Chiudono le piscine, Casali (Circolo Nuoto Lucca): “Terrorismo psicologico sulle nostre attività”

26 ottobre 2020 | 19:52
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Chiudono le piscine, Casali (Circolo Nuoto Lucca): “Terrorismo psicologico sulle nostre attività”
Chiudono le piscine, Casali (Circolo Nuoto Lucca): “Terrorismo psicologico sulle nostre attività”
Chiudono le piscine, Casali (Circolo Nuoto Lucca): “Terrorismo psicologico sulle nostre attività”

Il presidente dell’associazione: “Ora servono stop agli affitti e linee guida chiare per la riapertura”

Palestre e piscine, stessa sorte prevista nell’ultimo decreto: chiusura forzata dell’attività e sospensione con la speranza che la serrata si limiti ad un solo mese. Le premesse in realtà c’erano tutte e all’interno del Consiglio dei ministri la discussione sui centri sportivi già una settimana fa era stata fonte di un lungo braccio di ferro tra il ministro di riferimento e il comitato scientifico.

Adesso il provvedimento ha avuto l’ufficialità ed è stato inserito all’interno dell’ultimo decreto del governo. Sul territorio comunale la piscina dell’Iti, gestita dal Circolo Nuoto Lucca aveva riaperto i battenti a fine giugno e adesso si trova nelle condizioni di sospendere nuovamente l’attività.

“Morale basso, ma meglio di qualche giorno fa – dice il presidente del Cnl, Pietro CasaliStavamo andando in direzione di una tragedia economica, il fatto che abbiano chiuso le piscine per noi è il male minore”.

“Voglio spiegarmi meglio – precisa – una delle cause più gravi della situazione economica che stiamo vivendo, a mio parere, è dovuta al terrorismo psicologico che si è creato in queste ultime settimane. Una comunicazione inadeguata che crea paura. Si chiede ai cittadini di limitare gli spostamenti, di stare in casa, di non uscire: è chiaro che alle attività commerciali non rimane che chiudere. Questo stillicidio viene alimentato dalle statistiche e allarmi sul numero dei contagiati, su quante persone sono ricoverate e quanti posti sono occupati nelle terapie intensive. Senza contare che una settimana fa è stato fatto un annuncio in cui c’era incertezza se chiuderci o meno, è normale che a quel punto anche chi è appassionato di nuoto ci pensa due volte prima di andare in piscina, allora chiudiamo e festa finita”.

Una grossa fetta di responsabilità, secondo Pietro Casali, è da imputare “alle strategie politiche scelte, che non soltanto si sono concentrate su settori che non si sono mai dimostrati a rischio, ma non sono riuscite a risolvere i problemi nemmeno dove si è intervenuti”.
“Il governo – spiega – ha puntato il dito sul nostro settore, ma noi non abbiamo avuto nessuna segnalazione di contagi nella nostra piscina, a mio avviso i problemi a cui si doveva dedicare erano altri, i trasporti pubblici, gli ospedali e la scuola”.

La riapertura nel periodo estivo aveva fruttato, sono mesi in cui la piscina Iti non ha un grande fatturato e gli incassi erano stati modesti, ma comunque c’erano stati. Non si può, come al solito, paragonare le entrare a quelle degli anni precedenti, però la situazione faceva ben sperare.

Del periodo estivo non mi posso lamentare, si sa bene che i risultati sono scarsi, ma anche le spese sono poche, di conseguenza ci siamo barcamenati e gli incassi, anche se non paragonabili agli altri anni, ci sono stati comunque – afferma Casali – A settembre abbiamo perso il 30 per cento, ma se questa fosse stata la situazione di tutto l’anno, avrei potuto dire di aver salvato il salvabile. Il problema è arrivato ad ottobre che la perdita è stata intorno al 50 per cento e si è concretizzata negli ultimi dieci giorni. Questo dimostra, in modo lapalissiano, che la campagna di informazione fatta dal governo stava cacciando i clienti. Di conseguenza meglio la chiusura”.

Linee guida fumose e una comunicazione non chiara, secondo Casali, hanno contribuito notevolmente a incrementare questa discesa verso il baratro.

“Negli ultimi giorni le linee guida sono diventate poco chiare e noi abbiamo subito notevoli difficoltà, le regole della Fin stabilite non valevano più e le uniche valide erano quelle del Cts che risultavano ancora più stringenti, tanto che avevamo ridotto il numero di corsie – spiega il presidente del Circolo Nuoto Lucca – La cosa ha scoraggiato molti clienti a ritornare in piscina, si fa attività sportiva per rilassarsi, non si può far sentire troppo il fiato sul collo. La mascherina è un conto, ma il controllo costante su ogni passo che viene fatto all’interno, è deleterio per questa attività. Durante l’estate, per rispettare i regolamenti abbiamo fatto degli investimenti, che adesso si sono rivelati inutili. Questo è dovuto alla cattiva comunicazione della politica, non c’è chiarezza all’interno delle regole. Dovrebbero chiedere informazioni a chi opera in questo settore”.

Per il futuro l’orizzonte purtroppo non è roseo, non si sa quando finirà l’emergenza e purtroppo si naviga a vista.
In questo momento manca un piano per il futuro – spiega ancora – non si può che vivere alla giornata, siamo senza una strategia. Non penso proprio che questa situazione duri solo un mese, secondo me non ci faranno riaprire a dicembre e saremo costretti a rimanere chiusi per più tempo. Noi comunque, appena si potrà riapriremo sia la piscina che la palestra”.

Ma quali sono gli interventi che potrebbero alleggerire la situazione e dare un po’ più di respiro al settore?
Soppressione totale degli affitti – propone – che sono una delle voci più gravose sul bilancio, fare in modo e maniera che questo periodo di chiusura non porti a delle spese in più. Anche la ripartenza dovrà essere con poche voci nelle linee guida, in modo che sia tutto chiaro e preciso, se ci saranno ancora contagi piuttosto rimandare l’apertura ad un periodo migliore”.