Manifattura sud, l’art director Raimondi: “Si utilizzi progetto come punto di partenza”

11 settembre 2020 | 14:56
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Manifattura sud, l’art director Raimondi: “Si utilizzi progetto come punto di partenza”

Secondo il designer “chiedere più tempo è il modo per affondare la proposta”

“Di fronte ad un’opportunità, chi amministra la città e la politica ha il dovere non solo di volare alto ma di operare responsabilmente con le giuste mediazioni affinché i progetti si possano concretizzare”.  Ad affermarlo, con un riferimento evidente alla ex Manifattura Tabacchi, è Domenico Raimondi, art director and creative designer lucchese, nonché promotore di numerose iniziative di ‘contaminazione’ fra arte e solidarietà.

Secondo Raimondi, “la disponibilità di un investitore esterno è indispensabile alla realizzazione dell’operazione e –  questo spesso il dibattito lo dimentica – comporta necessariamente un ‘dare avere’, un concedere in cambio di risorse e fattibilità. Un’opera di mediazione indispensabile tra le necessità della città e il ritorno economico di chi sostiene un investimento”.

“Immaginare a Lucca investitori economici esterni pronti a soddisfare i desideri della città senza un tornaconto – prosegue Raimondi – così  come sognare ulteriori investimenti pubblici, significa scegliere di non essere realisti. Una proposta di progetto di finanza c’è ed è certamente migliorabile. Che lo si utilizzi come un punto di partenza, invece che tentare di affondarlo. È una proposta che ha una caratteristica preziosa e non trascurabile: la territorialità del proponente e la sua credibilità. Forse l’unico. O davvero si crede che fuori dalle mura ci sia la fila?”.

“Personalmente – afferma Domenico Raimondi – mi limito ad auspicare un intervento meno timido, dove architettura e design sappiano dare una risposta originale ad un’area soggetta a vincolo storico. Ciò darà una spinta anche nel pensare funzioni e servizi per le future generazioni”.

“Anche in occasione dell’ultimo consiglio straordinario – conclude – più che il futuro della città pare interessare l’eventuale débâcle dell’attuale amministrazione su una porzione di immobile (perché è giusto ricordare che le critiche si rivolgono a un progetto che riguarda solo una parte dell’ex manifattura e non il suo complesso) che giace inerte da 20 anni. Chiedere ulteriore tempo di riflessione è chiaramente il modo per poter dire tra alcuni mesi ‘ecco, hanno avuto 10 anni e non ci sono riusciti’. E infatti nuove indicazioni progettuali concrete e suggerimenti economici utili alla realizzazione non ci sono. I critici, gli stessi che denunciano la mancanza di visione e di sogni per la città, per l’ennesima volta si sono limitati a dire cosa non si può e non si deve fare. Un po’ poco per chi dice di avere a cuore il futuro della città”.