Canale Ozzeri, in corso le operazioni del Consorzio per rimuovere pianta infestante

19 agosto 2020 | 15:54
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Canale Ozzeri, in corso le operazioni del Consorzio per rimuovere pianta infestante
Canale Ozzeri, in corso le operazioni del Consorzio per rimuovere pianta infestante
Canale Ozzeri, in corso le operazioni del Consorzio per rimuovere pianta infestante

Il presidente Ridolfi: “Una minaccia per l’ecosistema e per la sicurezza idraulica del territorio”

Non è una manutenzione di routine quella che il Consorzio 1 Toscana nord sta compiendo in questi giorni nel Canale Ozzeri, nella zona sud di Lucca, ma un intervento mirato e specializzato per combattere l’espansione di una pianta aliena che sta proliferando anche a due passi dalle Mura urbane.

La specie è ben nota ai tecnici del Consorzio che da anni ne studiano gli effetti in altre zone del comprensorio, cercando di contrastarne lo sviluppo applicando tecniche di contenimento concordate con gruppi di studio dell’Università di Pisa e di Firenze. In questo periodo dell’anno, complici i cambiamenti climatici e le alte temperature, la pianta si sta diffondendo anche in uno dei principali corsi d’acqua lucchesi, diventando una presenza ben visibile pure agli occhi dei meno esperti. La presenza dei ciuffi verde brillante del millefoglio ha quindi allarmato il Consorzio che ha deciso di avviare tempestivamente interventi di rimozione, per cercare di prevenire una fioritura incontrollata in tutta la zona. Il millefoglio americano (Myriophyllum aquaticum) è una specie aliena, cioè appartenente ad altri ecosistemi e come spiegano gli studiosi, proprio per questi motivi una volta trovate le condizioni climatiche ideali, si sviluppa molto rapidamente, invadendo i nuovi territori e soffocando tutte le altre specie vegetali che incontra.

“Stiamo lottando da anni contro l’invasione di questa specie, supportati dagli studi scientifici condotti da ben due team universitari – spiega il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi –. Al momento l’eradicazione frequente anche nelle fasi iniziali si è dimostrata la tecnica più efficace per indebolire la pianta contenerne lo sviluppo. Una soluzione che comporta alti costi di gestione e tante energie da destinare unicamente a questo scopo. Ad essere minacciato non è solo il delicato equilibrio ambientale dell’ecosistema, ma anche la sicurezza idraulica del territorio: basta pensare cosa accadrebbe in caso di un’eventuale piena, se il tappeto di piante non venisse rimosso. Per questo, tale attività rappresenta per noi una priorità”.