Senso unico a Pontetetto, comitato e associazione: “Dal Comune scelte schizofreniche”

I cittadini: “Il modo di procedere ci fa pensare che l’amministrazione non abbia a cuore la soluzione definitiva del problema”
Senso unico in viale San Concordio a Pontetetto, il comitato viabilità e ambiente e l’associazione Pons Tectus prendono le distanze dalle decisioni del Comune, definendo il suo modo di procedere “schizofrenico”.
“È dal 2016 – si legge in una nota – che, come associazioni dei cittadini di Pontetetto, siamo impegnati a sensibilizzare l’amministrazione comunale sulla situazione critica del traffico sul viale San Concordio. Questo nell’interesse di tutti e con lo scopo di tutelare la salute di residenti e commercianti: non abbiamo mai voluto una contrapposizione tra le parti in causa. Nel 2017 a seguito di rilievi eseguiti dalle nostre associazioni, l’amministrazione comunale aveva adottato la soluzione di un semaforo intelligente, di quelli che si attivano quando vi sono veicoli che accedono dalle vie traverse, ma i commercianti avevano bocciato questa soluzione e il Comune aveva rinunciato ad intervenire con soluzioni alternative“.
“Nel 2018 – proseguono associazione e comitato – dopo innumerevoli segnalazioni, richieste e solleciti, siamo infine riusciti ad ottenere la misura del rumore e l’Arpat ha certificato uno sforamento di 5,3 dB nel periodo diurno e di 9,8 dB nel periodo notturno rispetto ai limiti di legge, conseguenza di un traffico medio giornaliero di oltre 20.000 veicoli. A marzo 2019 l’Arpat ha trasmesso all’amministrazione comunale la relazione da cui emerge il ‘netto superamento sia del limite notturno sia del limite diurno’ e che “ai sensi della legge 447/95, l’ente gestore, quindi in questo caso il Comune, ha l’obbligo di predisporre un piano di contenimento e abbattimento del rumore ove siano indicate le modalità, i tempi e i costi per gli interventi necessari a riportare i livelli assoluti di immissione entro i limiti stabilitiì. Si ricorda in proposito che studi e ricerche eseguiti dall’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che il superamento dei livelli di legge del rumore ha pesanti effetti diretti sulla salute delle persone. A distanza di 20 mesi dalla comunicazione dell’Arpat, nonostante i numerosi incontri con sindaco e assessori, i continui solleciti inviati e protocollati, la raccolta di firme per segnalare le difficoltà dei residenti ad immettersi sul viale San Concordio dalle vie adiacenti, le lettere inviate tramite studi legali e i solleciti ricevuti dal Difensore Civico, l’amministrazione comunale a novembre 2020 non aveva ancora presentato il piano previsto per legge”.
“E’ in questa situazione di assoluta inconcludenza – si legge nella nota – che matura la netta sensazione che l’amministrazione comunale non abbia interesse a risolvere il problema del traffico e del rumore e si decide di procedere con un esposto alla Procura della Repubbilca di Lucca con l’assistenza e il supporto dell’Aducons Law e Food di Via del crocifisso. E in effetti, dopo un lungo periodo di omissioni, a seguito del nostro esposto il Comune sta finalmente prendendo in esame la questione. Purtroppo in modo affrettato e poco strutturato. In merito alle soluzioni adottabili per ridurre traffico e rumore, le nostre associazioni sottolineano che hanno deciso di evitare di suggerire gli strumenti da adottare, che rimangono di pertinenza dei tecnici”.
“Vogliamo quindi prendere le distanze – conclude la nota – da questo modo di procedere fatto in modo schizofrenico che contestiamo in quanto non fa che creare confusione: pochi giorni fa la soluzione era l’asfalto fonoassorbente, oggi il senso unico. Noi abbiamo chiesto che sia fatto quello che prevede la legge e cioè predisporre un piano di contenimento e abbattimento del rumore. Questo piano deve avere carattere scientifico (ossia verificabile) basato su criteri oggettivi e redatto da professionisti qualificati del settore e ci aspettiamo che prima di disporre nuovi interventi affrettati e dannosi sia fatta una seria e approfondita analisi sui possibili risultati e sulle ricadute delle soluzioni adottabili”.