Inaugurati i primi alberi del ‘Giardino dei giusti’ dedicato a don Aldo Mei e fratel Arturo Paoli





L’assessora Vietina: “Il nostro obiettivo è quello di costellare tutto il parco urbano di questi simboli. Oggi al via il concorso per le scuole per creare nuovi cartelli”
Giornata dedicata alla memoria delle vittime dell’Olocausto ma anche a chi ha salvato tante vite rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni. E’ stato inaugurato nella giornata speciale di oggi (27 gennaio) fuori porta San Donato e Porta Elisa i primi due alberi di quello che diventerà presto un grande – e diffuso – Giardino dei giusti.
Giardino, celebre ormai in tutta Italia e nel mondo, dedicato appunto alle donne e agli uomini che, in ogni tempo e in ogni angolo del mondo, hanno fatto del bene in favore dei diritti umani e difendendo la dignità della persona.
I primi alberi sono stati dedicati ai due grandi parroci che hanno portato il nome di Lucca e Capannori in tutto il mondo grazie alle loro gesta e al loro gran cuore: don Aldo Mei e fratel Arturo Paoli. Il platano monumentale fuori Porta San Donato, sugli spalti delle Mura urbane, porta il nome di fratel Arturo Paoli, che si è impegnato senza sosta durante la seconda guerra mondiale a favore degli ebrei perseguitati. Mentre il maestoso cedro di Porta Elisa da oggi è dedicato a don Aldo Mei, il parroco di Fiano trucidato da un plotone di Ss sotto gli spalti delle Mura il 4 agosto 1944 e sepolto nella fossa che egli stesso era stato costretto a scavarsi con le sue mani.
Presenti all’inaugurazione il sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, l’arcivescovo Paolo Giulietti, l’assessore Ilaria Vietina, Maria Teresa Leone della Provincia di Lucca, l’Anpi e alcuni rappresentanti dell’arma dei carabinieri e del consiglio comunale di Lucca.
“L’iniziativa del Giardino dei giusti si sta diffondendo ormai in tutta Italia – ha spiegato l’assessore Ilaria Vietina – Anche noi abbiamo aderito volentieri a questa iniziativa perché ci sembra importante, oltre alle vittime, ricordare anche i giusti, coloro che hanno lottato contro la violenza, ponendosi spesso in contrapposizione ai governi dittatoriali per salvare delle vite. Il primo albero abbiamo deciso di dedicarlo a due capisaldi della nostra storia ma poi proseguiremo anche per il recupero nel tempo di tante altre figure, anche molto meno note. Il 6 marzo in occasione della Giornata nazionale dedicata ai giusti, abbiamo già fissato un altro importante appuntamento: quel giorno infatti avremo altre tre intitolazioni, due donne e un uomo, ancora da definire. Il nostro obiettivo è quello di costellare tutto il parco urbano di questi simboli. Parte oggi anche il concorso per le scuole per realizzare i cartelli definitivi da mettere ad ogni albero: quello usato oggi è provvisorio, ma vogliamo che siano i ragazzi a disegnare quello che sarà il cartello definitivo per il giardino dei giusti. Un grazie speciale all’associazione Talea che ci ha aiutato ad individiare gli alberi storici monumentali da destinare a questa bella iniziativa e naturalmente anche all’Isrec di Lucca che deciderà, grazie ad un’accurata ricerca, i nomi dei personaggi che per il nostro territorio hanno fatto tanto”.
“L’albero – ha aggiunto il sindaco Tambellini – è dedicato a due persone molto importanti per la nostra città, persone che mi fa sempre molto piacere ricordare. Possiamo dire due prime scelte piuttosto scontate perché quello che hanno fatto è noto a tutti. Ancora oggi, come abbiamo ricordato anche questa mattina con la deposizione delle pietre d’inciampo, vi è la necessità di riconoscere l’umanità umiliata e offesa. Barbarie, perché di barbarie si tratta, che non vanno dimenticate: un essere umano feroce che però ha anche trovato persone capaci di dar vita a percorsi di pace”.
“Questa intitolazione mi fa molto piacere – ha commentato il vescovo Giulietti – Vorrei dire però che quando noi riconosciamo la presenza dei giusti in qualche maniera riconosciamo che c’è stato un popolo che gli ha dato una mano. Il giusto non è mai solo, c’è sempre una rete di persone, di istituzioni che in qualche modo lo hanno aiutato e di cui lui è l’alfiere. Questo è importante perché ricordare un giusto vuol dire anche che c’è stata una parte di popolo buona, quando la invitavano ad essere cattiva, popolo che ha seguito la coscienza invece della propaganda, che ha avuto il coraggio del bene anche rischiando la vita. Ricordiamolo, perché di quell’epoca ricordiamo spesso solo i cattivi, che erano tantissimi, certo, ma fortunatamente vi erano anche altri tipi di persone. Scelte che si ripropongono, anche nel piccolo, in ogni generazione e non solo oltre settanta anni fa. Bello ricordare queste persone con degli alberi che già popolano la nostra città”.