Servizi igienici ko da anni, in centro storico i bagni pubblici restano un miraggio

7 febbraio 2021 | 09:10
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Servizi igienici ko da anni, in centro storico i bagni pubblici restano un miraggio

Disponibile solo quello al centro turistico, ma chiude alle 16,30. Raffica di proteste nel periodo di saldi

Passa Natale, arriva il nuovo anno, e poi l’epifania… che tutte le feste porta via. Ma a consolarci ci sono i saldi invernali. Quest’anno causa Covid posticipati, probabilmente meno frequentati: tuttavia, sono un’occasione unica per fare acquisti resi difficili durante l’anno dalla crisi.

Un modo poi per distrarsi un po’ fuori casa, dato che passate le 18 l’unica attività fattibile in tempi di pandemia è visitare i negozi ancora aperti. Può capitare tuttavia, fra una vetrina e l’altra, di doversi fermare per andare in bagno: necessità che dà inizio a una vera e propria odissea. La carenza di servizi igienici pubblici, insieme alla chiusura serale dei locali che in qualche modo riuscivano a tamponarla, rendono infatti la ricerca di una toilette in centro un vero problema. La cui unica soluzione è tornare a casa propria.

Questo perché il centro storico di bagni pubblici attualmente ne offre solo uno. Si trova in Piazzale Verdi al centro turistico: poco centrale e difficilmente raggiungibile da ogni parte della città, aperto tutti i giorni non oltre le 16,30 e inaccessibile ai disabili causa lavori di manutenzione. Gli storici servizi igienici in via Pescheria? Riaperti giovedì 16 luglio scorso dopo un periodo di chiusura legato al Covid, fino a dicembre sono stati usufruibili a 60 centesimi tutti i giorni dalle 10 alle 19. Orario ancora in vigore, secondo quanto si legge su internet: tuttavia nella realtà, il complesso è sbarrato per lavori di ristrutturazione.

Così infatti lo ha trovato una cittadina lo scorso giovedì: “Mi trovavo in città per dare un’occhiata ai saldi, principalmente percorrendo l’inizio di via Fillungo vicino a Piazza Santa Maria. Non ho molto tempo da trascorrere per i negozi: sono libera solo un giorno a settimana mentre gli altri esco alle 17,30 dal lavoro, ragion per cui ho parcheggiato in Borgo Giannotti alle 18 circa. Non era troppo tardi per arrivare in via Pescheria al bagno pubblico più vicino, che secondo quanto scritto su web doveva essere aperto. Inoltre, era l’unica possibilità che avevo in quel momento, perché i locali erano già serrati e nei due negozi che ho visitato i bagni erano inagibili. Erano guasti, così hanno detto – racconta la giovane donna – Tuttavia, in Via Pescheria ho trovato i bagni chiusi e sono scappata a casa il prima possibile. Che alternativa ci poteva essere?”, osserva.

Nessuna, ma ci sarebbe stata se i bagni pubblici in via delle Chiavi d’Oro, parallela a via Fillungo, fossero stati aperti. Servizi tuttavia fuori uso da due anni, a causa di lavori di ristrutturazione nemmeno iniziati: “Adesso sono un monumento all’inutilità– racconta l’ex custode del complesso – Era il gennaio 2019 quando dalla notte al giorno, senza nessun avvertimento, i servizi di toilette pubblica del centro anziani Chiavi d’oro sono stati chiusi, con la promessa di ristrutturarli nel giro di alcuni mesi. Promesse tuttavia cadute nel vuoto. Quel che resta adesso? – conclude rammaricato – Un luogo fatiscente lasciato a sé stesso”.

Lasciati ai negozi sono invece quei cittadini cui non resta, in caso di necessità, che spendere negli esercizi commerciali pur di poter sfruttare la toilette. Comprensibile poi trovare i loro bagni ‘guasti’ o non in perfette condizioni, dato l’afflusso di gente in città soprattutto durante i saldi, oppure in periodi di intenso turismo. Situazione totalmente disincentivante, inoltre, per i portatori di disabilità, senza contare che c’è chi si arrangia fra i vicoli del centro già da molto prima della pandemia, sintomo di un problema persistente da tempo e solo aggravato dalla situazione attuale. A testimoniarlo sono le denunce di bagni improvvisati dove a far da protagonista è l’odoraccio, fra cui l’ultima dello scorso 4 luglio 2020, da via della Polveriera. I suoi residenti richiedevano a gran voce maggiori controlli e sanzioni. Un modo tuttavia per tamponare il problema, senza risolverlo.