Photolux, la biennale di fotografia sfida la pandemia a Villa Bottini






Dal 28 maggio al 29 agosto le mostre programmate per lo scorso novembre. Annunciato anche il tema dell’edizione 2022 che ruoterà attorno all’Amore e alle sue sfumature
La fotografia come testimonianza attuale ma anche come trasposizione di una nuova geografia delle emozioni. E’ questo il filo rosso che conduce l’edizione 2020 di Photolux – rinviata a causa della pandemia – all’appuntamento con il 2022, dove il 2021 si pone come anno di passaggio e graduale ripresa delle esposizioni fotografiche.
Dal 28 maggio fino al 29 agosto a Villa Bottini saranno infatti allestite in due tranche le mostre programmate per il novembre scorso, a partire dalla mostra L’inizio del futuro. L’esposizione curata da Giulia Ticozzi e Arcipelago-19, con un’installazione audiovisiva di Cesura, ripercorre le diverse fasi della pandemia, così come sono state e sono vissute in Italia, attraverso il racconto inedito di fotografi freelance. Il percorso si completa con la mostra Racconti della Pandemia, curata da Enrico Stefanelli e Chiara Ruberti, che presenta una selezione dei materiali del fondo Covid19 dell’Archivio fotografico lucchese, relativa all’emergenza sanitaria nel territorio, raccontata attraverso immagini e filmati di autori, non necessariamente professionisti, che vivono e lavorano a Lucca e provincia.
Sempre nel 2021 saranno riproposte anche le mostre Bitter Leaves, il reportage di Rocco Rorandelli sull’impatto dell’industria del tabacco sulla salute delle persone e Foul and Awesome Display a cura di Francesco Colombelli che ripropone una serie di libri fotografici sulle armi e la tecnologia per finire con la 63 esima edizione del World Press Photo. Ufficializzate anche le date della biennale internazionale che si terrà nella primavera 2022. Dal 28 maggio al 19 giugno 2022, Villa Botttini accoglierà i visitatori lungo il filo del tema dell’amore e delle sue sfaccettature.

“Nonostante il periodo difficile non ci siamo mai dati per vinti – ha spiegato questa mattina (26 febbraio) il direttore artistico della biennale internazionale di fotografia Enrico Stefanelli nel corso della conferenza stampa da remoto -. Nel 2020 abbiamo destinato 6 mila euro di ricavato della mostra di Paolo Verzone alla Protezione civile e abbiamo acquisito oltre 500 nuovi materiali fotografici per dare supporto ad autori ed editori, che possono essere consultati nella sede di Photolux. Abbiamo inoltre concluso la catalogazione degli oltre 2350 volumi contenuti nella biblioteca di via Guidiccioni 188. Purtroppo abbiamo dovuto rimandare le mostre che erano state programmate per novembre ma siamo comunque riusciti a ricalendarizzarle nel 2021 anche se le vere novità riguarderanno l’edizione del 2022. Non solo andremo alla riscoperta di alcuni luoghi della città ma in questi luoghi protagonista sarà l’amore a 360 gradi, quello raccontato dai greci con diverse sfumature. Perché dopo il periodo che stiamo attraversando c’è bisogno di tornare a parlare di sentimenti e non c’è miglior modo che farlo attraverso gli occhi di chi ha sofferto maggiormente la perdita di socialità. Per questo, accanto a me, ci saranno tre giovani alla direzione artistica del Festival, ciascuno con le proprie esperienze pregresse nell’arte e nella stessa biennale “.
Sono infatti entrati nel team del festival Rica Cerbarano, curatrice e coordinatrice di progetti legati alla fotografia e alla comunicazione visiva e Francesco Colombelli che dal 2012 collabora con i principali festival e istituzioni culturali in Italia per la progettazione di allestimenti e mostre fotografiche. Entrambi, nel 2017, hanno fondato Kublaiklan, un collettivo che esplora modalità diffuse di interazione con la fotografia e di riflessione sull’immagine contemporanea attraverso progetti curatoriali, educativi ed editoriali. Tra i giovani del team anche Chiara Ruberti, già coordinatrice del festival, che questa mattina è entrata nel dettaglio del tema scelto per l’edizione 2022.
“L’anno della pandemia dà ancora più rilievo alla scelta del tema dell’Amore – spiega -. Siamo partiti dal presupposto che nel greco antico esistono otto termini diverse per descrivere le diverse sfaccettature dell’amore, mentre nelle lingue moderne ne abbiamo solo una, esclusi quei pochi nuovi neologismi che comunque non bastano a raccontare tutti gli aspetti dell’amore. Per questo le immagini risultano fondamentali laddove la lingua tende ad appiattire. E il nostro intento è proprio quello di costruire una nuova geografie delle emozioni attraverso le foto, frutto di una ricerca approfondita tra autori italiani e internazionali ma anche tanti giovani che in Italia si sono visti poco. Declineremo questo tema in una ventina di mostre alle quali si aggiungerà una grande mostra collettiva dedicata alla famiglia”.
Presenti alla conferenza stampa di presentazione della biennale di fotografia anche il consigliere provinciale delegato alla cultura Patrizio Andreuccetti, il sindaco Alessandro Tambellini, l’assessore Stefano Ragghianti e il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca Marcello Bertocchini, da sempre sostenitrice di “una manifestazione che oltre a regalare bellezza offre anche posti di lavoro”.
“Ripartiamo da quello che abbiamo lasciato in sospeso – ha detto Tambellini – anche se il tempo di questa storia epidemica è stato riempito in maniera proficua, con la riorganizzazione di alcuni archivi importanti, come quello lucchese, frutto della cooperazione tra pubblico e privato. Oggi più che mai, in questo momento di silenzio, la fotografia è infatti testimonianza attuale e storia”.
“Pensare a determinati eventi è stato complicato ma dovevamo farci trovare pronti – ha aggiunto Ragghianti -. E adesso è il momento di ripartire con queste manifestazioni culturali, importanti e di grande qualità per la città. Ci saranno fotografie che entreranno nella storia, immagini che segnano il secolo che stiamo attraversando in questo anno transitorio ma comunque di grande interessa storico e culturale”.
“In tempi come questo dove la pandemia ci ha tolto tanto della nostra cultura e della nostra capacità di condividere – ha commentato Andreuccetti – diventa centrale rilanciare temi legati non solo alla pandemia ma anche all’Eros è centrale per sconfiggere i grossi problemi di solitudine e nichilismo affiorati soprattutto tra i giovani”.