodo del carbonio 14 nella sede di Firenze dell’Istituto nazionale di fisica nucleare CHNet – Cultural Heritage Network.
“Nei secoli passati è stato scritto molto sul Volto Santo – dice Annamaria Giusti, consulente scientifica per le celebrazioni, già direttrice all’Opificio delle Pietre Dure – ma sempre in termini di fede e religiosità. Solo nel XX secolo ha preso avvio un nutrito dibattito critico sulla sua datazione. L’opinione prevalente era che si trattasse di un’opera da datare nella seconda metà del XII secolo. Non si poteva però sorvolare sul fatto che la sua esistenza è documentata in epoca più antica (il primo documento che lo cita risale al 1050) quindi si era ipotizzato che si trattasse della seconda versione di un più antico Volto Santo, andato per qualche ragione distrutto. Finalmente la sua accertata antichità chiude l’annoso e controverso problema sull’epoca di esecuzione di quest’opera, che ora possiamo considerare la più antica scultura lignea dell’Occidente arrivata fino a noi”.
“La tecnica del radio carbonio o carbonio 14 è la più conosciuta per datare reperti di origine organica come legno e tessuti – spiega la dottoressa Mariaelena Fedi ricercatrice dell’isituto nazionale di fisica nucleare – La tecnica consiste nel misurare la concentrazione residua del radiocarbonio nel materiale sapendo quanto è la quantità di carbonio quando il materiale cessa di vivere. La quantità è sempre piccolissima e per poterla misurare occorre un acceleratore di particelle. Per poter procedere con questa tecnica bisogna prelevare dei campioni dall’opera, si tratta quindi di una misura micro invasiva, con dei prelievi di pochi milligrammi di materiale fatto in più punti, con l’accortezza di non pregiudicare la funzionalità dell’opera stessa. In questo caso sono stati prelevati tre campioni di legno in punti lontani l’uno dall’altro, in questo modo è possibile verificare anche, se ci sono stati eventuali interventi successivi. Oltre ai campioni di legno è stato prelevato anche un campione dalla tela, questa analisi è la più importante perché fornisce una datazione più possibile vicina a quella di produzione dell’opera”.
I risultati dell’analisi del tessuto ha fornito una datazione che si inserisce in un intervallo di tempo compreso fra il 770 e 880 d.C., i campioni di legno hanno dato un ulteriore riscontro, fornendo risultati compatibili con la datazione della tela. È quindi certo che i materiali del Volto Santo sono precedenti all’anno 1000.
“Per la comunità cristiana di Lucca, grazie ai pellegrinaggi lungo la via Francigena, e per l’intera cristianità occidentale – dice Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca – il Volto Santo non è solo uno dei tanti crocifissi di cui è costellata la nostra Italia e la nostra Europa; è una reliquia, un ‘ricordo vivente’ del Cristo crocifisso e risorto. Un memoriale che affonda le sue origini nell’antichità, come l’annuncio di oggi ci conferma, e che ha lasciato tracce indelebili nella cultura, nella spiritualità di Lucca e dell’intero continente. Questa immagine così antica è capace di dare ancora oggi il messaggio della ‘Salvezza’ che viene da Gesù di Nazareth, crocifisso per amore e risorto nella potenza di Dio”
In autunno proseguiranno le celebrazioni per i 950 anni dalla rifondazione della Cattedrale di Lucca. Tra le tante iniziative in programma (convegni, mostre, videoproiezioni) proseguiranno i lavori per la messa a punto della Cappella di Sant’Apollinare, dove è conservato il sepolcro di Ilaria del Carretto, capolavoro di Iacopo della Quercia. Il progetto mira a ripristinare le caratteristiche architettoniche dell’ambiente, che risale al 1401, valorizzando il monumento marmoreo grazie anche a una nuova illuminazione.