No alle classi pollaio e assunzioni per i precari: docenti di nuovo in piazza venerdì

Presidio in piazza Guidiccioni indetto da Cobas Scuola e Priorità alla Scuola
Docenti di nuovo in piazza il 26 marzo. Presidio in provincia di Lucca indetto da Cobas Scuola e Priorità alla Scuola.
In provincia di Lucca Cobas Scuola e Priorità alla Scuola danno appuntamento a studenti, genitori, docenti e Ata a Lucca venerdì (26 marzo) alle 10 in piazza Guidiccioni davanti all’Ufficio scolastico provinciale.
L’assemblea dei docenti e del personale Ata della provincia di Lucca, riunitasi on line lo scorso 11 marzo su indizione dei Cobas Scuola, chiede una radicale reimpostazione del Recovery Plan per la scuola “per ridurre – si legge nella nota – a 20 il numero massimo di alunni per classe (15 in presenza di alunni diversamente abili), in modo da garantire una maggiore efficacia didattica e la scuola in presenza e in sicurezz; l’assunzione tramite concorsi per soli titoli dei docenti con 36 mesi di servizio e del personale Ata con 24 mesi, in modo da garantire continuità didattica ed evitare lo spettro di 230mila cattedre vacanti per il prossimo anno scolastico; un investimento massiccio nell’edilizia scolastica sia per reperire nuovi spazi, sia per garantire la sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale”.
L’assemblea chiede anche “il ritiro del recente accordo sull’ulteriore limitazione del diritto di sciopero, firmato da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e Anief, che, tra l’altro, amplia la possibilità di sostituire il personale in sciopero, disincentiva l’adesione agli scioperi indetti dai sindacati di base, amplia la distanza tra uno sciopero e l’altro”.
In riferimento alle ipotesi di prolungamento dell’anno scolastico, l’Assemblea “rileva che finalmente il governo sembra riconoscere ciò che i Cobas hanno sempre sostenuto: la Dad non è vera scuola e aumenta le disuguaglianze. Ma i docenti hanno sempre lavorato durante i periodi di sospensione, per cui non possono essere costretti ad uno straordinario gratuito e obbligatorio a giugno”. L’assemblea chiede, invece, che “vengano usati i corsi di recupero, che vanno però rifinanziati, estesi al primo ciclo e – come è accaduto finora- retribuiti e svolti dai docenti disponibili o affidati a personale esterno”.
In merito alla gestione della pandemia, l’assemblea rileva “che anche con il nuovo governo, nonostante i proclami sulla sua importanza, la scuola viene chiusa per prima e non per ultima: salvo lockdown totali, va garantita la scuola in presenza almeno al 50 per vento alle superiori e in toto negli altri ordini di scuola. L’assemblea ritiene scandalosa e indegna di un paese civile la situazione dei lavoratori Covid, che in molti casi hanno percepito gli stipendi con mesi di ritardo, con pesanti e illegittime decurtazioni, che recupereranno solo in sede di dichiarazione dei redditi e che sono spesso usati come tappabuchi o con le mansioni più pesanti, mentre dovrebbero avere gli stessi diritti e obblighi di tutti i lavoratori. L’assemblea richiede dunque la stabilizzazione dell’organico Covid. L’assemblea chiede, inoltre, il ritiro di qualsiasi progetto di autonomia regionale differenziata, anche alla luce della gestione della pandemia”.
Per tutti questi motivi, l’assemblea “invita docenti e Ata ad aderire allo sciopero del 26 marzo, indetto dai Cobas Scuola nell’ambito di un percorso di mobilitazione, concordato con il comitato Priorità alla Scuola e con il Coordinamento nazionale precari scuola (Cnps) e che prevede presidi locali in tante città”.