Aborto, il Popolo della famiglia risponde a Nudm: “Il diritto all’obiezione è sacrosanto”
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La referente Giurlani: “Se domani fosse negato vorrebbe dire che ci staremmo già trovando in una dittatura peggiore di quella hitleriana”
“A Lucca Non una di meno è impegnata nella stesura delle liste di proscrizione delle farmaciste che non danno le kill pill?”. E’ questa la risposta provocatoria del Popolo della famiglia di Lucca e Firenze all’associazione lucchese, impegnata a ribadire il diritto all’aborto dopo le ultime vicende cittadine che hianno visto protagoniste due farmaciste, rifiutatesi di vendere la ‘pillola del giorno dopo’ a una donna che ne aveva fatto richiesta.
“Se, per questo, domani il sacrosanto diritto all’obiezione di coscienza fosse negato, vorrebbe dire che ci staremmo già trovando in una dittatura peggiore di quella hitleriana – vanno avanti le referenti Pier Luigi Tossani e Ilaria Giurlani -. Si è capito che, a Lucca, l’associazione Non Una di Meno è impegnata in una capillare campagna di monitoraggio sul territorio cittadino. L’indagine, più che altro, sembra assomigliare alla stesura delle liste di proscrizione di antica memoria, per individuare e additare con sdegno alla pubblica opinione le farmaciste che, per scelta determinata dalla loro coscienza, non consegnano le ‘pillole del giorno dopo’ alle donne che ne fanno richiesta. Al primo caso individuato, quello della farmacista Maria Rosaria D’Atri, ieri si è aggiunto il secondo, quello della sua collega Maria Gabriella Passarello”.
“Le due operatrici sanitarie sono da ammirare ed elogiare, perché, rifiutando con garbo e disponibilità a spiegarne le ragioni, la consegna delle ‘kill pill’ alle donne, in quanto prodotti destinati a provocare la morte del feto (essendo esso, come la scienza conferma, persona) non hanno fatto altro che rispettare fedelmente la consegna del codice deontologico dei farmacisti. il quale recita, all’articolo 3, che il farmacista deve operare in piena autonomia e coscienza professionale conformemente ai principi etici e tenendo sempre presenti i diritti del malato e il rispetto per la vita – vanno avanti Tossani e Giurlani -. La scelta delle due farmaciste è palesemente ispirata ad un sincero desiderio di tutela delle donne che richiedono la pillola abortiva, e dei figli che esse portano in grembo, anche se queste ultime non ne sono consapevoli. Se tale intento di tutela, e diremmo anche di affetto, non vi fosse stato, le farmaciste avrebbero dato le pillole senza fare storie”.
“In realtà, anche il Popolo della Famiglia si rivolge a Non Una di Meno con gli stessi sentimenti, anche se comprende che la mano che va a porgere ha difficoltà ad essere accolta – concludono le referenti del Popolo della famiglia -. Le preclusioni ideologiche sono infatti pesanti, e di questo deve farsene una ragione. Ma sta di fatto che l‘obiezione di coscienza del personale sanitario, di fronte alla collaborazione all’aborto, è un diritto inalienabile. Se, un domani, tale diritto fosse negato, questo significherebbe che ci staremmo già trovando in una dittatura peggiore di quella hitleriana”.