‘Educare in Comune’, al via il bando per collaborare a nuove proposte di formazione

Il Comune di Lucca ha pubblicato l’avviso di manifestazione di interesse rivolto ai soggetti della ‘comunità educante’ per avviare un percorso di partecipazione pubblico-privato
E’ stato pubblicato, come annunciato questa mattina (8 febbraio) dall’assessora Ilaria Vietina nella Commissione politiche formative, l’avviso pubblico di manifestazione di interessa per Educare in comune.
Il bando è finalizzato alla selezione di soggetti disposti a collaborare con il Comune di Lucca per la predisposizione di una proposta progettuale e alla costituzione di forme di partenariato pubblico-privato. Le proposte di partecipazione dovranno essere inviate entro martedì prossimo (16 febbraio) mediante posta elettronica certificata all’indirizzo comune.lucca@postacert.toscana.it, tramite email all’indirizzo protocollo@comune.lucca.it oppure consegnate all’Ufficio protocollo negli orari di apertura al pubblico.
I rappresentanti dei Comuni di Lucca, Altopascio, Porcari, Montecarlo, Villa Basilica e Pescaglia nella riunione della conferenza zonale per l’istruzione della Piana di Lucca che si è tenuta il 25 gennaio scorso, avevano espresso infatti la volontà di partecipare all’avviso Educare in Comune pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri presentando una proposta nell’area tematica ‘Famiglia come risorsa’. La giunta comunale di Lucca, capofila del progetto, ha deciso di intraprendere un processo partecipativo orientato a raccogliere proposte, idee, disponibilità di enti pubblici e privati e di soggetti in genere facenti parte della “comunità educante”, che potranno andare a
costituire, in tutto o in parte, le azioni di cui dovrà sostanziarsi l’intervento progettuale.
In particolare l’avviso intende favorire progetti in grado di attuare modelli di benessere familiare basati sulla cura, la socializzazione, la prevenzione delle forme di istituzionalizzazione dei minorenni, l’educazione di bambini e giovani, anche con fragilità o appartenenti a fasce sociali svantaggiate nei propri contesti di vita, nonché di sostenere i minorenni e le famiglie, in particolar modo quelle con più figli minorenni, nella ricerca delle personali risposte ai propri bisogni o problemi. Ciò significa strutturare, attorno al minorenne in difficoltà, una proposta di interventi complementari, a supporto anche delle competenze genitoriali della famiglia di provenienza, che spaziano dalle buone relazioni, alle attività di prossimità. L’obiettivo è quello di supportare e ripensare una nuova genitorialità, soprattutto nei contesti di violenza assistita a danni di persone di minore età. Al tempo stesso, le proposte progettuali devono prevedere interventi e azioni intese a contrastare gli effetti negativi prodotti dalla pandemia su bambini e ragazzi.
L’amministrazione comunale intende quindi costruire una rete partenariale pubblica e privata dove i soggetti che ne faranno parte saranno coinvolti, sin dalla fase della predisposizione della proposta, in un processo partecipativo. Una pluralità di adulti di riferimento – che va dai genitori, alla scuola, al sistema economico, giuridico e culturale, al terzo settore – che, a vario titolo, si adopera per tutelare e valorizzare la dimensione sociale del processo educativo. Possono manifestare la loro disponibilità a far parte del partenariato di progetto, oltre agli enti pubblici, i servizi educativi privati per l’infanzia, le scuole dell’infanzia paritarie, le scuole paritarie di ogni ordine e grado, gli enti del terzo settore, le imprese sociali e gli enti ecclesiastici e di culto dotati di personalità giuridica.