Salviamo la Manifattura: “Bene pubblico, non può essere ceduto a Coima”

Il comitato: “Giusto quello che dice la Mammini: bisogna guardare al complesso nella sua interezza”
“Sul futuro della Manifattura il Comune è in stato confusionale. E’ certamente il tempo delle scelte perché complessi immobiliari di questo tipo si attagliano perfettamente agli obiettivi che sembrano essere posti per i prossimi investimenti pubblici, e sarebbe un vero peccato perdere questa occasione importante: ma tutte queste buone intenzioni si incagliano nella proposta di project di Coima, che di fatto tiene sotto scacco l’intera amministrazione Tambellini”. Torna sulla questione, a pochi giorni dal consiglio comunale straordinario sul tema, il coordinamento Salviamo la Manifattura, composto da professionisti lucchesi ed esponenti politici trasversali agli schieramenti.
“Anche l’assessore all’urbanistica Mammini sembra essersene accorta e aver compreso che il grande edificio e le sue prospettive vanno viste nella sua interezza, fatta di parte sud e parte nord, e che quindi va sviluppata una visione organica di valorizzazione sufficiente per raccogliere i fondi necessari – spiega il coordinamento –. Eppure, nonostante sia il tempo delle scelte, le idee dell’ente pubblico non sembrano affatto chiare e soprattutto si è perso tempo. Nell’ultima riunione di giunta, quella del 25 marzo scorso, la delibera approvata in proposito è un rigetto del progetto Coima, che è stato stracciato fissando finalmente quei principi che fin dallo scorso settembre erano ben chiari a tutti quanti, eccetto che all’amministrazione: ovvero che il mancato ricavo dei parcheggi al Comune, così come proposto da Coima, deve essere computato come contributo ai sensi di legge, così come gli introiti per la pubblicità e il suolo pubblico che sono di pertinenza dell’amministrazione. E una nuova proposta che rispetti questi vincoli è di fatto economicamente impossibile”.
Ma Salviamo la Manifattura va anche oltre. “Il project prevede come contributo l’immobile Manifattura sud, che per poter essere ceduto a Coima occorre che non sia di pubblico interesse, così recita la legge – prosegue il coordimento -. L’assessore Mammini e l’intera amministrazione Tambellini sono al corrente che per dare seguito al project si dovrà dichiarare che l’immobile Manifattura Sud non è di pubblico interesse? Contraddicendo la giunta e il centrosinistra che la sostiene: evidentemente non hanno ancora capito che il project non può prevedere, per legge, la cessione di un immobile, ancora di pubblico interesse, a titolo di contributo. Sarebbe invece saggio per l’amministrazione cercare di raccogliere i contributi pubblici di prossima erogazione”.
E qui emerge un interrogativo. “ll timore è che la Manifattura Sud sia stata promessa a Coima e, a costo di perdere qualsiasi finanziamento, l’amministrazione non farà alcuna richiesta in tal senso – conclude il coordinamento Salviamo la Manifattura -. In pratica il Comune si è incartato sulla Manifattura sud: se conferma che è di pubblico interesse non potrà cederla a Coima; in caso contrario non potrà chiedere finanziamenti. Ultimo aspetto non secondario: il 25 marzo scadeva la validità della terza proposta presentata della società milanese al Comune, e con la sua delibera di rigetto in cui si pongono una serie di condizioni, Tambellini e Co. a Coima non fissano alcun nuovo termine: evidentemente l’amministrazione non è interessata alla valorizzazione, ma alla cessione e solo appunto a Coima stessa. Altro che tempo delle scelte”.