Viale San Concordio, i nuovi limiti alla velocità ancora ignorati

Lo sfogo di una residente di Pontetetto che ha rischiato di essere travolta mentre attraversava le strisce
“Finché qualcuno non si fa male non cambierà niente”. Un modo di dire usato spesso quando in una comunità prevale il senso di abbandono. Tuttavia sul viale San Concordio ci si limita ormai al solo “tanto non cambierà mai niente”, perché i residenti non sanno più se provare rabbia o sconforto per l’indifferenza delle auto agli attraversamenti pedonali.
Un problema non risolto dal limite di velocità di 30 chilometri orari introdotto recentemente, come testimonia l’episodio di lunedì (11 gennaio) agli – sfiorati – danni di una residente a passeggio che sulla via di ritorno a casa, alle 18 ha attraversato le strisce fra il negozio Il Lenzuolo e Donaflor parrucchieri, rischiando di essere investita. La dinamica si ripete uguale da anni: “E’ sempre la stessa storia. Si ferma la macchina a ridosso delle strisce e quella dietro la sorpassa, mi vede in mezzo alla strada e accelera. Invece di fermarsi, tira letteralmente a dritto – racconta la residente – Dico ‘sempre la stessa storia’ non tanto per dire. Abito sul viale San Concordio da più di 30 anni, e il problema dell’indifferenza dei mezzi agli attraversamenti pedonali c’è sempre stato. Ogni componente della mia famiglia ha rischiato di rimanerci, sulle strisce. E c’è anche chi ci ha lasciato la vita” sottolinea.
È successo nel giugno 1998, protagonista una signora travolta a piedi proprio sullo stesso attraversamento pedonale accanto a Il Lenzuolo. Per lei non c’è stato niente da fare. “Ma non occorre risalire così lontano nel tempo per ricordare episodi simili – aggiunge la residente -: sempre lungo la stessa strada, sulle strisce davanti via di Ronco e Via Del Giardino ragazzi diretti verso le scuole, bicicletta alla mano, sono spesso preda di auto sparate oltre il limite di velocità. Notizie che non si trovano sul giornale, perché per fortuna finora è andato tutto bene. Cosa che non si può dire per l’uomo in bicicletta investito da un’auto il 4 settembre 2019, inviato a Cisanello con l’elisoccorso per un forte trauma cranico. Pedalava sul viale San Concordio, a Pontetetto”.
“La situazione sul viale San Concordio è complessa – continua la donna -. Noi residenti sopportiamo da anni tanti problemi, oltre a quello delle strisce pedonali apparentemente invisibili e dell’eccessiva velocità delle autovetture. Ma nonostante gli svariati cambiamenti anche in positivo, ultimo l’introduzione dei 30 chilometri orari se venisse rispettato, vivere su questa strada rimane comunque una lotta per la sopravvivenza”.
Collegando Pisa a Lucca, il viale San Concordio è da sempre la via preferita per chi si reca verso la città della torre pendente, Santa Maria del Giudice, San Lorenzo a Vaccoli, Guamo e viceversa. Mezzi pesanti compresi, che sottopongono le case a ridosso del viale a scosse e tremori, andando inoltre a incrementare gli incolonnamenti di automobili, lo smog e il rumore, misurato dall’Arpat oltre la soglia limite. Un quadro nel tempo migliorato grazie a una serie di interventi, in particolare l’applicazione delle barriere fonoassorbenti sul cavalcavia autostradale accanto a via di Ronco, la costruzione della pista ciclabile fra Pontetetto e San Concordio e soprattutto, la bretellina. Strada di collegamento fra la rotonda sul viale Europa con ingresso sull’autostrada e via Nuova per Pisa, parallela a Pontetetto e pensata anche con l’obiettivo di deviare il traffico pesante dal quartiere, traffico che nonostante il divieto, continua a persistere. Così come quello prodotto dalle vetture dirette nelle zone vicine a Pontetetto, che potrebbero evitare di attraversarlo risparmiando tempo. Come testimonia la residente:
“Nonostante le migliorie introdotte sul viale, si respira ancora molto smog. Pensate solo cosa significa per i nostri polmoni viverci d’estate, quando non si può evitare di tenere le finestre aperte. Il pavimento delle case spesso trema e cerco di regolare i miei impegni in base allo stagnamento del traffico pomeridiano sotto la mia abitazione, una colonna di macchine che si blocca alla rotonda davanti al locale Nicola’s in particolare fra le 17 e le 19 – spiega – Quando il traffico non c’è, poi, è ormai sera inoltrata: momento in cui la strada, svuotandosi, si trasforma in un’autostrada”.
Situazione non cambiata di molto rispetto a quando, nel 2015, dopo l’ennesimo incidente sul viale il comitato di Pontetetto si sfogava: “Forse qualcuno ha pensato che a noi abitanti del viale toccano i miasmi di un traffico intenso e magari incolonnato, ma siamo esentati dai pericoli derivanti dalla velocità. Ahimè non è così. Noi abbiamo tutto. Sommiamo infatti al forte inquinamento dell’aria, dovuto alle macchine incolonnate per diverse ore giornaliere, il passaggio di auto a forte velocità nel resto della giornata. La notte poi arriviamo addirittura ad avere posti privilegiati per la visione di gare automobilistiche, non è infatti raro l’attraversamento del quartiere ad oltre 100 chilometri orari. Nonostante il divieto poi – continuava il comitato – sul viale passa ogni tipo di mezzo pesante: abbiamo infatti bilici, pellicani, autocisterne, bisarche ecc, non abbiamo i carri armati solo perché la caserma Mazzini è ormai chiusa. Non ci manca poi il continuo ed assordante rumore così come le vibrazioni che fanno scendere le tegole sui tetti”.
Misurato dall’Arpat oltre i limiti consentiti, il rumore sul viale è ormai definito ufficialmente “inquinamento acustico”. Un problema che si dovrebbe risolvere con la realizzazione dell’asfalto fonoassorbente, inclusa nel piano triennale dei lavori pubblici dalla commissione riunitasi il 14 dicembre 2020. “La speranza – conclude la residente – è che non ci voglia troppo tempo per l’applicazione dell’asfalto fonoassorbente, e che interessi tutto il tratto del Viale che attraversa Pontetetto. Tuttavia – puntualizza – nel frattempo dovrebbero essere presi altri provvedimenti per limitare il traffico, facendo almeno rispettare l’obbligo di transito dei mezzi pesanti dalla bretellina con maggiori controlli. Dall’altro lato, attraversare sulle strisce pedonali in sicurezza è un nostro diritto, che va a braccetto con la questione della velocità dei mezzi: l’ideale sarebbe mettere in prossimità degli attraversamenti dei dossi, ma se ciò non è possibile dato che si tratta di una strada statale, serve un autovelox o qualche altra soluzione per far rispettare una velocità adeguata”.