La Ue autorizza gli insetti sulle tavole europee, la nutrizionista: “Una buona alternativa alimentare”

La dottoressa Rosalia Lisacchi invita a superare i pregiudizi nel nome di una alimentazione sana: “Mangiare bene come prevenzione, gestione e trattamento di molte malattie”
Non appartengono alla nostra tradizione culinaria, tuttavia ben presto li potremmo trovare in supermercati e ristoranti. Sono gli insetti, cibo tipicamente orientale che fra curiosità e timori si accinge a entrare nelle case degli italiani, come testimonia il primo passo in avanti compiuto dall’Unione Europea il 4 maggio. L’approvazione del commercio a scopo alimentare delle larve essiccate del Tenebrio Molitor, meglio note a tutti come tarme della farina.
Il via libera arrivato dopo la valutazione scientifica dell’Esfa – Autorità europea per la sicurezza alimentare – sulla commestibilità dell’insetto, sarà formalizzato dall’Ue nelle prossime settimane. Quando le larve di coleottero potranno definitivamente essere immesse nel mercato europeo, sia essiccate, sia come farina per impasti. Ma comprensibilmente, le diffidenze sul “nuovo alimento” (come lo definisce l’Ue) persistono. Anche se, dall’altro lato, c’è chi invita a cercare di superare i pregiudizi.
Sono in particolare gli specialisti dell’alimentazione, consapevoli delle simili se non equivalenti potenzialità nutritive degli insetti, in rapporto ad altri cibi culturalmente più apprezzati. Come spiega Rosalia Lisacchi, biologa nutrizionista laureatasi in scienze erboristiche e scienze della nutrizione umana a Pisa. Siciliana di origine, attualmente esercita la sua professione a Lucca al Centro di sanità solidale Amici del Cuore, alla Farmacia Massagli e nella sua città natale, Enna. Dove, in famiglia, è nata e maturata la sua “missione: aiutare le persone, nel mio piccolo, a stare bene attraverso l’alimentazione”.
“Non ho avuto la possibilità di assaggiare cibo prodotto con insetti per cui non posso dare nessun giudizio in merito, ma come tutte le cose è fondamentale informarsi per andare oltre all’idea che abbiamo – racconta la dottoressa – Per quanto riguarda i valori nutrizionali, infatti, secondo alcuni studi il contenuto proteico di locuste e cavallette varia dal 18 al 32%, a seconda della specie; quello dei grilli dall’8 al 25% e per i bachi si parla di numeri intorno al 15%. Gli insetti rappresentano quindi alimenti di tutto rispetto se comparati alle carni, considerando che il contenuto proteico della carne di vitello è intorno al 22% e tale valore si osserva anche per alcuni pesci”.
“Di certo – osserva – la crescente richiesta sul mercato di carne ha causato un impatto ambientale non indifferente, e la conseguente necessità di adottare un’economia più sostenibile. Perciò, lo sguardo rivolto su questa buona alternativa alimentare suggerisce che il consumo degli insetti possa in qualche modo aiutare a diminuire lo spreco d’acqua e le emissioni di CO2 prodotte dagli allevamenti intensivi animali”. Emissioni equivalenti al 17% di quelle totali prodotte dall’Ue e superiori alle emissioni totali di automobili e altri mezzi, denuncia l’ultimo rapporto di GreenPeace Foraggiare la crisi – In che modo la zootecnica europea alimenta l’emergenza climatica. Senza contare, dall’altro lato, il consumo idrico legato alla produzione di carne bovina: una media mondiale di oltre 15000 litri d’acqua per chilogrammo.
Ma promuovere uno stile di vita sostenibile rappresenta un dovere non solo verso l’ambiente e le generazioni future, ma anche verso noi stessi. Perché, spiega la dottoressa Lisacchi, “Un’alimentazione corretta diventa un validissimo strumento di prevenzione, gestione e trattamento di molte malattie. La quantità e la qualità dei cibi che mangiamo sono alla base di un benessere completo, sia fisico che mentale e l’eccessivo consumo di un solo alimento, o un’alimentazione basata sull’eliminazione di alcuni cibi o sull’uso di pochi, comporta quasi sempre squilibri nutrizionali e malnutrizione. Un discorso valido – continua – anche per i carboidrati. Non è un problema di pane e pasta, ma di quanta ne mangiamo nell’arco della giornata e soprattutto di come viene condita. Sfatiamo l’idea che i carboidrati facciano necessariamente ingrassare. La raccomandazione è cercare di mantenere sempre corretti stili di vita e avere sane abitudini fin da piccoli”.
Fondamentale per questo è il ruolo educativo della famiglia e del sistema scolastico: “Bisogna partire dal presupposto che mangiare è un atto ricco di significati che va ben oltre il soddisfacimento fisiologico. Ma le variabili che entrano in gioco sono davvero tante: dipende infatti anche dalle risorse offerte dal territorio in cui si vive, dalle abitudini familiari e dal rapporto che si crea tra le persone e il cibo. Perciò i genitori e la scuola hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita dei bambini e degli adolescenti ed è importante che tra le tante cose gli venga anche insegnato come, cosa e quando mangiare”.
E cosa evitare: “Snack, bevande gassate, cibi alla moda o pasti improvvisati; così come le diete fai da te, molto in voga tra gli adolescenti, spesso preoccupati per la loro immagine corporea e per il loro peso. Insomma, è importante fare attenzione al comportamento alimentare dei bambini e dei ragazzi, ma è altrettanto importante dare il buon esempio. Quindi – insiste l’esperta – non esagerare con il cibo e le porzioni e aumentare l’attività fisica, in modo che i piccoli apprendano da noi il giusto comportamento da seguire. Da sottolineare poi un’altra buona abitudine: abituare il bambino a mangiare senza giochi, tv, cellulare, tablet o quant’altro, in modo che impari a dare importanza a quanto sta facendo e a concentrarsi di più su quanto e cosa sta mangiando, insegnandogli ad assaporare”.
“Non dimentichiamo infatti che sono fasce d’età caratterizzate da cambiamenti fisici e psicologici. L’alimentazione – sottolinea la Lisacchi – riveste in queste fasi il ruolo fondamentale di mettere le basi e completare in modo adeguato lo sviluppo psicofisico, che contribuirà poi alla prevenzione di alcune malattie come l’obesità, il diabete e i disturbi del comportamento alimentare. Soprattutto anoressia e bulimia”.
Patologie nell’ultimo anno (febbraio 2020 – febbraio 2021) aumentate del 30% anche fra ragazzi dai 10 ai 12 anni, senza contare l’aggravarsi dei disturbi nei pazienti già in cura. Così raccontano i dati di alcuni centri multidisciplinari affiliati Adi, sia pubblici che privati: “In questo periodo bisogna prestare molta attenzione, perché spesso si finisce per mangiare non per fame ma per stress, solitudine, noia e paura – avverte la nutrizionista – Per cui, un’alimentazione squilibrata o scorretta può generare condizioni di disordine o vere e proprie patologie. Infatti, anoressia e bulimia nervose, fame emotiva ed altri squilibri alimentari hanno avuto un aumento significativo a causa delle restrizioni imposte dal Covid.”.
“Perché? Perché sono venute a mancare quelle valvole di sfogo, come lo sport, il cinema, il teatro e gli amici, che sono state compensate con il cibo e, a volte, con l’alcol. Si è affrontata la quarantena mangiando di più e soprattutto male. Piano piano, però, ho osservato un cambiamento radicale. Uomini e donne – conclude Rosalia Lisacchi – hanno iniziato a richiedere un percorso alimentare più equilibrato, cercando il più possibile di non farsi tentare dalla noia e dalla pigrizia”.
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