I preti e i diaconi: “Il Natale aiuti a ritrovare fiducia e speranza”

20 dicembre 2020 | 07:00
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I preti e i diaconi: “Il Natale aiuti a ritrovare fiducia e speranza”

Lettera ai fedeli: “Giuseppe e Maria insegnano a guardare all’orizzonte”

Riconoscere nel Natale la speranza per il futuro e nelle figure di Maria e Giuseppe un messaggio di speranza. E’ questo l’invito che i preti e diaconi della diocesi di Lucca lanciano ai fedeli in una lettera.

“Cari fratelli e care sorelle – si legge -, le nostre strade ormai da settimane sono illuminate, in molte case sono stati realizzati con fantasia o semplicità i presepi e addobbati gli alberi natalizi che allietano o almeno addobbano, rendendola festosa, la casa, con lo scopo di allietarci. Ma funzionano? Riusciamo a mascherare le inquietudini, i disagi, le paure e le incertezze, i problemi con qualche lampadina e qualche pastorello? Emergenza sanitaria a parte, sono molte le ombre che offuscano le nostre strade e le nostre case e rendono la nostra quotidianità faticosa; il virus in questi mesi ci ha gettati in una situazione di maggiore solitudine, sfiducia e sono molti quelli che vedono l’orizzonte del futuro in maniera meno chiara. E allora, a maggior ragione quest’anno, che senso ha fare festa, celebrare il Natale?”.

“Quest’ultima domenica di avvento – spiegano i preti e i diaconi -ci riporta alla narrazione natalizia: a due ignoti e ignari giovani di un remoto villaggio della periferia di un piccolo regno ai confini dell’Impero Romano, Dio rivolge la sua parola e annuncia una salvezza, il compimento di antiche promesse. Maria e Giuseppe, due poveri giovani con un progetto per il futuro, vedono la loro vita stravolta da un altro progetto, quello di Dio, che va oltre i confini della loro casa di Nazareth e abbraccia l’umanità di ogni tempo. Maria ci viene descritta come una ragazza che nella sua semplicità ha il coraggio di lasciarsi turbare, stupire dalla novità di un Dio che si fa carne, e pone domande, vuole capire come, perché la sua non è una fede banale e remissiva ma una fiducia autentica e intelligente; Maria donna che ha il coraggio dell’ascolto e non rinuncia alla sua vita, alla sua libertà, ma liberamente sceglie e trova la sua pienezza in un progetto di amore che va ben oltre i confini del suo quotidiano. E Giuseppe, “uomo giusto” che di mestiere è falegname, non distrugge e annienta tutto per orgoglio ed egoismo ma con prudenza discernere ciò che di nuovo si sta affacciando nella loro vita, riconosce con cuore sincero la bontà di ciò che gli accade e umilmente sa prendersene cura e così si fa costruttore di speranza, di futuro”.

“Maria e Giuseppe – si spiega – ci invitano a guardare all’orizzonte e ad aguzzare la vista, a non nasconderci nei dubbi e nelle paure, a sollevare la testa e guardare con fiducia ciò che ci sta davanti e chi ci sta davanti. Anche il Vescovo Paolo nella sua lettera per questo Avvento ci invita ad un orizzonte di esistenza alto: ‘Avere grandi desideri non è utopia, ma la sola garanzia per non accontentarsi semplicemente di sopravvivere. Coltiva i tuoi sogni di bene: sentirai rinascere la voglia di spendere la vita per qualcosa di veramente valido’. A chi ha sete di senso per la loro vita, ha desiderio di qualcosa o qualcuno che porti loro luce, ha un sogno da realizzare, il Natale ha qualcosa di bello da dire, da comunicare: come la giovane coppia di Nazareth mettiamoci in ascolto sincero di ciò che accade nella nostra vita, prendiamola in mano così come è, giochiamola fino in fondo per un progetto autentico di amore, alla ricerca della pienezza, alla ricerca della felicità”.