Lavori per la galleria coperta, il comitato di San Concordio insorge



Il gruppo di cittadini: “Pronti a denunciare il mancato rispetto del vincolo di non consumo di suolo”
“Grandi mucchi di terra, misti a macerie e pezzi di asfalto”. E’ quanto apparso nei giorni scorsi in via Savonarola sul prato tra l’Esselunga e il laghetto dei Chiariti e per il comitato Per San Concordio non ci sarebbero dubbi.
“E’ l’inizio dei lavori per la costruzione della galleria coperta, una lunga strada di cemento – affermano dal comitato -, coperta da una tettoia di acciaio, progettata dall’architetto Pellegrini per conto del Comune di Lucca, che secondo il progetto finanziato con oltre due milioni di euro dei Quartieri Social dovrebbe collegare via Savonarola e piazzale Moro”.
“Questa strada pedonale e ciclabile, larga quattro metri, attraversa il parco didattico della Montagnola – affermano dal comitato -, taglia in due e riduce lo spazio dei campi da calcio del Lucca 7 e riempie l’ultimo pezzetto rimasto dei Chiariti, ove viene anche realizzato un parcheggio su prato armato. La zona è bassa, soggetta ad allagamenti, strada e parcheggio verranno realizzati con imponenti riempimenti del terreno ed innalzamento del piano di campagna, e la galleria di acciaio poserà su possenti fondazioni e plinti in cemento armato”.
“Perché rovinare in maniera così irreversibile queste zone verdi? Già troppi parcheggi, da quelli dell’Esselunga al Bricocenter – commenta il gruppo di cittadini -, hanno seppellito l’originaria area umida dei Chiariti, che bisogno c’era di farne altri anche nell’ultimo piccolo lembo di terra rimasto intatto? E che dire del previsto abbattimento di una quarantina di alberi all’interno del parco didattico Montagnola, alberi grandi e sani che saranno sacrificati per far posto alle pensiline annesse alla galleria coperta? Come è possibile che il Comune utilizzi i fondi destinati alla riqualificazione della aree verdi, che già a S.Concordio sono poche, per cementificarle? Eppure il bando della presidenza del Consiglio che ha predisposto il programma di riqualificazione delle periferie con cui sono stati finanziati i Quartieri Social dice espressamente che gli interventi finanziati non devono prevedere consumo di suolo”.
“Metro alla mano, abbiamo calcolato che sommando quanto suolo occupa la galleria coperta, che è lunga 300 metri e larga 4, le sue due grandi tettoie che si diramano verso le entrate della scuola media, le cementificazioni che già sono state fatte al parchino Saharawi – insistono dal comitato – e le pavimentazioni previste nelle residue zone verdi dell’area Gesam, avremo a S.Concordio, con i lavori finanziati dai Quartieri Social, oltre 4.000 (quattromila) metri quadri di consumo del suolo. Quattromila metri quadri che rientrano a pieno titolo nei due metri quadrati al secondo, 14 ettari al giorno, che vengono cementificati in Italia secondo l’Ispra, l’ente governativo che monitora il consumo di suolo. Lo stesso Ispra nel suo rapporto annuale del 2019 afferma che i dati sono allarmanti perché si tratta, come sta avvenendo anche a S.Concordio, non di consumo di suolo abusivo, ma autorizzato dai Comuni, e che, che nonostante la crisi edilizia e il calo della popolazione, invece di fermarsi, aumenta ogni anno”.
“Per fermare l’assurdità della costruzione di questa galleria coperta, che sembra servire solo a spendere soldi e rovinare l’ambiente, il Comitato Per S.Concordio ha in programma una serie di iniziative che denuncino il mancato rispetto del requisito della assenza di consumo del suolo richiesto dal bando ministeriale e il mancato rispetto delle linee guida del Ministero dell’ambiente sulla progettazione delle aree verdi, aspetto che i cittadini hanno già evidenziato nella interrogazione consiliare presentata oltre un mese fa a cui il Comune ancora non ha risposto”.