Toscana, Per Lucca e i suoi paesi: “Suddivisione in aree vaste non tiene conto delle peculiarità”

La riflessione del movimento in occasione del bicentenario della morte di Napoleone
Le celebrazioni per il duecentesimo anniversario della morte di Napoleone hanno spinto Per Lucca e i suoi paesi a intraprendere una riflessione in chiave locale sulla suddivisione del territorio regionale in aree vaste che, a detta del movimento “calpestano l’identità” della Toscana.
“Napoleone dette vita, tra il 1804 e il 1812, all’Impero Francese a cui nel 1807 venne aggiunto il territorio di quello che prima era il Regno d’Etruria, che comprendeva, più o meno, tutto il territorio dell’ex Granducato di Toscana. I francesi divisero il territorio in tre dipartimenti, quello dell’Arno, con capoluogo Firenze, quello del Mediterraneo, con capoluogo Livorno e quello dell’Ombrone, con capoluogo Siena – spiega Per Lucca e i suoi paesi -. Ebbene, in anni recenti la Regione Toscana, specialmente durante la presidenza di Enrico Rossi, ha istituito le cosiddette ‘aree vaste’, che si rifanno a questa suddivisione napoleonica. Abbiamo infatti l’area vasta della costa, in cui, in onta alla demografia, la città di riferimento non è più Livorno, ma Pisa, l’area vasta del centro in cui la città di riferimento è Firenze e quella meridionale in cui la città amministrativa principale è Siena. Lucca, Viareggio, Massa e Carrara sono state aggregate all’area vasta della costa. Questo però non corrisponde né ad un qualsiasi precedente storico, né a una reale aderenza alle odierne problematiche territoriali”.
“Ai tempi del primo impero francese Lucca, Viareggio, Massa e Carrara non facevano infatti parte dell’impero stesso, ma costituivano invece, assieme a Piombino, uno stato autonomo detto Principato di Lucca e Piombino. Si trattava di uno stato vassallo dell’Impero, ma formalmente indipendente, con propria moneta e i cui cittadini non erano soggetti al servizio militare nella grande armata. La Lunigiana poi, a nord di Carrara, era parte del Regno d’Italia, altro stato vassallo, ma comunque indipendente – conclude il movimento -. La storia ci dice dunque che l’area nord occidentale di quella che oggi è la nostra regione ha storia particolare e diversa da quella dei territori già granducali. Napoleone, da Parigi, lo aveva capito, mentre a Firenze paiono faticare a comprendere una realtà peculiare, anche dal punto di vista economico, produttivo, sociale e perfino fisico e morfologico. Sarebbe opportuno che le aree vaste divenissero quattro, come sempre sono state fino all’avvento di teorie recenti e pensate in funzione del territorio compatto della Toscana ex granducale e calpestando l’identità del resto della regione”.