Uniti per la Manifattura lancia l’appello: “No alla svendita del patrimonio pubblico”





Il sit-in del comitato davanti al congresso sulla rigenerazione urbana per chiedere l’azzeramento del progetto Coima. Sul posto anche l’assessore regionale Stefano Baccelli
Mentre nell’auditorium di San Francesco era in corso il convegno Rigenerazione urbana come progetto di rinnovamento culturale con al centro il tema del futuro delle città, nella piazza adiacente si è manifestato il malcontento presente per i progetti avviati dall’amministrazione.
Questa mattina infatti (15 gennaio) sia il comitato Per san Concordio, sia Uniti per la manifattura hanno presenziato davanti al luogo del congresso per ribadire la propria contrarierà gli uni ai progetti inerenti ai Quartieri social, gli altri alla ‘svendita’ dell’immobile una volta adibito alla lavorazione del tabacco. Un sit-in, quest’ultimo, organizzato dal comitato cittadino per lanciare un appello per chiedere l’azzeramento del progetto Coima e l’avvio di un percorso partecipativo da parte dell’amministrazione che ha attirato l’attenzione dell’assessore regionale all’urbanistica ed ex presidente della Provincia Stefano Baccelli con il quale i comitati cittadini hanno avviato un dibattito che dovrebbe a breve prendere la forma di un incontro ufficiale.
Tra i tanti punti di divergenza emersi nel corso del dialogo, l’unico tassello di contatto sembra essere proprio il desiderio bipartisan di tener viva l’attenzione sull’immobile per non lasciarlo in stato di abbandono. Se l’ipotesi di un centro commerciale è scongiurabile da entrambe le parti, diversi sono i punti di vista sulla proposta di trasferire gli uffici all’interno del complesso in centro storico e sull’intervento di privati nella realizzazione del progetto, per le quali Baccelli si è detto favorevole. Contrari invece i comitati cittadini riunti in piazza proprio per ribadire il proprio ‘no’ alla svendita dell’immobile.
“Siamo qui come singoli cittadini per ribadire il nostro ‘no’ alla svendita dell’ex Manifattura Tabacchi e il nostro ‘sì’ a una sua valorizzazione pubblica al servizio della città – spiegano i rappresentanti di Uniti per la Manifattura con l’appoggio del neonato gruppo Manifatturiamo -. Mentre i politici locali e regionali parlano di ‘rigenerazione urbana’ e ‘valorizzazione degli spazi’ di fatto contribuiscono a svendere il patrimonio pubblico. La proposta targata Coima e Fondazione Cassa di Risparmio è stata presentata come un’opportunità unica ma questo progetto deve essere azzerato. Per questo noi oggi lanciamo un appello a tutti i cittadini, sottoscritto anche da 34 urbanisti conosciuti a livello nazionale, per chiedere l’azzeramento di quella che è di fatto un’aggressione a un patrimonio condiviso e all’amministrazione comunale di avviare un percorso di ascolto e partecipazione per valutare e costruire progetti alternativi che guardino ai giovani e all’ambiente. Progetti che avranno bisogno di ripensare nuovi soggetti e strumenti economici in grado di evitare forme di privatizzazione salvaguardando la proprietà e l’’uso pubblico della manifattura capaci di rispondere ai principali bisogni sociali e culturali della nostra comunità con professionalità e inventiva artistica. Prima di avviare progetti servono linee guida chiare e precise, una visione d’insieme condivisa dalla comunità che porti a valorizzare e non a svendere il patrimonio pubblico”.
“Questo progetto deve essere fermato per diversi motivi – spiega il comitato cittadino -. Sia perché il Project financing proposto per la realizzazione di parcheggi non è previsto dalla normativa in quanto la Manifattura è un bene pubblico culturale, sia perché il valore della manifattura, stimato a ribasso, serve come quota di partecipazione per garantire il guadagno del privato mentre le casse comunali saranno depauperate per 40 anni degli introiti dei parcheggi della zona interessata da quella che nei fatti è una svendita ai privati. Non solo. Il progetto prevede che l’amministrazione perda per questi anni qualunque autonomia sui piani di mobilità legandosi a un privato proprio nel momento in cui a livello nazionale si rende necessario un piano alternativo ed ecologico. Manca una visione strategica sulla qualità dello sviluppo mentre si realizzano queste opere collegate unicamente alla logica della cementificazione. Invitiamo quindi i cittadini a sottoscrivere l’appello mandando un’email a unitiperlamanifattura@gmail.com”.
“Come Rifondazione Comunista abbiamo preso visione dell’appello di Uniti per la manifattura e invitiamo i cittadini a firmarlo – aggiunge il segretario Giulio Strambi -. E’ necessario che l’amministrazione ascolti e avvii un dibattito partecipativo di confronto sulle priorità dell’immobile e dei cittadini, senza andare a cercare capitali dai privati per poi sottostare alle loro condizioni come dimostrano le esperienze fallimentari nelle diverse città. Noi chiediamo quindi all’amministrazione di bloccare il progetto Coima e di avviare un iter di confronto con la comunità. Solo così potremmo iniziare a parlare di riqualificazione urbana”.