Movida, Sarti Magi: “Chiuso il Barino di Giò? Un punto a favore di chi vuole Lucca morta”

2 ottobre 2020 | 17:54
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Movida, Sarti Magi: “Chiuso il Barino di Giò? Un punto a favore di chi vuole Lucca morta”

La riflessione del giovane attivista lucchese sulla vita e la ripartenza delle attività commerciali nel centro storico

Chiuso il Barino di Giò? Un punto a favore di chi vuole Lucca morta”. Parte dal sequestro del locale di corso Garibaldi la riflessione di Michele Sarti Magi sulla movida lucchese.

Sono anni che mi batto a favore di una Lucca viva, soprattutto la sera – spiega Sarti Magi -. La chiusura del barino di Giò è ‘un punto’ a favore di chi vorrebbe una Lucca morta. Sono arrivati in 12 agenti di polizia, neanche un attentato. Ora ci sono 15 persone in più a casa. Motivo? I residenti lamentavano troppo disturbo. E in un momento delicato come questo, dove i commercianti, con speranza e molti sforzi, stanno cercando di far ripartire le attività dopo l’incubo del lockdown, abbiamo veramente bisogno di vedere questi schiaffi al commercio?”.

“I residenti si lamentano – va avanti Sarti Magi -. Ma i residenti sono gli stessi che che tirano le secchiate d’acqua all’uscita dei ragazzi del liceo artistico, quelli del comitato Vivere il centro storico che vorrebbero trasformare Lucca in un cimitero urbano, quelli che si lamentarono del fatto che, dopo il lockdown, avevano dato più spazio esterno ai commercianti, quelli che non vogliono il Summer Festival e i Comics. Ci sono molte testimonianze del fatto che il disturbo non veniva creato dal locale, ma dalle persone, che dopo la chiusura del bar, anche nelle vie limitrofe, continuavano ad urlare“.

“Chiudono negozi storici per via della crisi economica causata dal Covid, ora aggiungiamo anche quelli presi di mira dai residenti? – prosegue Sarti Magi -. Sarà un ragionamento di pancia il mio ma il dispiacere ce l’ho. Perché non vedo una grinta comune nel voler dare vita alla nostra città. Serve una convivenza comune e civile, con la consapevolezza che il centro storico di una città come Lucca, per fattori di turismo, commercio e sociale, è il cuore pulsante e vivo della città. Così deve essere. Chi vuole la pace perenne è ben accolto a Matraia, al Convento dell’Angelo o nelle Pizzorne. E, dall’altra parte, chi vuole il caos perenne, si trasferisca a Las Vegas o in una gabbia di scimmie. Ci vuole equilibrio, senso civico e spirito di squadra per aiutare il commercio cittadino. E infine colgo l’occasione per sottolineare quanto è importante, soprattutto in questo periodo, fare le piccole spese, le piccole compere, nei piccoli negozi cittadini o di quartiere. Sono quelle le categorie che, in questo momento, hanno bisogno di essere maggiormente aiutate e sostenute”.