Scuola, nasce un direttivo dei precari della scuola toscana: “Si modifichino i criteri del concorso straordinario”

Le richieste degli insegnanti non di ruolo: in provincia di Lucca rappresentano circa il 50 per cento del corpo docente
Nasce un direttivo di precari della scuola toscana e continua la protesta in vista del prossimo anno scolastico.
“Il direttivo – spiega una delle componenti del direttivo – si fa portavoce dei malumori di molti precari toscani. Nella fattispecie rappresentiamo circa un migliaio di persone ma stiamo crescendo nei numeri minuto dopo minuto. Per dare due numeri a Lucca i precari sono poco meno del 50 per cento dell’intero corpo docente e sono pari a circa 3mila persone, con una situazione di maggior gravità rispetto ad altre province dove invece diminuiscono al 20-25 per cento. Tendenzialmente in Toscana circa un docente su 4 è precario. La situazione peggiora nelle cattedre del sostegno che risultano essere affidate a precari in misura ancora maggiore”.
“Abbiamo elaborato un comunicato – dicono ancora dal direttivo – che vuole spingere sulla modifica dei criteri del concorso straordinario per il ruolo che è stato reso difficile tanto quanto l’ordinario, laddove doveva essere semplificato (non scendo nei dettagli). Viene chiesta per coloro che hanno 36 mesi di servizio sia l’assunzione per titoli e servizi e per chi resta fuori un percorso abilitante con definizione di una graduatorie a scorrimento cui attingere per le assunzioni future. Laddove la direttiva europea imporrebbe l’assunzione a tempo indeterminato e fine. Inoltre viene chiesta l’immediata non applicazione dei nuovi criteri statuiti dalla ministra per l’inclusione nelle graduatorie (senza interpellare nessuno) e che andranno a stravolgere le passate graduatorie. Criteri che inoltre non danno più i punteggi previsti per i master ed i corsi che molti precari hanno sostenuto negli ultimi 3 anni e che hanno soprattutto pagato con il benestare del ministero stesso”.
“È bene che la collettività – conclude – ed in primis i genitori degli studenti, già molto arrabbiati per la didattica a distanza, sappiano che a settembre oltre al rischio della Dad avranno anche il rischio certo di non avere i docenti in aula o in video”.