Laurea con lode e nemmeno uno stage, il racconto di una lucchese finisce a Le Iene

10 dicembre 2020 | 12:03
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Laurea con lode e nemmeno uno stage, il racconto di una lucchese finisce a Le Iene

L’emergenza covid ha messo ancora di più in ginocchio una generazione già fortemente colpita dalla crisi economica

E’ giovane, laureata con lode e senza uno straccio di lavoro. Rabbia, quella di una giovane e brillante studentessa lucchese, che è arrivata persino davanti alle telecamere della trasmissione Le Iene.

Giulia Biagini, 27 anni e una lode in comunicazione digitale alla Sapienza arrivata proprio in pieno lockdown, purtroppo è il simbolo del dramma di migliaia (forse milioni?) di neolaureati adesso messi ancora di più in ginocchio dall’emergenza sanitaria.

Ho mandato oltre mille curriculum – ha raccontato la giovane lucchese ai giornalisti delle Iene – nessuna risposta. Sono andata a lavorare per un’agenzia immobiliare a 500 euro al mese, altri compagni di università fanno i camerieri o le commesse. Siamo come fantasmi, senza un presente e senza un futuro: possibile che il governo non si occupi anche di noi giovani?”.

Purtroppo quella dei neolaureati è una generazione che la pandemia ha tagliato fuori dall’inserimento nel mondo del lavoro, tra stage cancellati e aziende in crisi che adesso non vogliono – e non possono – proprio assumere.

La pandemia mi ha fregato – racconta la ragazza – All’inizio mandavo curriculum per stage e per lavoro cercando su Roma o sulla Toscana e selezionando le aziende che mi interessavano di più. Poi ho iniziato a mandarli ovunque, mi sono iscritta a qualsiasi tipo di sito per cercare lavoro e stage. Non ho ottenuto nulla”.

E le sfighe, si sa, vanno a braccetto: “C’era casa da pagare la casa di Roma e ho preso pure il coronavirus. Ho passato un mese terribile malata, con febbre alta, tosse e bassa saturazione, isolata in camera, con il mio medico di famiglia che da fuori sede ovviamente non mi poteva aiutare. In estate ho lavorato un po’, poi con la ripresa dell’epidemia il lavoro è finito. È un destino comune: sono in contatto con una ventina di amici che si sono laureati nel mio stesso periodo e con voti alti: stanno lavorando come camerieri, baby sitter, commessi… Ora sono tornata a Lucca, vediamo con gli spostamenti se riesco almeno a finire il trasloco”.

“Capisco perfettamente il dramma del coronavirus, l’ho pure preso, e soprattutto quello dei tantissimi morti ma esistiamo anche noi giovani senza futuro in mezzo alla crisi – conclude la giovane lucchese – Ci troviamo come in fondo a un fossato, senza un presente e senza un futuro, mentre il mondo del lavoro sembra morto. Adesso non c’è nemmeno la possibilità di fare uno stage. Le aziende non hanno soldi per assumere, figuriamoci per formare. La tentazione di arrendersi è forte. Farò la commessa, speriamo, con 110 e lode alla Sapienza? Niente di male, per carità, e non è semplice nemmeno trovare quel lavoro, ma avevo investito la mia vita per un percorso diverso”.