Manifatturiamo: “Assi viari, le alternative ci sono”

23 marzo 2021 | 09:54
Share0
Manifatturiamo: “Assi viari, le alternative ci sono”

Il comitato illustra le sue proposte per risolvere il problema del traffico

“Negli interventi di queste settimane sul progetto di riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi Sud il gruppo Manifatturiamo ha posto l’accento più volte su una delle criticità principali: il trasferimento della gestione dei parcheggi della zona dalla società partecipata Metro alla società immobiliare Coima con lo strumento del project financing”. A dirlo è il comitato stesso.

“Un passaggio di consegne – si sottolinea – che impegna per 25 anni l’amministrazione comunale a non modificare la mobilità e la viabilità locale senza il consenso di Coima per non intaccarne i profitti. Di fatto, i nostri amministratori, oltre a regalare a privati un enorme edificio pubblico dall’alto valore storico ed economico, hanno ben pensato di privarsi delle entrate dei parcheggi e hanno declinato qualsiasi impegno a sviluppare forme di mobilità alternative all’automobile e a potenziare il trasporto pubblico.  In definitiva, alla faccia degli obiettivi dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite sottoscritti anche dalla città di Lucca nel 2019 per promuovere uno sviluppo sostenibile e contrastare i cambiamenti climatici, si segue la logica che ormai caratterizza da anni le amministrazioni a guida PD: più cemento e più auto senza prestare nessuna attenzione alla qualità dell’aria, all’inquinamento del territorio e alla salute dei cittadini”.

“Ma l’emblema dell’incapacità di pensare il nostro territorio con una visione d’insieme, al passo coi tempi e andando incontro alle esigenze climatiche e ambientali attuali sono sicuramente gli assi viari. Nelle ultime settimane – si speiga – l’argomento è tornato alla ribalta con l’annuncio da parte di noti esponenti locali di Forza Italia dell’approvazione da parte della commissione parlamentare sulle opere pubbliche nazionali all’inserimento degli assi viari di Lucca tra le 744 opere pubbliche ferme che il governo Draghi vorrebbe sbloccare col piano Italia veloce. Un passaggio tutto da chiarire e con la concretizzazione del progetto ancora tutta da verificare che comunque mette a nudo per l’ennesima volta l’esistenza di un partito unico del cemento che va dal Pd alla Lega e a Forza Italia, totalmente slegato dai territori e dagli interessi della cittadinanza e impegnato esclusivamente a svendere il patrimonio pubblico e a promuovere grandi opere inutili e dannose per l’ambiente e la salute”.

“L’idea degli assi viari lucchesi nasce negli anni ‘80, quindi quasi 40 anni fa, con la logica di ridurre il traffico della città costruendo due grandi assi stradali in periferia,  gettando colate di cemento chilometriche in zone prevalentemente rurali e puntando ancora sul trasporto su gomma e sull’auto privata. È opportuno innanzi tutto sottolineare che – prosegue Manifatturiamo – solo l’asse nord-sud è stato finanziato e la sua realizzazione, peraltro già in grande ritardo rispetto alle previsioni iniziali che parlavano di esecuzione dei lavori nel 2020, sarebbe comunque un’opera monca, visto che per l’asse Est-Ovest non è presente nemmeno un progetto preliminare.  Grazie al lavoro di inchiesta del comitato Altrestrade noto anche come Comitato contro gli assi viari è stato possibile conoscere nel dettaglio il progetto relativo all’asse Nord-Sud, che prevede un tracciato di 5,14 chilometri dalla strada statale 12 del Brennero nei pressi di San Pietro a Vico alla rotonda di Antraccoli. Il tracciato non sarebbe al servizio delle aziende visto che non sono previsti accessi nelle aree industriali che attraversa, quindi il traffico pesante continuerebbe a scorrere nelle strade secondarie già esistenti. Passerebbe invece molto vicino a diversi centri abitati e ad aziende agricole e florovivaistiche, con tratti elevati ad altezza 5,50 metri costruiti su terrapieni, creando veri e propri muri tra le zone nord e sud della Piana e tra il Comune di Lucca e quello di Capannori. Un lungo tratto elevato attraverserebbe anche Lammari, transitando nei pressi del parco dei Laghetti. Qui le criticità sono ancora più evidenti. Il muro creato dal terrapieno su cui passerebbe l’asse è contrario alle prescrizioni della Regione Toscana del 2005 che raccomandava un basso impatto ambientale anche in termini planoaltimetrici, cioè di evitare le altezze che invece prevede il progetto Anas. Inoltre, il tracciato sarebbe situato ad appena 100 metri dalle acque dei Laghetti, con rischi di esondazioni oltre che di contaminazione delle falde acquifere della Piana”.

“A tutti questi problemi bisogna poi aggiungere il cosiddetto autodromo di Antraccoli, ovvero la maxi rotonda con cui andrebbe a concludersi l’asse Nord-Sud convogliando in pieno centro abitato tutto il traffico pesante che attualmente si divide tra il viale Europa di Marlia e il viale del Brennero. Il traffico scorrerebbe ad alta velocità, con rischi per la sicurezza stradale e la vita dei cittadini della zona, e verrebbe inoltre interrotta una via di pregio storico come la Francigena – prosegue il comitato -. Dalla maxi rotonda di Antraccoli dovrebbe poi partire il breve tratto dell’asse Ovest-Est in direzione Lucca arrivando nei pressi dell’ospedale San Luca e scaricando quindi tutto il traffico sulla viabilità secondaria già esistente e congestionata. Traffico pesante che comunque continuerà a scorrere anche sulla circonvallazione non migliorando di fatto la viabilità della città: si parla infatti di una riduzione del tempo speso nella rete stradale del 2,1% per le auto e del 2,7% per i camion.  Nessuno vuole negare che a Lucca esistano criticità nel traffico leggero e pesante, ma il problema non può essere banalmente spostato in periferia. Sarebbe opportuno invece risolverlo con alcuni accorgimenti proposti, tra gli altri, anche dal comitato Altrestrade e da Legambiente, per sciogliere i nodi che ad oggi generano code ed ingorghi e rendere la circolazione più scorrevole. Le alternative alla costruzione degli assi viari possono essere:  il potenziamento della ferrovia per le merci e lo sviluppo di una relazione ferroviaria diretta tra distretto cartario e porto di Livorno; il decollo di servizi di logistica sostenibile come Lucca Port per la distribuzione delle merci con mezzi elettrici, esteso a livello di Piana;  la riqualificazione della rete viaria esistente assieme all’utilizzo dell’attuale autostrada come asse Est-Ovest, anche verificando la fattibilità di un casello aggiuntivo a Mugnano;  il potenziamento del breve tratto che dal Frizzone arriva a Diecimo creando alcuni sottopassi dove servono, alleggerendo le strade dai camion con una spesa sicuramente inferiore ai 300 milioni necessari per la realizzazione degli assi viari; un nuovo piano urbano della mobilità per dilazionare il traffico della circonvallazione ed evitare ore di punta dovute al fatto che tutti gli uffici pubblici, gli studi professionali e le scuole entrano ed escono nel giro di pochi minuti; la realizzazione di una metropolitana leggera di superficie che colleghi Lucca alle frazioni periferiche più importanti utilizzando le ferrovie esistenti, accompagnandola col rafforzamento quantitativo e qualitativo del servizio di navette elettriche da e verso il centro;  la collocazione di parcheggi scambiatori ai quattro lati della città, con un adeguato e frequente passaggio di navette elettriche per raggiungere il centro, incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici con parcheggi gratuiti per chi ne fa uso; la ripianificazione del trasporto pubblico come Area Vasta, ovvero in collaborazione con le Province di Pisa e Livorno: il Tpl di Lucca non funziona ed è stato più volte ridimensionato perché il bacino di utenza della nostra Provincia è limitato e molti autobus circolano praticamente vuoti in orari in cui non c’è domanda; l’installazione in vari punti della Piana di stazioni di bike sharing così da incentivare l’uso della bici per raggiungere il centro, possibilmente con piste ciclabili dedicate; la costruzione di nuove piste ciclabili, favorite dal fatto che Lucca è una città pianeggiante e con sviluppo radiale: un esempio è la pista ciclabile lungo il fiume che permette di raggiungere da Ponte a Moriano il centro città in soli 15 minuti e senza rischi di sinistri stradali in quanto scollegata dalla viabilità di scorrimento. Molte città italiane ed europee stanno puntando la loro politica nell’ampliamento della rete ciclabile per la riduzione delle polveri sottili e dell’inquinamento atmosferico, con una buona risposta, perché noi no? È evidente dunque che, come nel caso della riqualificazione dell’ex Manifattura Tabacchi, le alternative non manchino. Basta avere visione politica e strategica e capacità e competenze per pensare e progettare con uno sguardo veramente rivolto al futuro e a un’idea di città sostenibile, intercettando le numerose opportunità di finanziamento fornite dai bandi regionali, ministeriali ed europei, che spingono proprio nella direzione opposta a quella che i nostri amministratori hanno finora seguito”.